Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
Aimeric de Pegulhan
Ades vol, de l’aondanssa
10.
2
Aimeric de Pegulhan
Ades vol, de l’aondanssa
10.
2
IdT
Aimeric de Pegulhan
Trad. it.
Apparato
Note

I. Subito, a causa dell’abbondanza del cuore, la bocca desidera parlare; dunque, dal momento che tanto parlo d’amare, la mia signora ben può credere senza alcun dubbio al mio parlare; ma io non le crederò affatto sulla parola, a meno che non faccia qualcosa di più [rispetto al parlare].

II. A quanto mi sembra, non conosco una dama che sa tanto lodare Amore quanto poco metterlo in pratica: [di Amore] ho un bell’inizio, ma ciò non mi ripaga di nulla. I suoi occhi mi hanno rubato il mio senno con tanta bella maestria da farmi piacere la mia follia.

III. Ma mai vidi amore nobile senza un che di folle, né gioia d’amore senza dolore, né grande onore senza pena; e poiché i miei pensieri sono, se non altro, rivolti all’onore, soffro più facilmente il tormento, che è raddoppiato ogni giorno.

IV. E io raddoppio l’incertezza, poiché la amo due volte tanto: quasi ogni giorno so raddoppiare la mia sfortuna in doppia misura. Ma la raddoppiò più nobilmente Tristano quando bevve la pozione, poiché guadagnò la sua amica a causa di ciò per cui io perdo la mia.

V. Spesso mi porta turbamento, mentre è lenta nel portarmi allegrezza, e sarebbe difficile onorarmi [così]. Ma l’onore e la speranza mi rendono gioioso: voglio che sia tutto secondo il suo desiderio, poiché così sarebbe anche se non mi volesse del tutto.

VI. Donna Beatrice, non saprei lodarvi tanto quanto si converrebbe.

I. 3 donc] don IK    4 pot creire] puesc dire J    5 dompna al] donau R    6 de] del D    7 ieu] en ADEIJK; lieis] lors D; no·n] nom ADEJ, nō IKf    8 digz] dig CR; no·m] non CER, nō DIKf

II. 10 Amor] amors R    11 vuoilla] vol IK    12 m’ac] mauc IK    13 qe·m] quē C; paga] pago D    14 emblat] camjat C; mon] lo DEIJKR    16 qe·m] quē I, quen J, q(uē) R; fa] fai ADE fan α

III. 18 alqes] aquels IK    19 joi] çoi Dc; pesar] p(re)iar D, preiar EJ, perar corretto in peçar R    21 al] ab J    22 manca il verso F; son] soi Dc; miei] miein D    24 doblat] doblar EJ

IV. 25 ieu] en Dc 26 que·l] q(ue) A, ca EJ (qua J); doble] dobles A; plus] p(er) A    27 jorns] iorn D    28 malananssa] benenansa CR    29 assatz] assat IK; doblet] doblat D    30 bec lo] pec del f    31 guazaignet] guzaignet A    32 per so per] per aisso A, p(er) so D, per aiso E, per aquo J; q’ieu] qen Dc

V. 34 vas] neys C; fai] fa C; tart] trar IK    35 fora·m] fora ADEIKRf; ad honrar] a durar AJ    36 l’onors] lanors D, lamors EJ, lonor f; l’esperanssa] lasp(er)ranssa D, lasperanza IK    37 tenon] ten EJ    39 si so seria] si so seriā D, si o seria E, sis seria J, si seria f    40 ieu] manca EJ; m’o] lo IK, o R

VI. 41 sabria] sabia R    42 tant lauzar] lauzar tant CDIKRf (tan C, ta(n) Rf); converia] coueria D

1-2. Come giustamente ricorda Gianfranco Folena, «Tradizione e cultura trobadorica nelle corti e nelle città venete», in Id., Culture e lingue nel Veneto medievale, Padova 1990, pp. 1-137, a p. 45, l’esordio della canzone riprende la sentenza evangelica di Matteo xii, 34: «Ex abundantia enim cordis os loquitur».

3. parli: Si tratta di una forma analogica, come dobli al v. 25 (vedi Shepard - Chambers, The Poems, p. 52).

5. Sulla sinalefe fra vocali atone, qui presente fra dompna e al, si veda Enrico Zimei, «Sinalefe e dialefe. Appunti per una tipologia degli incontri vocalici interverbali nella versificazione occitana», Critica del testo, 7, 2004, pp. 919-971, alle pp. 964-965. Altri casi di sinalefe si incontrano, stando alla grafia del ms. A, ai vv. 13 e 38.

8. Ci sembra più confacente al senso del passo la forma no·m; l’edizione Shepard - Chambers stampa invece no·n. Vedi ad esempio Ges de chantar no·m pren talans (BdT 70.21), v. 39: «car ela plus no·m fazia», nonché Dels huoills e del cor e de me (BdT 457.9), v. 6: «car s’ill autre ben no·m fazia».

10-11. La proposizione consecutiva, di solito annunciata da avverbi come si, tal, tan o aissi, è qui introdotta da mieils, e si accorda, come di norma, a que: da uno spoglio della COM2 non si segnalano altre occorrenze del costrutto (ma cfr. Frede Jensen, Syntaxe de l’ancien occitan, Tübingen 1994, § 760).

14. Sul “furto” del cuore o dei “sensi” vedi Eduard Wechssler, Das Kulturproblem des Minnesangs. Studien zur vorgeschichte der Renaissance, 2 voll., Halle a.S. 1909, vol. I, pp. 383-384. La lezione del ms. C (camjat per emblat) è isolata, ma trova qualche riscontro nel corpus di Aimeric, fra cui si segnala Nulhs hom non es tan fizels vas senhor (BdT 10.38), v. 30: «Guardatz s’ai be camjat sen per folhor».

25-32. In alcuni componimenti di Folquet de Marselha si rinviene altresì il tema del raddoppio di ferite e desideri (come segnalato da Shepard - Chambers, The Poems, p. 52), per cui si vedano Tan mou de corteza razo (BdT 155.23), v. 47, nonché Us volers outracujatz (BdT 155.27), v. 38; i rapporti intertestuali fra i due trovatori, protagonisti fra l’altro di una vivace polemica letteraria, sono stati messi in luce in Le poesie di Folchetto di Marsiglia, edizione critica a cura di Paolo Squillacioti, Pisa 1999, alle pp. 96-97.

30. Aimeric allude a Tristano anche nel planh dedicato a Guglielmo Malaspina, Era par ben que Valors se desfai (BdT 10.10), v. 16: «ni·s mes Tristans d’amor en tan d’assay». La letteratura d’oltralpe era, con ogni evidenza, ben nota alla corte dei Malaspina, dal momento che Aimeric paragona Guglielmo «ad Alessandro per liberalità, a Galvano per il valore nelle armi, a Ivano per la cortesia e a Tristano per l’amore» (Folena, «Tradizione e cultura trobadorica», p. 42). Allo stesso modo, non è azzardato ipotizzare che anche la dedicataria della canzone fosse a conoscenza della leggenda di Tristano, che, come noto, godeva di fama – almeno nel Midi –, dal 1150 circa (su questo punto si vedano Rita Lejeune, «Mentions de Tristan chez les troubadours», Bulletin bibliographique de la Société Internationale Arthurienne, 6, 1954, pp. 96-97, e Irénée-Marcel Cluzel, «Les plus anciens Troubadours et la légende amoureuse de Tristan et Iseut», in Mélanges de linguistique et de littérature romanes à la mémoire d’István Frank offerts par ses anciens maîtres, ses amis et ses collègues de France et de l’étranger, Saarbrücken 1957, pp. 155-170). Il riferimento al filtro d’amore (il pimen del v. 30), si rinviene anche in Bernart de Pradas, Sitot m’ai pres un pauc de dan (BdT 65.3), vv. 21-22 («Beure·m fai ab l’enap Tristan / amors, e eisses los pimens»), Guillem Augier Novella, Per vos, bella dous’amia (BdT 205.4a), vv. 26-27 («ara sai eu q’eu ai begut del broc / don bec Tristans c’anc pois garir non poc!»), nonché Bartolomeo Zorzi, Atressi cum lo camel (BdT 74.2), vv. 49-52 («Mais s’ieu ja trob mon apel, / l’amoroseta bevanda / non feric ab son cairel / Tristan n’Iseut plus fortmen»). Vale la pena sottolineare come, in ogni caso, i riferimenti alla leggenda di Tristano citati non distinguano l’amore fatale da quello cortese (razionale, di libera scelta); tale distinzione è, invece, evidente in D’Amors qui m’a tolu a moi (RS 1664), vv. 28-36: sulla questione si vedano almeno Aurelio Roncaglia, «Carestia», Cultura neolatina, 18, 1958, pp. 121-135, e Costanzo Di Girolamo, «Tristano, Carestia e Chretien de Troyes», Medioevo romanzo, 9, 1984, pp. 17- 26. Per un elenco delle menzioni della leggenda di Tristano ancora utile è Léopold Sudre, «Les allusions à la légende de Tristan dans la littérature du moyen âge», Romania, 15, 1886, pp. 534-557.

32. per so per: Si corregge la lezione del ms. A, in quanto sospetta di italianismo. Per un caso simile vedi Francesca Sanguineti, Il trovatore Albertet, Modena 2012, p. 116; sulla congiunzione casuale si veda Jensen, Syntaxe, § 757.

35. La lezione corretta ad honrar è presa da C e D; a durar del ms. base deriva, con ogni evidenza, da una cattiva lettura, ben spiegabile paleograficamente.

Testo

Edizione, traduzione e note: Luca Gatti. – Rialto 18.i.2018.

Mss.

A 139v (Naimerics depiguillan), C 95v (Ay/merics d(e) pe.), D 66v (Na. de piguignan), Dc 246v (Naimeris d(e) peguillan), E 80 (Aimeric de peguilla), I 53r (Naimerics de piguillan), J 5r (Aimeric), K 39v (Naimerics de piguillan), R 18v (Aimeric de pegulha(n)), f 72r (Aimeric de pegulla), α 28654 (Aimeric de Pegulha) = α1, α 30425 (Aimeric de Pegulha) = α2.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizione critica: The Poems of Aimeric de Peguilhan, edited and translated with introduction and commentary by William P. Shepard and Frank M. Chambers, Evanston (Illinois) 1950, p. 50.

Altre edizioni: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. I, p. 229 (testo di A, vv. 1-13 e 41-42); Reinhilt Richter, Die Troubadourzitate im “Breviari d’Amor”. Kritische Ausgabe der provenzalischen Überlieferung, Modena 1976, p. 156 (edizione di α2), p. 157 (edizione di α1); Giuliana Bettini Biagini, La poesia provenzale alla corte estense. Posizioni vecchie e nuove della critica e testi, Pisa 1981, p. 122 (testo Shepard - Chambers).

Nota filologica

La canzone è trasmessa da dieci mss. a cui devono aggiungersi due citazioni nel Breviari d’Amor (α1 tramanda la terza cobla, α2 la seconda); fra questi Dc possiede soltanto la terza e la quarta cobla. Riconoscibile è il raggruppamento ADIK(+EJ): al v. 7 si trova una lezione erronea, en per ieu. Al v. 19 i mss. DEJ presentano un errore di banalizzazione, preiar (p(re)iar D) al posto di pesar. Al v. 42 AEJ mostrano l’inversione tant lauzar: si tratta di una variante adiafora. All’interno di questa famiglia, ben delineato, come di consueto, è il gruppo IK: vedi don per donc al v. 4, auc per ac al v. 12, aquels per alques al v. 18, trar per tart al v. 34 e lo per m’o al v. 40. Il gruppo EJ è individuato da errori congiuntivi. Al v. 24 si ha doblar per doblat: anche se lo scambio paleografico è piuttosto comune, l’errore può essere dovuto a un anticipo (doblar si trova in rima al v. 27). Al v. 36 EJ presentano la variante amors per onors (ma si veda la grafia aberrante di D anors, pur riconducibile a onors, per cui cfr. François Zufferey, Recherches linguistiques sur le chansonniers provençaux, Genève 1987, p. 285). I vv. 37 e 40 sono inoltre ipometri di una sillaba. Il ms. J ha una variante singolare al v. 4, puesc dire per pot creire. Il gruppo CR è individuato al v. 28 da un errore polare (benenansa al posto di malananssa). Errore singolare di f al v. 19 è pensar per pesar, per banale aggiunta di titulus. Fenomeni non razionalizzabili sono la convergenza di DEIJKR (contro ACf) nella variante lo per mon in DEIJKR al v. 14, nonché l’ipometria comune a J e f al v. 39. Non si ritiene dunque possibile costruire uno stemma codicum affidabile, giacché il gruppo CRf, quantunque largamente attestato nella tradizione dei canzonieri occitani, non è qui dimostrato da un errore comune. Inoltre, alcuni errori utilizzati dai precedenti editori, The Poems of Aimeric de Peguilhan, edited and translated with introduction and commentary by William P. Shepard and Frank M. Chambers, Evanston (Illinois) 1950, ai fini della loro ricostruzione stemmatica non sono del tutto convincenti: ad esempio, al v. 7 lo scambio fra non e nom è assai banale e, per di più, nella tradizione manoscritta la lezione presenta spesso titulus (nom ADEJ non CR IKf, ma si veda anche il v. 8); al v. 26 si considera errore congiuntivo ca di EJ (ma, d’altra parte, si rinvengono in f la lezione cal e in A la forma abbreviata q(ue)). Si adotta la grafia del ms. A, corretta solo al v. 31 (guzaignet per guazaignet). In apparato le varianti di α sono prese da Reinhilt Richter, Die Troubadourzitate im “Breviari d’Amor”. Kritische Ausgabe der provenzalischen Überlieferung, Modena 1976; sono inoltre esplicitati i casi in cui lo scioglimento del titulus può essere dubbio e dunque portare a varianti o lezioni erronee.

Metrica e musica

Metrica: a7’ b7 b7 a7’ c7 c7 d7’ d7’ (Frank 577:286). Cinque coblas unissonans di otto versi, seguite da una tornada di due. Rime: -anssa, -ar, -en, -ia.

Informazioni generali

Canzone cortese dedicata a una Beatrice (Na Biatritz del v. 41), la cui identificazione con Beatrice d’Este è possibile ma non del tutto sicura (sulla questione si vedano le Circostanze storiche).

[L G]
chevron-down-circle