I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
I. Mi succede esattamente come agli assassini, che fanno tutto ciò che il loro signore dice loro, cosicché non pensano mai di commettere una mancanza, tanto confidano in lui e tanto gli è ciascuno fedele; e il signore, poiché sa con sicurezza che ognuno esegue come si deve i suoi ordini, fa loro intraprendere una tale impresa, a quanto sento dire, per cui finiscono per morire prima ancora che possano portarla a termine.
II. Allo stesso modo sono stato io sottomesso e fedele e sincero nei confronti di amore, ve lo assicuro, in tutto quanto ho potuto, perché non ho mai commesso una mancanza, anzi tutte le volte mi lasciai coinvolgere al di là delle mie volontà. E quando riconobbe che senza alcun inganno ero obbligato nei suoi confronti ad esaudire ogni suo desiderio, mi fece intraprendere una tale impresa per la quale sospiro e per la quale a breve credo che mi toccherà morire.
III. Sicuramente mi mandò, affinché la servissi e l’amassi fermamente con cuore saldo, la più nobile che mai fu vista, da quando Adamo fu creato fino ad ora, e colei che maggiormente possiede puro pregio e buone qualità; e io l’amo ora compiutamente come un amante perfetto, perché mai, dopo che mi ordinò di servirla, mi sono rivolto altrove né mi rivolgerò né mi rivolgo.
IV. Incontestabilmente faccio e farò e feci, per voi, amore, ciò che mai non feci per me, così Gesù mi guida, per tutto quello che poté avere Costantino! Dunque, poiché per voi compio un’azione così ardita, sarà davvero un gran torto se prendete la spregevole decisione nei miei confronti di lasciarmi davvero uccidere, perché per voi muoio e grazie a voi posso guarire.
V. Guarire? Tranquillamente, se Dio mi dona ciò che gli chiesi e ancora gli chiedo e dunque udite come: che la grande sofferenza, che giorno e notte mi uccide, e il gran tormento, che avete voluto che soffrissi, mostrasse ora senza indugio alla più nobile che mi fa vivere morendo, giacché, dopo che saprà come muoio, credo che vorrà accettare che io la ami, ed io non desidero nient’altro.
VI. Canzone, per favore, vattene veloce a Ponti, al prode marchese del Carretto, che fa alla perfezione tutto quanto si addice al pregio, sicché desidero innalzare qua, tra i prodi, il suo pregio e farlo udire.
VII. E sarei là con lui, ciò gli potrai dire, ma mi tiene prigioniero la creatura che io più desidero.
3 failhir failhir 17 genser 38 i fai con i espunta nel ms.
1-10. I versi racchiudono una lunga comparazione tra l’io lirico e la setta degli assassini: il trovatore paragona infatti la propria fedeltà alla dama e ad amore alla devozione degli assassini al loro leggendario capo. Come annota Oriana Scarpati, Retorica del “trobar”. Le comparazioni nella lirica occitana, Roma 2008, p. 278, nota 7: «la descrizione dell’elemento figurato occupa tutta la prima cobla, mentre i primi due versi della seconda cobla stabiliscono l’analogia con la situazione dell’amante».
1. assesis: il riferimento è alla leggenda della setta degli assassini e del Veglio della montagna, al-Hasan, il quale reclutava e addestrava giovani fedeli ricorrendo anche all’uso di droghe e, nello specifico, di hashish. Per le allusioni agli assassini nella lirica trobadorica cfr. Frank M. Chambers, «The Troubadours and the Assassins», Modern Language Notes, 64, 1949, pp. 245-251; per le allusioni nella tradizione epica cfr. Laura Minervini, «Da Oriente a Occidente: Il Vecchio della Montagna nella tradizione epica», in La tradizione epica e cavalleresca in Italia (XII-XVI sec.), a cura di Claudio Gigante e Giovanni Palumbo, Bruxelles 2010, pp. 121-140.
28. Costantis: imperatore romano dal 306 alla sua morte (maggio 337), è qui menzionato come esempio di ricchezza.
41. Point: De Bartholomaeis, Poesie provenzali, vol. II, p. 269, identifica questa località con Ponti, sulle rive del fiume Bormida, in provincia di Alessandria. Per precisazioni si rimanda alle Circostanze storiche.
42. al pro marqes del Carret: di identificazione incerta, probabilmente riconoscibile in Ottone del Carretto, in virtù delle relazioni da lui intrattenute coi trovatori. Si rimanda, per approfondimenti, alle Circostanze storiche.
Edizione, traduzione e note: Francesca Sanguineti. – Rialto 9.vi.2017.
M 151r (En .B. de bondeilhs).
Edizione critica: Carl Appel, Provenzalische Inedita aus pariser Handschriften, Leipzig 1890, p. 22.
Altra edizione: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. II, p. 269 (estratti dal testo Appel).
Il componimento è tràdito esclusivamente dal ms. M, a cui ci si attiene fedelmente. Si segnala al v. 3 un errore di dittografia e al v. 17 una corruttela morfologica.
Metrica: (c)a4+6 b10 b10 a10 c10 c10 d10 d10 (Frank 809:1). Cinque coblas unissonans di otto decenari ciascuna, più due tornadas, una di quattro e l’altra di due versi. Rime: -is, -i, -en, -ir; rima al mezzo al primo verso di ogni cobla.
Canzone amorosa di datazione dibattuta e incerta, indirizzata a Point, al pro marqes del Carret, forse identificabile con Ottone del Carretto (si vedano le Circostanze storiche).