1. È necessario emendare per ragioni metriche: una possibile integrazione è il monosillabo ar, la cui perdita potrebbe addebitarsi alla somiglianza con il lemma ai immediatamente precedente ed essere spiegata con una mancata comprensione del passo da parte del copista, forse convinto di trovarsi di fronte ad un’erronea replica della stessa voce. Per quanto riguarda l’emendazione di eu, proposta da Kolsen, Dichtungen, p. 128 e De Lollis, Proposte di correzioni, p. 165 e accettata da Blasi, Le poesie di Guilhem, p. 35, essa non soddisfa completamente se si tiene conto delle Leys d’Amors che prescrivevano infatti: «ni diptonge denan autre diptonge que comense per vocal no deu hom pauzar, quar trop engendro gran hyat». (Las Leys d’Amors, a cura di Joseph Anglade, 4 voll., Toulose 1919, vol. II, p. 36).
5. L’intero verso manca nel manoscritto e il guasto è insanabile. La lezione che qui potrebbe adattarsi estan e franquesa trae spunto dal v. 12, dove franqesa rima con proesa. Blasi, Le poesie di Guilhem, p. 35, integra invece, sulla scorta di Kolsen, Dichtungen, p. 131, con pretz e leialeza, in base ad un riscontro col Castia-Gilos di Raimon Vidal (vv. 12-14).
15. È necessario integrare una sillaba per ragioni metriche: l’integrazione, suggerita da Kolsen, Dichtungen, p. 128, e accettata anche da Blasi, Le poesie di Guilhem, p. 35, vos, non è pienamente soddisfacente per la ravvicinata presenza al v. 14 di vos e al v. 16 di vostre cors. Più plausibile pare invece l’integrazione di i(eu) per motivi analoghi a quelli descritti a proposito del v. 1 e relativi ad una disattenzione del copista, indotto a lasciar perdere un lemma ritenuto superfluo.
Edizione: Antonella Negri 2006; note: Antonella Negri, Stefania Romualdi. – Rialto 27.i.2007 (rev. 28.i.08).
a1 462v.
Edizione diplomatica: Giulio Bertoni, «Rime provenzali inedite», Studj di filologia romanza, VIII, 1901, pp. 421-455, a p. 454.
Edizioni critiche: Adolf Kolsen, Dichtungen der Trobadors, 3 voll., Halle 1916-1919, vol. II, p. 127; Ferruccio Blasi, Le poesie di Guilhem de la Tor, Genève - Firenze 1934, IX, p. 35; Antonella Negri, Le liriche del trovatore Guilhem de la Tor, Soveria Mannelli 2006, p. 105.
Altra edizione: Cesare De Lollis, «Proposte di correzioni ed osservazioni ai testi provenzali del manoscritto Càmpori», Studj di filologia romanza, IX, 1903, pp. 153-170, a p. 165.
Metrica: Discordo di sette periodi di 16 / 6 / 9 / 12 / 6 / 18 / 9 versi e due tornadas di 6 versi con schema: a5’ a5’ b5 a5’ a5’ b5 b5 b5 a5’ a5’ b5 a5’ a5’ b5 b5 b5 (I); a3 a3 b3 a3 a3 b3 (II); a5’ a5’ b5 a5’ a5’ b5 a5’ a5’ b5 (III); a3 a3 b3’ b3’ a3 a3 b3’ b3’ a3 a3 b3’ b3’ (IV); a4 a4 b8 a4 a4 b8 (V); a4’ a4’ b8 c4’ c4’ b8 a4’ a4’ b8 c4’ c4’ b8 a4’ a4’ b8 c4’ c4’ b8 (VI); a5 a 5 b5’ a5 a5 b5’ a5 a5 b5’ (VII); a5’ a5’ b5 b5 c5’ c5’ (VIII); a 5 a5 b5’ c5 b5’ c5 (IX). (Frank descort: 17). Diversamente Blasi, Le poesie di Guilhem, p. x: discordo di cinque coblas singulars e due tornadas. (Si veda anche Paolo Canettieri, «Descortz es dictatz molt divers». Ricerche sulla struttura e sulla storia di un genere lirico romanzo del XIII secolo, Roma 1995, p. 22).
Discordo composto non oltre il 1220-1225, rispettivamente le date di morte delle due sorelle Malaspina, Selvaggia e Beatrice, figlie di Corrado Malaspina e dedicatarie del componimento. Nel testo Guillem de la Tor fa uso di un repertorio consolidato di motivi e stilemi cortesi che confermano l’adesione a una tradizione letteraria dalla quale l’autore non può, almeno in tale contesto encomiastico, in alcun modo derogare.