Jacopo Mostacci

1. Umile core e fino e amoroso
2. già fa lungia stagione c’ò portato
3. buonamente ad Amore;
4. di·llei avanzare adesso fui penzoso
5. oltre poder, e infin ch’era afanato,
6. no ’nde sentia dolore:
7. pertanto non da·llei partia coragio
8. né mancav’a lo fino piacimento,
9. mentre non vidi in ella folle usagio,
10. lo qua·le avea cangiato lo talento.

20. Ben m’averia per servidore avuto,
21. se nom fosse di frode adonata,
22. per che lo gran dolzore
23. e la gran gioia che m’è stata rifiuto;
24. ormai gioia che per lei mi fosse data
25. non m’averia savore.
26. Però ne partto tuta mia speranza,
27. ch’ella partì del presgio e del valore,
28. che mi fa uopo d’avere altra ’ntendanza,
29. ond’io aquisti ciò che perdei d’amore.

30. Però se da·llei parto e inn-altra intendo,
31. no le par grave né sape d’oltragio,
32. tant’è di vano affare;
33. ma ben credo savere e valer tando,
34. poi la solglio avanzare, ca danagio
35. le saveria contare.
36. Ma no mi piace d’essa quello dire,
37. k’eo ne fosse tenuto mesdicente,
38. c’assai val meglio chi si sa partire
39. da reo sengnor e alungiar buonamente.

40. Om che si part’e alunga fa savere
41. di loco ove possa essere affanato
42. e tra’ne suo pensero:
43. ed io mi parto e tragone volere,
44. e dolglio de lo temppo trapassato
45. che m’è stato fallero;
46. ma no mispero, c’a tal signoria
47. son servato, che buono guiderdone
48. averagio, perzò che no obria
49. lo ben servent’e merita a stagione.