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VIII.
Edizione: Francesco Branciforti 1954; note: Sara Centili. – Rialto 30.iv.2003
C 343r (mutilato della seconda strofa, privo della terza e della sesta), I 93v, K 77r, Mh2 82 (privo della terza e della sesta strofa), a1 393, d 295, e 154 (privo della terza e della sesta strofa), ρ 20v.
Edizioni critiche: Giulio Bertoni, I trovatori d’Italia, Modena 1915, p. 350; Francesco Ugolini, La poesia provenzale e l’Italia, Modena 1939, p. 94; Francesco Branciforti, Il canzoniere di Lanfranco Cigala, Firenze 1954, (Biblioteca dell’Archivum romanicum: s. I vol. 37), p. 198.
Altre edizioni: François Just-Marie Raynouard, Choix des poésies originales des troubadours, 6 voll., Paris 1816-1821, vol. V, p. 245; Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin 1846-1853,vol. III, p. 125 (riproduce Raynouard); Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, (Volumi per la storia d’Italia: 71-72), vol. II, p. 159; Lanfranc Cigala, Liriche, a cura di Gianluigi Toja, p. 52 (riproduce Ugolini 1939 con lievi modifiche).
La tradizione è evidentemente bipartita in un ramo italiano composto da IKa1ρ ed uno occitanico comprendente CMh2e (cui mancano rispetto al ramo italiano la terza e la sesta strofa); l’edizione Branciforti privilegia ampiamente il testo di IKa1, discostandosene soltanto per varianti minori; la versione di CMh2e si differenzia in numerosi luoghi, ma sempre con lezioni sostanzialmente equivalenti a quelle del ramo italiano, come al v. 33 pus Dieus l’a dat tan rica manentia, o al v. 35 quar trop val meyns dos quant es trop tarzatz. – Un passaggio leggermente controverso è quello che interessa il v. 28 in cui IK parlano di cerp, a1 di corf (ma la f finale è aggiunta del correttore); Bertoni emenda in corp (‘se i Turchi fuggissero l’insegna di Cristo, fossero pur tanti quanti i corvi in Sardegna...’), sostenuto da Jeanroy che propone però di emendare anche tan in tal (‘si les Turcs désertaient le drapeau [le leur], s’ils étaient pareils aux corbeaux [qui fuient en croassant, font plus de bruit que de mal]...’). Branciforti preferisce invece intendere ‘cervi’, notando giustamente che mentre i cervi sardi sono noti, non lo sono i corvi sardi, e d’altra parte la codardia dei cervi è proverbiale. La traduzione di Branciforti però presuppone il lieve emendamento già proposto da Jeanroy di tan in tal (‘o fossero come i cervi di Sardegna’).
Metrica: a10 b10’ b10’ a10 a10 c10 d10’ d10’ c10 c10 (Frank 517:5); sei coblas unissonans e due tornadas di quattro versi. Ben dieci componimenti presentano lo stesso schema metrico e gli stessi timbri rimici (BdT 96.8, 106.13, 106.24, 167.15, 296.2, 461.135, 461.214a: Frank 517:1-11): il modello dell’intera serie dovrebbe essere la canzone di Gaucelm Faidit BdT 167.15.
Melodia: è attestata la melodia di BdT 167.15, probabile modello metrico: Gennrich, n. 104, Van der Werf, p. 104*.
Canto d’incitamento alla Crociata d’Oriente, databile agli anni 1244-45 grazie al riferimento al conte di Provenza Raimondo Berengario V (morto nel 1245) e alla preparazione della Crociata da parte di San Luigi (per cui cf. anche BdT 282.20).