Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
Rigaut de Berbezilh
Ben volria saber d’Amor
Rigaut de Berbezilh
Ben volria saber d’Amor
Testo

Edizione: Mauro Braccini 1960; note: Francesco Carapezza. – Rialto 5.v.2004.

Mss.

A 165r, B 103v, C 220v, Da 180r, Dc 254v, G 62r, H 30r, I 88r, K 72r, L 11v, M 99v, P 10r, Q 44r, R 60v, T 270v, W 194v, a1 420, f 64r, a 33616; i vv. 7-8 sono citati in un componimento di Jaume March (Rialc, 95.2, vv. 153-154).

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Camille Chabaneau - Joseph Anglade, Les chansons du troubadour Rigaut de Barbezieux, Montpellier 1919, p. 71 (cf. Joseph Anglade, «Les chansons du troubadour Rigaut de Barbezieux», Revue des langues romanes, 60, 1920, pp. 201-310, a p. 269); Rigaut de Barbezieux, Le canzoni. Testi e commento, a cura di Mauro Braccini, Firenze 1960, p. 48 (V); Rigaut de Berbezilh, Liriche, a cura di Alberto Varvaro, Bari 1960, p. 157 (V).

Altre edizioni: Henri Pascal de Rochegude, Choix des poésies originales des troubadours, 5 voll., Paris 1816-1821, vol. III, p. 457; Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin 1846-1853, vol. III, p. 37; Reinhilt Richter, Die Troubadourzitate im «Breviari d’Amor»: kritische Ausgabe der provenzalischen Überlieferung, Modena 1976, 235, p. 408 (edizione critica di a).

Nota filologica

Le classificazioni degli editori divergono in punti di non scarso conto: ai raggruppamenti proposti da Varvaro (pp. 158-159), ossia AB-DaIK, Pa1-GQ(Dc), CMRTf, H e L rimangono isolati (contaminazione nell’antigrafo di Pa1 con un testo di tipo M, in quello di GQ con un testo di tipo R, in H con un affine di C), Braccini, pp. 48-49, oppone infatti uno stemma a tre rami: (I) P + H-AB-DaIK, (II) GQ(DcW) + CMRTa1f(a) e (III) L contaminato con un ascendente del gruppo CMRTa1f (su cui avrebbe operato a sua volta il capostipite di H-AB-DaIK); l’archetipo si giustifica con le lezioni erronee honor 17 invece di dolor, e dolor (~ langor DcGQ) 20 invece di labor (cf. Varvaro, p. 165 n. 20). D’Arco Silvio Avalle, «Di alcuni rimedi contro la contaminazione. Saggio di applicazione alla tradizione manoscritta di Rigaut de Berbezilh», in La letteratura medievale in lingua d’oc nella sua tradizione manoscritta, Torino 1961, pp. 159-178, a p. 165 n. 1, ha poi chiarito la situazione in questi termini: gli errori significativi in 17 e 20, più che dimostrare l’esistenza dell’«archetipo», «individuano e separano in modo nettissimo la famiglia AB-DaIK-H [< b] + CMRTfa [< a] (cui andranno aggiunti P ed a1, oscillanti fra i due rami, e forse anche W) dall’altra, DcGQ [< q < k] - L», dove a e b risalgono al cosiddetto «codice antico», mentre k (fonte principale di e) ed L risultano entrambi prodotti di m. – Braccini si allontana da IK e da Varvaro soltanto in due luoghi: serv de bon cor 10 GMPQRf (con Anglade) vs hom serv de cor; amanz 43 CGLPQRa1 vs amics. Dubbioso sull’interpretazione, di Anglade e quindi di Braccini, dell’appellativo M’arma e mon cors 41 come senhal si mostra Varvaro, p. 167 n. 41 (cf. pp. 21-22).

Metrica e musica

Metrica: a8 b8 b8 a8 c10’ d10 d10 c10’ (Frank 624:50). Cinque coblas unissonans e una tornada di tre versi. La canzone mariana di Bernart d’Auriac (sec. XIII ex.) Be volria de la mellor (BdT 57.1, Frank 624:47) ne costituisce un contrafactum (cf. Varvaro, p. 31).

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