Il planh è posteriore alla morte di Riccardo I Cuor di Leone, re d’Inghilterra, avvenuta il 6 aprile 1199; il 25 marzo 1199 Riccardo era stato ferito ad una spalla da una freccia scagliata dal castello di Chaslus nel Limosino (Châlus-Chabrol), che egli teneva sotto assedio dopo che il visconte Aimar V di Limoges, a lui ribelle, vi si era asserragliato. Mouzat (Les poèmes..., p. 419) sostiene che l’indeterminatezza delle allusioni alla successione contenute nella strofa VI (v. 48 tug silh qu’en vostre loc seran, v. 52 qui en loc remanra de vos tres) lascia pensare che il planh sia stato composto «à l’époque où sa succession n’était pas nettement réglée entre le roi Jean et son neveu Arthur de Bretagne», designato come proprio erede da Riccardo (all’epoca della terza crociata, per evitare che Giovanni potesse usurpare il trono durante la sua assenza) e figlio di Goffredo di Bretagna, fratello maggiore di Giovanni; secondo tale opinione, il testo sarebbe stato composto prima del 27 maggio 1199 quando Giovanni fu incoronato a Londra. Benché l’opinione sia congruente con l’idea che il planh non possa essere di troppo posteriore al 6 aprile, lo scontro sulla legittimità di Giovanni fu risolto solo con il trattato di Le Goulet nel maggio 1200 (che è certo data troppo tarda), ma tutti i fattori in gioco non potevano agevolare (e di fatto non agevolarono) le pretese di successione reale di Arthur che nel 1199 era appena dodicenne ed era sostenuto da Filippo Augusto, ma non da vassalli inglesi e normanni; inoltre, Giovanni era stato riconosciuto da Riccardo prima della morte quale erede legittimo e, del resto, nel nostro testo la presenza di Giovanni è implicita nel ricordo dei fratelli Enrico e Goffredo; la mancata menzione esplicita di Giovanni può essere dovuta al fatto che nel testo non sono nominati personaggi viventi oppure è addebitabile a una volontaria censura nei confronti dell’ultimogenito plantageneto, operoso nel crearsi uno spazio politico nella famiglia, ma poco noto per le sue virtù cortesi e mai amato dalle élites politiche e culturali del Sud della Francia (e forse risentitosi per il trattamento a lui riservato nel planh, se è in lui che si deve riconoscere il reys engles di BdT 167.36, v. 35, che è accusato di pauc faire / del gran secors che avia en covinen, cfr. la Datazione del testo su questo sito; un’importante spia lessicale collega peraltro questi due testi: BdT 167.36, v. 20 Liuratz suj a maltraire e il v. 32 del planh).