La canzone è databile con buona approssimazione all’estate del 1201 o, più probabilmente, a quella del 1202 in forza di alcuni riferimenti storici precisi contenuti nella strofa IV. Infatti, il denaro che il re di Francia Filippo Augusto preferisce raccogliere a Saint Denis e in Normandia (vv. 57-60) piuttosto che impegnarsi nella riconquista della Terra Santa (vv. 61-62) è quello previsto dal trattato del Goulet con il re d’Inghilterra Giovanni Senza Terra il 22 maggio 1200; al trattato fece seguito una visita del sovrano inglese, il 31 maggio 1201, che fu ricevuto a Saint Denis (v. 58) e a Parigi; la menzione della Normandia (v. 59) può riferirsi alla regione dove si trova Goulet o, più probabilmente, all’invasione scatenata da Filippo nel maggio 1202 in seguito alla sentenza feudale che privava i Plantageneti dei loro beni continentali. Gaucelm riferisce i fatti servendosi del tempo presente (58 vol), che quindi saranno contemporanei o di poco anteriori alla composizione della canzone. Cfr. Walter Meliga, «Gaucelm Faidit et la (les) croisade(s)», in Gaucelm Faidit. Amours, voyages et débats. Trobada tenue à Uzerche les 25 et 26 juin 2010, [Moustier-Ventadour] 2011, pp. 25-34, a pp. 26-27 e poi (per una datazione al 1201) Ruth Harvey, «On the date of Gaulcelm Faidit’s dialogue with Albertet (BdT 16,16), with a note on Ara nos sia guitz», Cultura Neolatina, 71, 2011, pp. 9-21, a pp. 18-19. Meno precise o meno fondate le datazioni precedenti (Robert Meyer, Das Leben des Trobadors Gaucelm Faidit, Heidelberg 1876, p. 44: estate 1202; Kurt Lewent, «Das altprovenzalische Kreuzlied», Romanische Forschungen, 21, 1908, pp. 321-448, a p. 345: primavera 1203; Alfred Jeanroy, «Les troubadours dans les cours de l’Italie du Nord aux XIIe et XIIIe siècles», Revue historique, 55/164, 1930, pp. 1-25, a p. 5 nota 2: settembre 1201; Mouzat, Les Poèmes, p. 466: 1200, ma si veda sotto). Non è convincente la proposta di Harvey, «On the date», pp. 19-20 di vedere nel v. 84 della tornada secondo R un riferimento all’assedio di Mirebeau del 31 luglio 1202 in cui furono coinvolti Ugo di Lusignano (indicato dal senhal di Maracdes, v. 81, che però è di CIKρ, mentre R ha Miracles: si veda qui sotto e la nota al testo) e altri nobili pittavini (v. 82): di questa tornada è tuttavia prudente diffidare stante la propensione al rifacimento di R, che si manifesta nello stesso v. 84, dove si riprende malamente il v. 87 di IKeρ (son R può valere anche come 1a pers. sing.), e anche nella morfosintassi dei versi precedenti (nei vv. 81-83 Gaucelm si rivolge a Miracles e ai pros peitavis con la 2a persona plurale per passare alla 3a nel v. 84). Secondo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche, p. 105 Gaucelm prevederebbe al v. 23 di rientare dalla Terra Santa dopo l’inizio di maggio (evidentemente del 1203), dimostrando così di essere a conoscenza dell’accordo fra i crociati e la Repubblica di Venezia per il passaggio marittimo, stabilito per la durata di un anno a partire dal 24 giugno 1202, secondo quanto racconta Villehardouin nella sua cronaca (Meliga, «Gaucelm Faidit et la (les) croisade(s)», p. 28): la supposizione di De Bartholomaeis si accorda con la datazione proposta. Non ha invece fondamento l’ipotesi di Mouzat, Les Poèmes, pp. 465-467 di un testo composito, creato per la 3a crociata e poi ripreso con aggiunta della strofa IV e composizione di una nuova tornada (quella secondo R) in occasione della 4a: Mouzat costruisce il suo ragionamento a partire dall’apparente contraddizione della citazione di Maria di Ventadorn (v. 83) nella tornada secondo CIKeρ, i cui rapporti con Gaucelm egli data tra il 1185 e il 1195 (Mouzat, Les Poèmes, pp. 35-36), e la strofa IV e la tornada secondo R, dove è questione di eventi (il trattato del Goulet e l’invasione della Normandia) e personaggi (il sultanoSaïf-al-Din, Baldovino di Friandra, Bonifacio di Monferrato) databili, per quanto di interesse qui, non prima del 1199. Gaucelm avrebbe dunque composto una canzone (formata dalle strofe I-III e V e dalla tornada di CIKeρ) verso il 1190, in occasione di una supposta partenza per la 3a crociata, di cui però non ci sono indizi consistenti, per riprenderla con le aggiunte di cui sopra verso il 1200-1201. La proposta di Mouzat si fonda sulla sola datazione del rapporto Gaucelm-Maria, ben lontana dall’essere sicura (cfr. Robert Lug, «Gaucelm Faidit et Maria de Ventadorn vivaient-ils encore en 1235?», in Gaucelm Faidit. Amours, voyages et débats, pp. 41-131, a p. 126); d’altra parte, niente nella canzone impedisce di considerarla un componimento ispirato dalla 4a crociata. Anche il problema delle due tornadas è più economicamente risolvibile supponendo una riscrittura del copista di R (incline, come abbiamo visto, a questa pratica), attento a rafforzare il carattere “impegnato” della canzone, che, con l’altra tornada, si chiude invece nel tono dell’omaggio cortese a Maria di Ventadorn ed Elis de Monfort. Rafforza quest’ipotesi la variante Miracles di R del nome del dedicatario (v. 81) per Maracdes di CIKρ (il ms. e ha un’altra trivializzazione: Marques e), probabile lettura facilior (miracle non compare fra i sostantivi che hanno prodotto senhals nell’elenco di E. Vallet, «Il senhal nella lirica trobadorica (con alcune note su Bel/Bon Esper in Gaucelm Faidit)», Rivista di Studi testuali, V [2003], pp. 111-167 [1a parte]) della forma di CIKρ (Meliga, «Gaucelm Faidit et la (les) croisade(s)», pp. 29-30). Al contrario, per Lug, «Gaucelm Faidit et Maria de Ventadorn», pp. 99-100, a partire dall’identificazione di Maracdes con Ugo X di Lusignano (si veda la nota al testo relativa), la tornada di R sarebbe stata composta per prima nel 1200-1202 – e comunque prima della morte di Bonifacio di Monferrato (1207) e Baldovino di Fiandra (1205) lì citati – con una dedica a Miracles non identificato, mentre quella secondo CIKρ risalirebbe a una ripresa del testo da parte di Gaucelm, in occasione di una crociata successiva alla 4a, nel secondo o nel terzo decennio del sec. XIII. L’ipotesi si fonda però su un’identificazione forse troppo sicura di Maracdes con Ugo X di Lusignano e su una datazione rigida dell’inizio della sua vita pubblica (si veda ancora la nota al testo) e in più ha il difetto di non tenere conto della profonda riscrittura del testo operata dal copista di R, operazione che (come già nel caso dell’ipotesi di Harvey) rende la sua tornada indisponibile per ipotesi di ricostruzione storica.