L’interpretazione della cobla Seigner, s’agessetz regnat (BdT 305,17) dipende dall’identificazione del destinatario: Fabre 1908, pp. 354-356, seguito da La Salle de Rochemaure-Lavaud 1910, vol. I p. 335, De Bartholomaeis 1931, p. 181, e Routledge 1977, pp. 172-176, riconosce nel seigner dell’incipit l’imperatore tedesco Ottone IV di Brunswick, laddove Alvar 1977, p. 113, e Asperti 1998, p. 204, vi identificano Filippo II Augusto, re di Francia dal 1180 al 1213.
La tesi di Fabre parte dall’esame delle poche informazioni fornite dal testo. Definiti i primi discrimini cronologici della cobla (1199-1214) tramite l’identificazione di Alfonso VIII di Castiglia con il reis n’Amfos e di Giovanni d’Inghilterra con il reis Joanz, lo studioso francese si interroga sulle ragioni che avrebbero condotto il trovatore a menzionare la Provenza e la Lumbardia, cioè l’Italia settentrionale. La proposta si basa pertanto sul fatto che Ottone avrebbe avuto legami con tutti i territori e le figure citati. Anzitutto, il Monaco e Ottone si sarebbero conosciuti quando il secondo trascorse la sua adolescenza alla corte pittavina di Riccardo Cuor di Leone, uno dei protettori del trovatore. L’imperatore era nipote diretto di Riccardo, quindi di Giovanni Senza Terra, che lo sostenne economicamente almeno in due occasioni storicamente documentate, nel 1207 e nel 1209 (Luard 1872-1883, p. 511). Legami di parentela si rilevano inoltre con Alfonso VIII, che aveva sposato la zia di Ottone, Eleonora d’Inghilterra. Il rapporto tra i due sarebbe stato rinsaldato dal fidanzamento tra il nipote di Alfonso, il futuro Ferdinando III, e la cognata dell’imperatore, Elisabetta Hohenstaufen, concluso nel 1217 ma già prospettato nel 1211. Quanto alla Provenza e all’Italia settentrionale, la prima rientrava nei territori in cui l’imperatore aveva un’influenza almeno nominale, mentre la seconda era legata al Sacro Romano Impero dal tempo di Ottone I.
Secondo Fabre 1908, p. 358, la cobla andrebbe allora collocata intorno al 1212, cioè nel pieno della lotta tra l’imperatore e il papato, interpretando i baillos e i servenz come un riferimento agli uomini di chiesa. Al contrario De Bartholomaeis 1931, p. 181, che pure identifica Ottone, suggerisce che questa sia stata scritta poco dopo la sua ascesa al trono imperiale: all’avviso dello studioso italiano la datazione più alta permetterebbe di spiegare le manifestazioni di amicizia espresse nei suoi confronti, motivate con buona probabilità dall’incoronazione avvenuta a Roma il 4 ottobre 1209 sotto l’egida di papa Innocenzo III.
La proposta di Alvar 1977, pp. 112-114, si basa su una lettura opposta del testo, nello specifico dei versi relativi a Giovanni, che sarebbe descritto come nemico del destinatario della cobla e non suo alleato. Il testo sarebbe indirizzato a Filippo Augusto, alleato di Alfonso VIII di Castiglia contro lo stesso Giovanni in Guascogna (Asperti 1998, p. 204). Quest’ultimo si coalizzò nel 1201 con il re di Navarra Sancho VII, al quale Giovanni promise un passaggio verso il mare attraverso la Guascogna. Nel 1204 Alfonso VIII decise di invadere la regione francese, occupandola quasi completamente l’anno successivo (Lacarra 1975, p. 118; Alvar 1977, p. 114). Alvar suggerisce come terminus post quem della cobla il 1206, ritenendo, sulla scorta di Lavaud, che Saint-Maixent fosse stata conquistata da Filippo Augusto proprio quell’anno. Per lo studioso spagnolo, il testo sarebbe stato composto poco dopo questa data, in quanto era ancora nitido il ricordo della conquista di Saint-Maixent da parte del monarca francese. Infine Asperti 1998, p. 204, accosta la cobla al sirventese Quan vei lo temps renovelar (BdT 81,1) del figlio di Bertran de Born, poiché ambedue i testi riporterebbero «gli echi dello scontro in Guascogna fra Giovanni Senza Terra e Alfonso VIII nei primissimi anni del XIII», e suggerisce di anticipare il primo discrimine all’anno 1204.
Le datazioni proposte sono quindi rispettivamente l’arco cronologico 1209-1212 da un lato e gli anni 1204-1206 dall’altro. A sostegno dell’identificazione del signore tedesco conviene però ricordare la descrizione che alcune cronache riportano del voltafaccia di Ottone, il quale, subito dopo l’incoronazione imperiale, decise di rompere l’accordo con il Papa «non sano usus consilio» (SS rer. Germ., vol. IX p. 81; Kantorowicz 1988, pp. 42-43). È probabilmente a questo ‘consiglio’ – datogli in particolare da Diepold von Schweinspeunt, duca di Spoleto e conte di Acerra, e Pietro da Celano (Matthew 1992, p. 308) – che il Monaco alluderebbe quando menziona il conseill dei baillos e dei servenz. Farebbero propendere per l’identificazione di Ottone i già menzionati riferimenti alla Provenza e al Nord Italia, difficilmente giustificabili se il testo fosse rivolto al monarca capetingio. Per la Lumbardia basti quanto si legge nella Chronica regia coloniensis (SS rer. Germ., vol. 18 p. 229), in riferimento alla discesa in Italia di Ottone: «Eodem etiam anno [1209] Otto rex Italiam cum magno apparatu intravit; ubi principes totius Longobardiae ei occurrentes cum gloria susceperunt, civitates et castella eius dominio subdiderunt, infinitam pecuniam vectigalium et tributorum a temporibus Heinrici imperatoris reservatam tradiderunt». D’altro canto, la stessa menzione di Giovanni potrebbe riferirsi alla scomunica inflittagli da Papa Innocenzo III nel 1209 (Luard 1872-1883, vol. II p. 526), così da spiegare l’accenno all’autorità del re inglese sia in Inghilterra (Maddicott 2011, pp. 285-292), celata dietro la sineddoche di Newark (Nicart nel testo), sia nei possedimenti continentali, minacciati o già strappatigli da Filippo Augusto. Se così fosse, si potrebbe pensare che la cobla sia di poco successiva non tanto all’incoronazione di Ottone quanto alla sua decisione di tradire il Papa, presa nello stesso anno. Il testo veicolerebbe dunque una critica alla politica di Ottone e non un messaggio elogiativo.
Alvar 1977
Carlos Alvar, La poesía trovadoresca en España y Portugal, Madrid 1977
Asperti 1998
Stefano Asperti, «Miei-sirventes vueilh far dels reis amdos (BdT 80,25)», Cultura Neolatina, 58, 1998, pp. 163-323
De Bartholomaeis 1931
Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931
Fabre 1908
Césaire Fabre, «Le moine de Montaudon et l'empereur Othon IV», Annales du Midi, 20, 1908, pp. 351-361
Kantorowicz 1976
Ernst Kantorowicz, Federico II, Imperatore, Milano 1976
La Salle de Rochemaure-Lavaud 1910
Félix de La Salle de Rochemaure – René Lavaud, Les troubadours cantaliens, 2 voll., Aurillac 1910
Luard 1872-1883
Henry Richards Luard, Matthaei Parisiensis monachi Sancti Albani Chronica majora, 7 voll., London 1872-1883
Maddicott 2011
John R. Maddicott, «The Oath of Marlborough, 1209: Fear, Government and Popular Allegiance in the Reign of King John», English Historical Review, 126, 2011, pp. 281-319
Matthew 2012
Donald Matthew, The Norman Kingdom of Sicily, Cambridge 2012
Routledge 1977
Michael J. Routledge, Les poésies du Moine de Montaudon, Montpellier 1977
SS rer. Germ.
Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum separatim editi, 83 voll., Hannover-Wiesbaden 1871-2020