Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
Anonimi
Ab la genser que sia
Trad. it.

1-6]  Con la più bella che ci sia, la migliore, mi coricai tempo fa: non facendo altro che giocare e ridere, ho dormito fino allo spuntare del giorno.

7-12]  Mentre lì giacevo e supino mi addormentavo, un dolce bacio mi porgeva tanto piacevolmente che ancora adesso lo sento e lo sentirò per tutta la mia vita.

13-18]  «Guardia, ti maledica Dio, il figlio di  Santa Maria, giacché tanto affretti [solleciti] il giorno; gran paura e grande timore ho di perdere la mia amica.

19-24]  Guardia, se potessi prenderti, ti ucciderei con le mie mani [più liberamente: ‘se ti avessi fra le mani, ti ucciderei io stesso’]; non ti gioverebbe né oro, né argento, né alcuna altra persona [lett. ‘uomo vivente’], né cosa che si trovi al mondo».

25-30]  «Amico Ser Esteve, [andate] via! Che [tanto] rimango vostra amica; se arrivasse il geloso, ho timore e terrore che ci farebbe del male».

Metrica e musica

Metrica: a6’ a6’ a6’ b4 b4 a6’ (Frank 63:1; unicum). Cinque coblas unissonans di sei versi ciascuna.

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