I.
II.
I. Signor Conte, vi prego che mi diciate della palizzata, come ve ne consolate e se la prenderete o meno con la forza. Perché ci vedo onore e valore per voi, purché vi ci ficchiate per primo, perché dalla breccia da cui vi sarete introdotto entreranno agilmente i compagni.
II. Bertran, credo proprio che sappiate che io sono così esperto in fatto d’armi da saper scegliere il mio vantaggio, a condizione che mi talloniate da vicino. Perciò assalterò armato di tutto punto quando vedrò entrati i cremonesi, sempre che il custode non dica di no.
I. 1 Seign’En Coms] seigner coms H, segner en coms P; e·us prec qe·m] eram P 2 palenc] palancaz P; co·us en conortatz] qeus enconortatz H, con conortaz P 3 e si·l penres] e il penran H, sel penres P 4 qe·us i conosc] qel vos teing P 5 ab sol qe] a tal qe P; primiers] primier H, premiers P 6 car] qe P; pe·l] per lo P; trauc] rauc H; passatz] entraz P 7 intraran] intrara H, entreren P; leu] ben P
II. 8 Que] quem P 9 q’eu] qe P 10 qe be] qeu en P; saubrai] sabria P 11 a tal qe·m siatz a talo] ab que nom metatz arazo H, a tal qem siaza talo P 12 q’eu envaïrai] en vai sirai P 13 veirai] seran P 14 porteniers] portaer H
1. Senh’en Coms: si tratta di Raimondo Berengario IV, conte di Provenza e Forcalquier, che prese parte attivamente all’assedio di Brescia del 1238 al fianco delle schiere imperiali guidate da Federico II: si vedano le Circostanze storiche.
2. palenc: il termine utilizzato da Bertran potrebbe alludere alle fortificazioni fatte erigere dai bresciani e progettate da Calamandrino, ingegnere militare di origine iberica, per cui si vedano le Circostanze storiche. Per il significato di ‘recinto, palizzata’, cfr. DOM, s.v. palẹnc: «palissade».
11. a tal qe·m siatz a talo: entrambi i canzonieri propongono soluzioni equipollenti e metricamente corrette. La lezione di P (a tal qe·m siaz a talo) sembra caratterizzata da una maggior aderenza al contesto di generale ilarità suscitato dall’esitazione di Raimondo dinanzi al palenc, ma potrebbe anche celare un invito scherzoso a partecipare all’impresa che lo stesso Bertran sta ridicolizzando. Quanto al testo di H (ab que no·m metatz a razo, cioè ‘a condizione che non mi interroghiate’), esso può essere inteso come il risultato di un’accurata manipolazione, che punta a edulcorare la risposta del conte a fronte della pungente provocazione di Bertran. Si è deciso pertanto di accogliere a testo la lezione di P (conformemente alla scelta editoriale di Salverda de Grave) proprio in virtù della maggiore coerenza con il registro generale dello scambio di battute tra i due contendenti (con Raimondo che raccoglie sportivamente la sfida e preconizza il proprio successo, purché il suo fedele, ma forse tremebondo interlocutore lo segua dappresso al momento dell’attacco).
13. Cremones: la partecipazione delle milizie cremonesi al fianco delle forze imperiali è certificata dalla limpida testimonianza della Chronica di Salimbene de Adam: si vedano le Circostanze storiche.
Edizione, traduzione e note: Cesare Mascitelli. – Rialto 23.x.2017.
H 54r (I: bertrams dalamano al coms d(e)p(roensa); II: lo coms d(e) p(ro)ensa li respo(n)det), P 62r (anonimo).
Edizioni critiche: Jean-Jacques Salverda de Grave, Le troubadour Bertran d’Alamanon, Toulouse 1902, p. 113; Irénée Marcel Cluzel, «Princes et troubadours de la maison royale de Barcelone-Aragon», Boletín de la Real Academia de Buenas Letras de Barcelona, 27, 1957-1958, pp. 321-373, a p. 342
Altra edizione: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. II, p. 140 (testo Salverda de Grave, con qualche ricorso alle varianti).
Si adotta il canzoniere H come manoscritto di base, generalmente più corretto rispetto al testimone concorrente P, talora affetto da ipometria (vv. 4, 12), ipermetria (vv. 6, 10), distorsioni morfologiche (v. 2 palancaz, v. 7 entreren, v. 10 sabria) e da un possibile errore per ripetizione (vv. 6-7, entraz-entreren). Il testo di H è stato comunque occasionalmente emendato con le lezioni buone di P nei casi in cui H presenta errori evidenti, come accade ai vv. 3 (e il penran), 6 (rauc) e 14 (portaer). Frutto di ricombinazione di alcune lezioni discordanti di H e P sono invece le correzioni proposte ai vv. 1 («Seign’En Coms», funzionale a preservare la particella onorifica En), 2 («co·us en conortatz», che recupera il più adeguato con con valore strumentale di P), 3 («e si·l penres», con mantenimento della congiunzione per ragioni metriche). In presenza di varianti adiafore, la preferenza è stata di norma accordata a H, con l’unica eccezione del v. 11: qui H reca una lezione (ab que nom metatz arazo) che appare meno coerente, rispetto a quella di P (a tal qem siaza talo), con il registro giocoso e al tempo stesso pungente che caratterizza l’intero scambio di coblas. Si segnalano infine il ripristino della -s che marca il cas sujet in primiers al v. 5 e della -n della 3a p. pl. di intraran al v. 7.
Metrica: a8 a8 b8 b8 a8 a8 b8 (Frank 133:2). Scambio di coblas di 7 versi ciascuna. Rime: -atz, -o.
Il componimento, caratterizzato da toni beffardamente ironici, riecheggia il famoso assedio portato da Federico II contro la città di Brescia tra il giugno e l’ottobre del 1238 (cui prese parte il conte di Provenza, Raimondo Berengario IV, alleato di Federico), conclusosi con la ritirata dell’esercito imperiale a Cremona: si vedano le Circostanze storiche.