Anonimo
Anonimo
I.
II.
III.
IV.
V.
I. Sii d’aiuto Dio, vera luce e splendore, re glorioso, signore, se a voi piace, siate (sii) il fedele aiuto del mio compagno. Io non l’ho visto, da quando si è vista la notte.
II. Caro compagno, da quando mi sono separato da voi io non ho dormito, anzi sono rimasto sempre in ginocchio e ho pregato Dio, il figlio di Santa Maria, che mi restituisse la mia leale compagnia.
III. Caro compagno, dormite o vegliate? Non dormite tanto a lungo, poiché il giorno si è fatto prossimo: in oriente è apparsa la stella che reca il giorno, io l’ho ben riconosciuta.
IV. Caro compagno, cantando vi chiamo: ridestatevi, poiché io odo cantare gli uccelli che vanno cercando il giorno per la foresta; ho paura che il marito geloso vi assalga.
V. Caro compagno, affacciatevi alla finestra e guardate verso il chiarore del cielo: potrete sapere se io sono compagno fedele; se così non fate, vostro sarà il danno.
Testo: Bertoletti 2014. – Rialto 15.vii.2015.
Milano, Biblioteca Ambrosiana, E 15 sup. 84v.
Edizione critica: Nello Bertoletti, Un’antica versione italiana dell’alba di Giraut de Borneil, con una nota paleografica di Antonio Ciaralli, Roma 2014, p. 54.
Metrica: Come l’originale occitano (a10 a10 b10’ b10’, ma manca il refranh C6’), tenendo conto che i primi due versi di ogni strofe andrebbero considerati maschili nella varietà di uscita, fatta eccezione per la prima coppia di versi dell’ultima strofe, dove la rima -el è sostituita, forse per un guasto (fenestrela), dalla rima imperfetta -ela : -elo (probabilmente -elọ).
Ordine delle strofi:
C |
I |
II |
III |
IV |
V |
C1 |
VI |
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EPSg |
I |
II |
III |
V |
IV |
|
VI |
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|
R |
I |
II |
III |
V |
IV |
|
VI |
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R1 |
T |
I |
II |
III |
IV |
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VI-V |
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T1 |
T2 |
T3 |
Mün |
I |
III |
IV |
V |
II |
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Mün1 |
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Ambr |
I |
V |
II |
III |
IV |
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Traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil copiata, ante 1240, da un copista ligure.