I.
II.
III.
Edizione: Francesco Branciforti 1954; note: Sara Centili. – Rialto 30.iv.2003
Dc 258r (solo prima strofa e tornada), F 50, H 56v, T 86v (le due strofe e la tornada sono trattati come tre componimenti differenti), x 125.
Edizioni critiche: Giulio Bertoni, I trovatori d’Italia, Modena 1915, p. 375; Francesco Ugolini, La poesia provenzale e l’Italia, Modena 1939, p. 92; Francesco Branciforti, Il canzoniere di Lanfranco Cigala, Firenze 1954, (Biblioteca dell’Archivum romanicum: s. I vol. 37), p. 112.
Edizioni diplomatiche: «Fünfter Bericht an die Gesellschaft für das Studium der neueren Sprachen in Berlin über die in Italien befindlichen provençalischen Liederhandschriften, 12», Archiv für das Studium der neueren Sprachen, 18, n. 34, 1863, p. 416 (diplomatica di H); Louis Gauchat - Heinrich Kehrli, «Il codice provenzale H», Studj di filologia romanza, 15, 1891, pp. 341 e segg., a p. 543; Edmund Stengel, Die provenzalische Blumenlese der Chigiana, Marburg 1878, p. 50; Henri Teulié - G. Rossi, «L’anthologie provençale de Maître Ferrari de Ferrara» (seconda parte), Annales du Midi, 14, 1902, pp. 197- 205 e 523-538, a p. 525.
Altra edizione: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, (Fonti per la storia d’Italia: 71-71), vol. II, p. 157 (testo di Bertoni).
L’edizione Branciforti è ampiamente basata sul testo di H, considerato il testimone più autorevole, ma le varianti degli altri manoscritti sono di importanza minore.
Metrica: a8 b8 b8 a8 c10 c10 d10 d10 (Frank 577:172); due coblas unissonans e una tornada. Tredici altri componimenti hanno lo stesso schema metrico e rimico (Frank 577:165-177).
Canzone di argomento cortese integralmente giocata sulla ripresa variata dei derivati della parola franc, ripetuta ad ogni verso. – La poesia non contiene alcun elemento utile alla datazione, se non il riferimento alla città di Villafranca (v. 2), mentre la rubrica di H offre indicazioni supplementari recitando: «Lanfrancs Cigala de N’Alais de V.». Se l’iniziale della rubrica di H cela proprio il nome di Villafranca, la donna cantata potrebbe essere Adelasia o Alaide, sorella di Guglielmo Malaspina, tornata a stare nel castello di Villafranca dopo la morte del marito Guglielmo di Palodi nel 1215 o 1217 (cf. Branciforti 1954, pp. 21-23); in questo caso la poesia sarebbe da ascrivere agli anni giovanili di Lanfranc.