I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
1. Con aquesta gens vengono indicati i frequentatori della corte ‘corta’ di qualità cortesi: probabilmente Cardenal fa riferimento alla corte aquitana dei partigiani del re inglese (si leggano le considerazioni dell’editore, n. 1 e scheda sulla datazione).
9-16. Il gioco di parole su cort torna in un paio di esempi provenzali e in Rutebeuf: si legga la nota dell’editore.
17. Il riferimento è con ogni probabilità alla corte del conte di Tolosa.
22. L’editore stampa fragz (‘vili’), rifiutando la lezione fis sostenuta da F. Fabre, «Deux pièces du troubadour Peire Cardenal», Les lettres romanes,13, 1959, pp. 399-412, e l’emendamento francx messo a testo da Lavaud.
23. L’editore restituisce la lezione cort que acort, dando ragione della varia lectio (cort on sa cort C, cort que sacort RIKJ, c. qe sacort M, ab que sacortz T) mediante l’ipotesi che i copisti avessero introdotto quez/ques per evitare l’incontro vocalico. La bontà di questa restituzione è provata dal fatto che in tutti i testimoni (tranne M, valors al v. 23) ai vv. 23-24 i sostantivi valor, gaug, donar sono regolarmente all’obliquo.
30-31. Sono da respingere il testo e l’interpretazione di Lavaud: que·l qual qu’aital mercadaria / d’enjan... («car ceux qui prendront semblable marchandise de duperie...»): la difficoltà del v. 30, solo apparente, dipende dalla necessità che la seconda sillaba rimi con la quarta; letteralmente il verso vale: «che in qualche tale commercio».
40. L’espressione tos fa riferimento alla giovane età di Enrico III, diciassettenne nel 1224.
Edizione: Sergio Vatteroni 2004; note: Elisa Guadagnini. – Rialto 8.vii.2005.
C 277v; I 170v; K 155v; J 2v; M 220v; R 68v; T 104r; d 331r; a (vv. 1-8). I vv. 1 e 9-16 vengono citati nel Mirall de trobar del catalano Berenguer de Noya.
Edizioni critiche: René Lavaud, Poésies complètes du troubadour Peire Cardenal (1180-1278), Toulouse 1957, p. 42; Sergio Vatteroni, «Le poesie di Peire Cardenal IV», Studi mediolatini e volgari 41, 1995, pp. 165-212, p. 201.
Altre edizioni: LR, vol. I, p. 451; Carl A. F. Mahn, Die Werke der Troubadours, in provenzalischer Sprache, mit einer Grammatik und einem Woerterbuche, 4 voll., Berlin 1846-1886, vol. II, p. 214; Pèire Cardenal. Tròces causits, amb una introduccion e de notas per C. Camprós, Montpelhier 1970, p. 63.
La tradizione si divide in due raggruppamenti composti da MT, da un lato, e da CR IKJ dall’altro, che si oppongono per molte varianti adiafore: l’editore sceglie di dare il testo secondo CRIKJ, correggendone con TM gli errori o le innovazioni dei vv. 13 (omissione di e), 19 (fina proeza) e 20 (so contro sus).
Metrica: a10’ b10 a10’ b10 c8’ c8’ d10 d10 (Frank 382.66); cinque coblas unissonans di otto versi, più una tornada di quattro versi. La struttura allitterativa delle coblas IV e V e della tornada comporta una serie di rime interne al verso, che danno luogo allo schema Frank 116:1: (a2 a2)b6’ (a2 a2)c6 (a2 a2)b6’ (a2 a2)c6 (d2 d2)e4’ (d2 d2)e4’ (f2 f2)g6 (f2 f2)g6. Come ha notato Pietro Beltrami, «Variazioni di schema e altre note di metrica provenzale: a proposito di Bertran de Born, Puois Ventadorns e Sel qui camja», Studi mediolatini e volgari 35, 1989, pp. 5-42: «mentre il sirventese è in coblas unissonans, le rime interne sono singulars capcaudadas, e come tali continuano nella tornada di 4 versi, che per le rime di fine verso è regolare (schema degli ultimi quattro versi dell’ultima, e quindi di tutte le strofe precedenti), mentre per le rime interne riprende nel primo verso l’ultima rima interna della strofa precedente» (p. 17). La tornada non solo non riproduce le rime interne della fine della cobla precedente, come fa invece per quelle di fine verso (essendo capcaudada quanto alle rime interne, riprende solo la rima interna dell’ultimo verso della strofa precedente), ma realizza anche una diversa formula delle rime: (a2 a2)b4’ (c2 c2)b4 (d2 d2)e6 (f2 f2)e6. Per una discussione della forma metrica si veda Vatteroni, «Rima interna e formula sillabica: alcune annotazioni al Répertoire di I. Frank», Studi mediolatini e volgari 29, 1982-1983, pp. 175-82, p. 178. Il modello metrico sarebbe individuabile in Peirol BdT 366.20, una canzone imitata da Peire Cardenal anche in BdT 335.1 e, imperfettamente, in BdT 335.8.
Il testo è databile al 1224 per i riferimenti contenuti nella quinta cobla: per una sintesi della questione ed i necessari rimandi bibliografici si legga la ricca nota dell’editore.