I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.
Edizione: Aniello Fratta 1996, con modifiche; note: Aniello Fratta. – Rialto 20.vi.2003.
C 181v, E 48r, R 6r, T 151r, V 79v, a 126.
Edizioni critiche: Carl Appel, Provenzalische Inedita aus pariser Handschriften, Leipzig 1890, p. 201 (tiene conto solo di C); Rudolf Zenker, Die Lieder Peires von Auvergne, Erlangen 1900, p. 121; Peire d’Alvernha, Liriche, a cura di Alberto Del Monte, Torino 1955, p. 98; Peire d’Alvernhe, Poesie, a cura di Aniello Fratta, Manziana 1996 (Filologia, 1), p. 122.
Ed. 1996: 46 que es (lezione di C), 65 que’m (refuso): per entrambe le modifiche ci siamo avvalsi di segnalazioni contenute in Aurelio Roncaglia, «In margine a un’edizione di Peire d’Alvernhe», Cultura neolatina, 58, 1998, pp. 347-356, a p. 354.
Metrica: a7 b7’ b7’ a7 c7 c7 b7’ (Frank 557:2). Nove coblas unissonans di sette versi e una tornada di cinque.
Canzone dell’opzione religiosa che scandisce il momento dell’abbandono dell’amor cortese in favore dell’amor Dei; da porre, perciò, in relazione con Al dessebrar del pays, di cui sembra confermare il carattere allegorico.