I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
Edizione: Aniello Fratta 1996, con modifiche; note: Aniello Fratta. – Rialto 20.vi.2003.
C 178v, E 51r.
Edizioni critiche: Rudolf Zenker, Die Lieder Peires von Auvergne, Erlangen 1900, p. 100; Peire d’Alvernha, Liriche, a cura di Alberto Del Monte, Torino 1955, p. 27; Peire d’Alvernhe, Poesie, a cura di Aniello Fratta, Manziana 1996 (Filologia, 1), p. 12.
Altra edizione: Simon Gaunt, Troubadours and Irony, Cambridge 1989, p. 102.
Ed. 1996: 33 D’esser; per Des er si è accolto il suggerimento di Aurelio Roncaglia, «In margine a un’edizione di Peire d’Alvernhe», Cultura neolatina, 58, 1998, p. 348.
Metrica: a7 a7 b7 b7 c3 d7’ c7 d7’ (Frank 178:3). Sei coblas unissonans di otto versi e una tornada di tre; mot-refranh: conia (6 : 14 : 22 : 30 : 38 : 46).
Vers di possibile lettura allegorica, che potrebbe essere stato composto da Peire nel momento della svolta religiosa, all’atto di congedarsi dal bel mondo cortese (la doussa terra conia), per il quale gli resta comunque una profonda nostalgia.