I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
Edizione: Anna Radaelli 1997; note: Stefania Romualdi. – Rialto 10.xii.2005.
R 73r.
Edizioni critiche: Gabriel Azaïs, Les troubadours de Béziers, Béziers 1869, IX, p. 37; Anna Radaelli, Raimon Gaucelm de Béziers. Poesie, Firenze 1997, p. 214.
Altre edizioni: François Just-Marie Raynouard, Choix de poésies originales des troubadours, 6 voll., Paris 1816-1821, vol. V, p. 374 (solo la I cobla); Pierre Bec, Burlesque et obscénité chez les troubadours. Pour une approche du contre-text médiéval, Paris 1984, 17, p. 93 (testo Azaïs, con modifiche).
Metrica: a10 b10 a10 b10 c10’ b10 c10’ b10 (Frank: 353:7). Sei coblas unissonans di otto versi e due tornadas di quattro versi.
Partimen in cui i due interlocutori, Raimon Gaucelm e Joan Miralhas, si confrontano su un argomento da repertorio giullaresco: è meglio essere rotondi dalla testa ai piedi o avere una fessura dai piedi fino al mento? Si tratta di un testo comico, burlesco, a tratti osceno, completamente differente, quanto a tono e a soggetto, dal resto della produzione poetica di Raimon Gaucelm incentrata sulla tematica religiosa e politico-morale. Non a caso il testo è un unicum di R, che lo definisce tenso, e non è tradito dal manoscritto C, che copia, invece, tutti gli altri componimenti del trovatore. Quanto a Joan Miralhas, nulla si sa di questo autore di cui possediamo quest’unica testimonianza (BdT 205.1).