I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
Edizione: Saverio Guida 1979; note: Saverio Guida. – Rialto 15.xi.2002.
C 320; R 99.
Edizione critica: Alfred Jeanroy, «Poésies du troubadour Gavaudan», Romania, 34, 1905, pp. 497-539, a p. 513; Saverio Guida, Il trovatore Gavaudan, Modena 1979 (Subsidia al Corpus des Troubadours, VI), p. 340.
Ed. 1979: 2 a sselh.
Metrica: a10 b10’ a10 b10’ c8 d8 c8 d8 e6’ (cfr. Frank 837:1). Sei strofe unisonanti di nove versi più due tornate di cinque versi. Ciascuno dei primi quattro decenari di ogni strofa potrebbe essere scisso alla cesura (sull’esempio di quanto ha fatto per ragioni classificatorie il Frank) in due insiemi sillabici autonomi e costituire due distinte entità ritmetriche (a4 b6 c4 d6’). Il primo emistichio e l’ultimo verso di ogni strofa sono collegati mediante rima derivata. Schema unico tra le poesie in lingua d’oc conosciute.
Il componimento costituisce il ‘manifesto’ della poesia di Gavaudan, il quale si compiace del fatto che tra mille persone non se ne trovino dieci capaci di retener ciò che il suo sens ampara, si mostra contento d’essere diverso dagli autres trobadors e si dichiara pago nel constatare che la sua poesia risulta gradita e chiara solo als bos entendedors.