Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
330.
20
= 192.1
Peire Bremon Ricas Novas
· Gui de Cavaillon
· Gui de Cavaillon
Un vers voill comenzar en lo so de ser Gui
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20
= 192.1
Peire Bremon Ricas Novas
· Gui de Cavaillon
· Gui de Cavaillon
Un vers voill comenzar en lo so de ser Gui
330.
20
= 192.1
· Gui de Cavaillon
Testo

Edizione: Saverio Guida 1973; note: Saverio Guida. – Rialto 10.ix.2002.

Mss.

H 54.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Jean Boutière, Les poésies du troubadour Peire Bremon Ricas Novas, Toulouse-Paris 1930, p. 74; Saverio Guida, «L’attività poetica di Gui de Cavaillon durante la crociata albigese», Cultura neolatina, 33, 1973, pp. 235-271, a p. 265.

Metrica e musica

Metrica: due cobbole monorime di quattordici dodecenari, più la particella Oi alla fine di ogni strofa (Frank 10:1, 2).

Informazioni generali

Lo scambio di cobbole è da assegnare alla fine della terza decade del Duecento, ad un’epoca di poco successiva alla stipula del trattato di Meaux-Paris e alla capitolazione politica e militare di Raimondo VII di Tolosa e dei suoi adepti. — Sul piano interpretativo, rispetto al saggio di trent’anni fa, ritengo conveniente rettificare la chiosa al v. 1 di Un vers voill comenzar. Non credo più che l’allusione al «son de miser Gui» da parte di Peire Bremon Ricas Novas si riferisca ad una perduta melodia del trovatore cavaillonese e costituisca un apprezzamento delle sue capacità musicali (il che, oltre tutto, contrasterebbe con il tono sarcastico e pungente del componimento); sono oggi dell’avviso che l’accenno presente nell’incipit del pezzo lirico di Peire Bremon, così come nell’avvio del sirventese di Uc de Saint Circ Un sirventes vuelh far en aquest son d’en Gui, rimandi piuttosto ad una celebre melodia ‘inventata’ da Gui d’Ussel. Questi godeva nella prima metà del XIII secolo di vasta popolarità e di solidissima fama (di cui porgono testimonianza, oltre all’alto numero di codici relatori di sue liriche e arie musicali o alle copiose citazioni di suoi componimenti da parte di ‘esperti’ di poesia contemporanei o di poco posteriori, i contrafacta e le imitazioni tentate dopo la sua morte persino nella penisola iberica, come dimostrato da Vicente Beltrán, «Los trovadores en las cortes de Castilla y León: Gui d’Ussel y Paay Soarez de Taveyros», in Atti del Secondo Congresso Internazionale dell’AIEO, Torino 31agosto - 5 settembre 1987, Torino 1993, pp. 45-64), tanto da non abbisognare di altre indicazioni o aggiunte onomastiche per essere immediatamente identificato.

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