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VII.
Edizione: Martín de Riquer 1996; note: Sara Centili. – Rialto 30.vii.2003.
a1 433.
Edizioni critiche: Martín de Riquer, «El trovador Guilhem de Berguedán y las luchas feudales de su tiempo», Boletín de la Sociedad Castellonense de Cultura, 29, 1953, pp. 218-271, a p. 262; Martín de Riquer, Guillem de Berguedà, 2 voll., Abadía de Poblet 1971, vol. II, p. 193; Les poesies del trobador Guillem de Berguedà, text, traducció, introducció i notes per Martí de Riquer, Barcelona 1996, p. 294 (riprende con minime variazioni il testo dell’edizione del 1971).
Altre edizioni: Giulio Bertoni, «Rime provenzali inedite», Studi di filologia romanza, 8, 1899, pp. 421-484, a p. 432; Giulio Bertoni, Il canzoniere provenzale di Bernart Amoros, Fribourg 1911, p. 249.
Riquer adduce l’esempio di neps (vv. 2 e 13) per mostrare la relativa frequenza delle inosservanze alla norma bicasuale provenzale da parte del catalano Guillem de Berguedan (analoghe libertà rispetto alla norma, o ‘errori’ di grammatica, sono stati mostrati da Frank per il contemporaneo e conterraneo Pons de La Guardia: István Frank, «Pons de La Guardia, troubadour catalan du XIIIe siècle», Boletín de la Real academia de Buenas Letras de Barcelona, 22, 1949, pp. 229-327, alle pp. 241-243). Nei due versi in cui compare il sostantivo neps dovrebbe essere caso obliquo (dunque corrispondere a nebot) e non caso retto; Oroz Arizcuren ha però messo in dubbio che tali errori si possano attribuire al trovatore; secondo Oroz il primo neps (v. 2) si potrebbe spiegare ricorrendo al «tópico de la atración», poiché si tratta del soggetto del verbo envazir. Nel secondo caso invece la lezione del manoscritto unico è ipometra (si so neps nom tem en car) e se ne potrebbe ristabilire la misura emendando proprio il neps incriminato in si so nebot non ten en car (Francisco Oroz Arizcuren, rec. a Riquer, Guillem, Archiv für das Studium der neueren Sprachen und Literaturen, 211, 1974, pp. 206-215, a p. 210). Riquer nell’edizione del 1996 rifiuta però esplicitamente le proposte di Oroz (Riquer, Les poesies, p. 295).
Metrica: a8 b8 a8 c8 b8 d8 d8 (Frank 443:1); sei coblas unissonans e una tornada di tre versi. L’unica poesia con lo stesso schema rimico, il sirventese di Raimon de Miraval BdT 406.10, presenta anche uno schema metrico molto simile: a8 b7’ a8 c8 b7’ d8 d8; tra i due componimenti non si rilevano però altre analogie.
Poesia del ciclo dedicato alle lotte di ribellione dei vassalli catalani contro Alfonso d’Aragona, databile agli anni 1190-1194; se Castellon del v. 42 è Castelló de Farfanya, come suppone Riquer, il componimento dovrebbe essere stato scritto nel 1192, quando questo castello di Pons de Cabrera era assediato dal re (per la precisione in gennaio: cf. Riquer, Guillem, I, pp. 136-140). Per il resto i fatti a cui fa riferimento il componimento ci sono piuttosto oscuri: non sappiamo infatti chi sia il nipote di Raimon Gauceran che pare dare manforte al re contro i rivoltosi del visconte di Castelbó.