Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
248.
41
= 226.7
Guiraut Riquier
· Guillem de Mur
· Guillem de Mur
Guiraut Riquier, pus qu’es sabens
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Guiraut Riquier
· Guillem de Mur
· Guillem de Mur
Guiraut Riquier, pus qu’es sabens
248.
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= 226.7
Guiraut Riquier
· Guillem de Mur
Testo

Edizione: Maria Pia Betti 1998; note: Maria Pia Betti. – Rialto 10.iv.2002.

Mss.

R 77r.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizione critica: Maria Pia Betti, «Le tenzoni del trovatore Guiraut Riquier», Studi mediolatini e volgari, 44, 1998, pp. 7-193, a p. 155.

Altra edizione: S. L. H. Pfaff, «Guiraut Riquier», in Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours in provenzalisches Sprache, 4 voll., Berlin 1853-73, vol. IV (1853), p. 243.

Metrica e musica

Metrica: a8 b8 b8 a8 c7’ c7’ d10 d10 (Frank 577:242). Partimen composto da sei coblas unissonans di otto versi e da due tornadas di quattro. Lo schema metrico ed il sistema di rime è probabilmente ripreso dalla canzone di Bernart de Ventadorn BdT 70.1, Ab joi mou lo vers e·l comens.

Informazioni generali

La tesi sostenuta da Guiraut la ritroviamo in un partimen tra Raimbaut e Albertet, Albertet, dui pro cavalier (BdT 388.1, Adolf Kolsen, Trobadorgedichte, Halle 1925 p. 2), ai vv. 25-27: «Qe cel q’a de sidonz plazer / Deu miels tot bon pretz mantener / qe·l vostre q’a sos pretz perdutz». Vi è, d’altra parte, vicinanza tematica tra la strofa III, in cui è espressa la difesa di Guilhem per la propria parte, e la parallela cobla III del partimen tra Aimeric de Pegulhan e Gaucelm Faidit Gaucelms Faiditz, de dos amics leials (BdT 10.28, The Poems of Aimeric de Peguilhan, a cura di William P. Shepard e Frank M. Chambers, Evanston 1950 [Nortwestern University Studies in the Humanities], p. 154). – Una proposta di datazione che abbia un sufficiente margine di certezza è difficile da fare, essendoci giunte tenzoni dei due trovatori risalenti sia alla prima fase della produzione di Guiraut (ante 1270: la tenzone Guilhem de Mur, que cuia far [BdT 248.37 = 226.4] ed il partimen Guiraut Riquier, segon vostr’essien [BdT 226.8 = 248.42], n. 1 dell’ed. di Saverio Guida, «Jocs» poetici alla corte di Enrico II di Rodez, Modena 1983 [Subsidia al Corpus des Troubadours, 8], p. 207) che alla seconda (post 1280: il partimen Guilhem de Mur, chauzetz d’esta partida [BdT 248.36 = 226.3] ed il torneyamen De so don yeu soy doptos [BdT 226.1 = 248.25 = 140.1a = 296,1], n. 6 dell’ed. Guida). Un indizio ci è, però, offerto dalla vicinanza tematica tra la tesi difesa da Guilhem ed il contenuto della cobla V nel torneyamen De so don yeu soy doptos, il cui incipit richiama l’inizio del testo qui in esame: tutto ciò induce, secondo Maurizio Perugi (Trovatori a Valchiusa. Un frammento della cultura provenzale del Petrarca, Padova 1985 [Studi sul Petrarca, 18], p. 201), «a considerare questa coppia di tenzoni come un dittico omogeneo», rendendo plausibile l’ipotesi di una composizione pressoché contemporanea dei due dialoghi negli anni 1280-81. Diversamente dal comportamento ordinario in questo tipo di tenso, non ci si appella a nessun giudice nelle tornadas, ed il partimen si conclude con un augurio ironico a Guilhem da parte di Riquier.

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