Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
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Lanfranc Cigala
Gloriosa sainta Maria
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Lanfranc Cigala
Gloriosa sainta Maria
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Lanfranc Cigala
Testo

Edizione: Francesco Branciforti 1954; note: Sara Centili. – Rialto 20.iv.2003

Mss.

I 93r, K 76v, a1 390, d 294.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Carl Appel, Provenzalische Inedita aus pariser Handschriften, Leipzig 1890, p. 184; Giulio Bertoni, «Il dolce stil nuovo», Studi medievali, 2, 1906-1907, pp. 352-416, a p. 412; Giulio Bertoni, I trovatori d’Italia, Modena 1915, p. 341; Francesco Branciforti, Il canzoniere di Lanfranco Cigala, Firenze 1954,  (Biblioteca dell’Archivum romanicum: s. I vol. 37), p. 232; Francisco Oroz Arizcuren, La lírica religiosa en la literatura provenzal antigua, Pamplona 1972, p. 320.

Altre edizioni:  Lanfranco Cigala, Liriche, a cura di Gianluigi Toja, Firenze 1952, p. 62 (testo Bertoni 1915 con lievi modifiche; traduzione italiana); Gianluigi Toja, Trovatori di Provenza e d’Italia, Parma 1965, p. 281 (riproduce Toja 1952 nel testo e nella traduzione); Martín de Riquer, Los trovadores. Historia literaria y textos, Barcelona 1975, p. 1367 (testo Branciforti; traduzione castigliana).

Metrica e musica

Metrica: a8’ b8’ c8’ a8’ b8’ c8’ d8’ e8’ f8’ d8’ e8’ f8’ (Frank 776:1, unicum); quattro coblas unissonans.

Informazioni generali

Canzone alla Vergine con dichiarazione di voler abbandonare la lirica profana per quella sacra (vv. 4-7). – L'unico probema interpretativo all'interno di questo testo, per il resto piuttosto facile anche grazie ad una tradizione ampiamente affidabile, è costituito dai vv. 38-40. La traduzione di Branciforti suona ‘sol che la vostra misericordia mi soccorra, non mi atterrisce la giustizia, né essa segue ragione e le diviene amica’, mentre Bertoni intendeva ni sa parenta, con la traduzione ‘purché la vostra misericordia mi venga in aiuto, l'argomentare [che mi condannerebbe] non mi spaventa, e non fo’ caso della ragione umana né temo la sua presenza’. Långfors recensendo I trovatori d'Italia di Bertoni (Arthur Långfors, Romania, 44, 1915-1917, pp. 603-615) proponeva invece di vedere in questi versi un riferimento alle figure allegoriche delle quattro figlie di Dio: Giustizia, Misericordia, Verità e Pace, cui si aggiunge a volte anche Ragione; la parente di Ragione (sa parenta) sarebbe allora Verità. Vede in questo passaggio un preciso riferimento allegorico anche Oroz Arizcuren, che sostiene però che «la parenta de razo es la justicia puesta per obra, la veniansa (v. 48)» (Oroz Arizcuren, La lírica religiosa, p. 323). Tra le varie possibilità nessuna è del tutto convincente, e resta in questi versi un certo grado di oscurità. Il loro significato generale è però piuttosto chiaro: nella visione della giustizia di Lanfranc Cigala (che era tra l'altro un uomo di legge) si oppongono infatti spesso il giudizio razionale, frutto del diritto positivo, razo o dreg, con la misericordia, la merce. Si vedano a questo proposito i passaggi analoghi di BdT 282.2, vv. 16-19 (Aitals merces m'agrada / quar es secors / des peccadors / cui es razos loniada) e vv. 108-110 (be sai que·m noz drechura / ... / mais merces m'asegura), e ancora di BdT 282.18, v. 40 (que·m perdonetz e no·i gardetz razon) e vv. 45-49 (per que·us requier merceianz / quar dreitz vol mos dezenanz; / e doncs merces m'aiut qu'eu la somon, / e dreg soan qu'a mon obs no·l teing bon). 

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