I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
Edizione: Aniello Fratta 1996; note: Aniello Fratta. – Rialto 20.vi.2003.
C 180r.
Edizioni critiche: Carl Appel, Provenzalische Inedita aus pariser Handschriften, Leipzig 1890, p. 208; Rudolf Zenker, Die Lieder Peires von Auvergne, Erlangen 1900, p. 83; Peire d’Alvernha, Liriche, a cura di Alberto Del Monte, Torino 1955, p. 58; Peire d’Alvernhe, Poesie, a cura di Aniello Fratta, Manziana 1996 (Filologia, 1), p. 134.
Altra edizione: Costanzo Di Girolamo - Charmaine Lee, Avviamento alla filologia provenzale, Roma 1996 (Studi superiori, 271), p. 117 (testo di Fratta).
Metrica: a7 b5’ a7 b5’ a7 b5’ c8 c8 d8 d8 (Frank 253:1). Cinque coblas singulars di dodici versi e una tornada di due: le rime c d sono uguali in tutte le stanze.
Vers di ortodossia marcabruniana che riprende, variandolo, il tema trattato in Marcabru, L’iverns vai e·l temps s’aizina (BdT 293.31): la differenza tra amor (bona, fina) e amar; anche se qui l’indagine riguarda il joi connesso alle due forme d’amore. Esso rivela affinità interessanti anche con Marcabru, Per savi·l tenc ses doptanssa (BdT 293.37).