Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
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Peire Bremon Ricas Novas
Be volgra de totz chantadors
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Peire Bremon Ricas Novas
Be volgra de totz chantadors
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Trad. it.

I. Vorrei che il mio ingegno fosse di gran lunga superiore a quello di tutti i cantori, poiché amo meglio e sono più timoroso di tutti gli altri amanti: subito comporrei una canzone più prestigiosa per onorare e far apprezzare voi, che siete per me di un prezioso valore senza pari, donna piacente e sovrana; e la vorrei fare più che bene, perché spero in una grande mercede.

II. Se qualcuno ha mai mentito per dire lodi esagerate della propria dama, le rivolga a voi, donna, e dirà il vero, perché il vostro grande valore è in verità così eccelso che nessuna lode lo può pareggiare; infatti il vostro valore che si rafforza invera ogni lode, perché con esso cresce l’alto merito che vi sostiene. Per questo desidero la vostra mercede.

III. Questo mi spinge a dire, donna, Amore, e l’onorato merito straordinario che vi fa amare da tutto il mondo, tanto che una dolce gioia entra nel mio cuore fedele tutte le volte che ne sento parlare. Così ognuno pensa di lodarvi meglio, visto che l’elogio sincero di voi rende più vive le sue lodi, perché così conviene! Perciò non oso chiedervi mercede.

IV. La vostra signoria è così nobile, e il vostro giovane corpo affascinante è così bello, e lo sguardo piacevole, e così autentico l’incarnato delicato, fresco, naturale e vivo, e così gentilmente sapete dire e fare quello che vi pertiene e onorare giustamente che a tutti siete gradita; sicché da nulla ottengo una gioia perfetta, se non dall’attendere la vostra mercede.

V. Molto nobile pregio, senno ed onore, misura e saggezza sono in voi, dama; e sono gioioso quando desidero il vostro soccorso, perché il mio irremovibile desiderio mi incita, ma, con tutto ciò, temo di desiderare: dovrei, di conseguenza, temere di pregarvi. «Perché?» Perché Amore me lo impedisce, al punto che, ne sono convinto, mai riuscirò a dirvi: «Bella dama, se vi piace, mercede!»

VI. Se osassi chiedervi qualcosa, dama, di certo vi domanderei mercede.

Testo

Edizione e traduzione: Paolo Di Luca 2008; note: Paolo Di Luca. – Rialto 10.xii.2009. 

Mss.

Dc 259r, R 102r.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni diplomatiche: Carl August Friedrich Mahn, Gedichte der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin 1856-1873, vol. IV, n. 1747 (diplomatica di R); Henri Teulié - Giorgio Rossi, «L’anthologie provençale de Maître Ferrari de Ferrara» (seconda parte), Annales du Midi, 14, 1902, pp. 197- 205 e 523-538, p. 528.

Edizioni critiche: François-Just-Marie Raynouard, Choix de poésies originales des troubadours, Paris 1816-1821, 6 voll., V, p. 299 (edizione dei primi quattro versi); Carl Appel, Provenzalische Inedita aus Pariser Handschriften, Leipzig 1890, p. 217; Jean Boutière, Les poésies du troubadour Peire Bremon Ricas Novas, Toulouse-Paris 1930, p. 25 (VII); Paolo Di Luca, Il trovatore Peire Bremon Ricas Novas, Modena 2008, p. 113.

Altra edizione: Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin 1846-86, III, p. 256 (i primi quattro versi; testo Raynouard).

Metrica e musica

Metrica: a8 b8 b8 a8 c7’ d8 d8 c7’ e8 e8 (Frank 635:8). Canzone composta da cinque coblas unissonans polimetriche composte da dieci versi, più una tornada di due ottonari. Il mot-refranh merce è ripetuto al v. 10 di ogni cobla. Lo schema metrico originale ha dato vita a tre successive imitazioni: lo ritroviamo con le medesime rime nella tenzone fra la trobairitz Domna H e Rofin Rofin, digatz m’ades de cors (BdT 249a,1 = 426.1) e nello scambio di coblas fra Matfre Ermengau [Compair’aitan com lo soleil (BdT 297.2)] e Peire Ermengau [Messier Matfre, pos de conseill (BdT 341.1)].

Informazioni generali

Canzone cortese indatabile su base interna.

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