Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
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Raimon Gaucelm de Beziers
Un sirventes, si pogues, volgra far
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Raimon Gaucelm de Beziers
Un sirventes, si pogues, volgra far
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Testo

Edizione: Anna Radaelli 1997; note: Stefania Romualdi. – Rialto 10.xii.2005.

Mss.

C 332v.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Gabriel Azaïs, Les troubadours de Béziers, Béziers 1869, VI, p. 26; Anna Radaelli, Raimon Gaucelm de Béziers. Poesie, Firenze 1997, p. 127.

Metrica e musica

Metrica: a10 b10 b10 a10 c10’ c10’ d10 d10 (Frank: 577:119). Cinque coblas unissonans di otto versi e una tornada di quattro versi.

Informazioni generali

Il sirventese è stato composto nel 1270 secondo la datazione fornita dalla rubrica del manoscritto C, unico relatore: «Lo ters sirventes d’en .R. Gaucelm l’an m.cc.lxx.». Si tratta di un componimento di natura moralistico-didascalica sul vivere secondo i principi del giusto e dell’onesto, in cui si affrontano, strofa dopo strofa, riflessioni relative al comportamento dell’uomo e questioni di carattere morale: è preferibile l’amicizia del ricco o del povero? (strofe II-III), è giusto biasimare il malvagio? (strofa IV), è meglio parlare a sproposito o tacere? (strofa V). In particolare nelle strofe II e III Raimon Gaucelm riprende motivi cari alla lirica trobadorico-giullaresca, l’elogio di largueza e la critica ai ricchi avari a qui platz mot tolre mais que donar, adattandoli alle mutate condizioni di vita sociale ed economica della seconda metà del XIII secolo. I nuovi ricchi borghesi, infatti, non praticano più largueza e donar, virtù indispensabili per ottenere non solo il prestigio sociale, ma anche, nella prospettiva religiosa di Raimon Gaucelm, per conquistare la benevolenza e la grazia di Dio. (Per gli stessi argomenti trattati cfr. anche il sirventese didattico-morale A penas vau en loc qu’om no·m deman, BdT 401.3).

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