I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
Edizione: Giulio Bertoni presso Joseph Anglade 1920 (Appendice I); note: Francesco Carapezza.
a1 426.
Edizioni critiche: Giulio Bertoni, «Un “pianto” inedito per la morte del conte di Provenza (1209)», in Studi letterari e linguistici dedicati a Pio Rajna nel quarantesimo anno del suo insegnamento, Firenze 1911, pp. 593-604; Giulio Bertoni presso Camille Chabaneau - Joseph Anglade, Les chansons du troubadour Rigaut de Barbezieux, Montpellier 1919, p. 88; Giulio Bertoni presso Joseph Anglade, «Les chansons du troubadour Rigaut de Barbezieux», Revue des langues romanes, 60, 1920, pp. 201-310, a p. 286 (Appendice I).
Metrica: a8 b8 b8 a8 c7’c7’ d10’ d10’ e10 e10 (Frank 592:39). Cinque coblas unissonans e due tornadas di sei versi ciascuna; mot-refrain «Pro(v)enza» al sesto verso di ogni strofa (e al secondo delle tornadas).
Compianto funebre (planh) per il conte di Provenza Raimondo Berengario V, morto il 19 agosto 1245 (l’identificazione è dovuta ad Alfred Jeanroy, «Sur quelques textes provençaux récemment publiés», Romania, 41, 1912, pp. 108-113). – Dopo aver esaminato il sistema attributivo dell’unico ms. latore (a + a1), Alberto Varvaro ha emesso il pertinente giudizio che la poesia «è di fatto e di diritto anonima» (Rigaut de Berbezilh, Liriche, a cura di Alberto Varvaro, Bari 1960, pp. 265-267). Anche secondo Mauro Braccini «è facile pensare a una attrazione verso il nucleo più cospicuo di elementi contigui già adespoti o sotto altro nome nell’antigrafo» (Rigaut de Barbezieux, Le canzoni. Testi e commento, a cura di Mario Braccini, Firenze 1960, p. 8).