I.
II.
III.
IV.
V.
2. La locuzione faire amor vale ‘concedere amore’.
14. La rima c, garantita dal v. 14, ha comportato l’aggiustamento grafico delle parole-rima ai vv. 5, 6, 13, 21, 22, 25, 26, ove essa compare nel ms. con grafia –iza: Boni nota la probabile origine limosina di questo particolare esito fonetico (p. 53, n. 5).
14. Quello del v. 14 è l’unico esempio di rim trencat dell’intero canzoniere di Sordello: per questo artificio retorico si consulti la bibliografia raccolta da Boni, p. cliv, n. 165bis.
18. La locuzione cor trichador è piuttosto diffusa nella lirica trobadorica: nell’espressione ses cor trichador ricorre in particolare in Gaucelm Faidit Ges per lo freg tems no m' irais (BdT 112.2, v. 57).
19. Engal è preposizione e vale ‘tanto quanto, ugualmente a’.
Edizione: Marco Boni 1954; note: Elisa Guadagnini. – Rialto 31.vii.2006.
F 9v.
Edizioni critiche: Cesare De Lollis, Vita e poesie di Sordello, Halle 1896, p. 187; Marco Boni, Sordello, le poesie, Bologna 1954, p. 52; James J. Wilhelm, The Poetry of Sordello, edited and translated, New York - London 1987, p. 34.
Metrica: a8 b8 b8 a8 c7’ c7’ d10 d10 (Frank 577:24, che rileva una sola tornada di 4 vv, così come De Lollis). Tre coblas unissonans di otto versi con due tornadas di quattro e due versi. Lo schema metrico è probabilmente mutuato dalla canzone di Raimon de Miraval D’amor es totz mos consiriers (BdT 406.24): cfr. John H. Marshall, «Pour l’étude des contrafacta dans la poésie des troubadours», Romania, 101, 1980, pp. 289-335, p. 320. Come già segnala la BEdT, anche gli altri derivati della canzone di Miraval, vale a dire le coblas in tenzone di Guigo de Cabanas e Esquileta, N'Esquileta, car m’a mestier (BdT 197.2) e Guigo, donan sai que conquier (BdT 143.1), sono unica di F.
La canzone non presenta elementi datanti. Boni (p. 45 e pp. lxi-lxii), sostiene, sulla scia di De Lollis (p. 32) una composizione provenzale di questo testo, forse all’indirizzo di Guida di Rodez: per le sue argomentazioni si legga la nota alla canzone Per re no·m puesc d’amor cuydar (BdT 437.23).