Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
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[I]a mais nuls hom n’amera lialmen
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[I]a mais nuls hom n’amera lialmen
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Trad. it.

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I. Nessuno mai amerà lealmente se non ha la sicurezza di ricevere un buon compenso, e il servizio non è mai valido né buono se non lo si fa di buon grado, cortesemente, e colui che lo riceve non ne ricava piacere né amore; e fa peccato colui che lo riceve e colui che lo fornisce perde ciò che fa, per cui ogni persona deve trovare e scegliere un signore tale che sappia riconoscere il servizio e gradirlo.

II. E chi vuole trovare un signore generoso, sincero e cortese e giusto e amorevole, serva Gesù, l’onorato re glorioso, che in ogni cosa è il più saggio; in lui non si perde nessun bene che sia compiuto, anzi egli sempre lo accresce e non contrasta alcun bene, per quanto piccolo sia, ma lo ricompensa cortesemente meglio di quanto si potrebbe raccontare o dire, per cui nessuno che si affida a lui può fallire.

III. Poiché può dare ogni compenso e può far giustizia di ogni offesa e può facilmente rendere felice il più dolente e il più felice, se vuole, dolente, allora temiamolo e onoriamolo sinceramente, poiché ci prepara una corona per le nostre buone azioni. Onorano Dio coloro che decidono di fare il bene e si astengono dall’inganno e dalla menzogna, poiché chi mente fa perire il proprio spirito.

IV. Tutti noi conosciamo per vero che chi offende quaggiù un signore, non trova facilmente né misericordia né perdono, qualunque sia la sua offesa, sino a che non è stata vendicata. Ma chi offende Dio e se ne pente e vuol fare ammenda, Dio lo accoglie generosamente e lo perdona: gli dona piacere e gioia e la sua grazia. Perciò tutti dovrebbero convertirsi e accrescere per suo amore ogni buona azione.

V. Mi pare assurdo e mi meraviglio spesso – dal momento che nessuno può essere felice senza Dio né avere gioia, e lui non ha bisogno di noi; e gli è più intollerabile uno che pecca, che quegli stesso che lo fa e poi se ne incolpa; e preferisce chi si sforza di fare il bene a chi non lo fa, a dispetto del vantaggio che gliene verrebbe – di come nessuno possa tollerare di onorare Dio.

VI. Non è forse giusto che si debba amare perfettamente colui che sopportò per noi la morte e che affrontò la passione sulla croce per nostro amore? Sì, senza dubbio! È giusto che colui che riceve un servizio lo contraccambi e che ami chi è amato; si ragiona così: sono serviti male coloro che compensano male e poco amati quelli che vogliono disprezzare l’amore. Chi vuole essere amato, deve amare e servire.

VII. E perciò dobbiamo servire il vero Onnipotente, finché ne siamo capaci, perché il tempo se ne va e si affretta il tempo e ci avviciniamo verso la morte che ogni cosa porta via con sé. Preghiamo Gesù, da cui discende ogni bene e che concede ogni gioia e ogni grazia e che esorta il mondo a far buone opere, di darci il cuore, il pensiero e il discernimento di attenerci e obbedire ai suoi comandi.

VIII. Nobile signore Iddio, la cui forza circonda il mondo intero e per cui piove e tuona, ti prego per pietà di accogliere il mio spirito, quando si separerà dal corpo.

Testo

Testo: Verlato 2002. – Rialto 24.iv.2006.

Mss.

Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek, Extravag. 268, 59v.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Emil Levy, Poésies religieuses provençales et françaises du Manuscrit Extravag. 268 de Wolfenbuettel, publièes par E. Levy, Paris 1887 (estratto dalla Revue des langues romanes, XXXI, 1887, pp. 173-288 e 420-435), a p. 209; Zeno Lorenzo Verlato, «Occitania periferica. Il canzoniere religioso di Wolfenbüttel», Rivista di studi testuali, 4, 2002, pp. 173-247, a p. 217.

Metrica e musica

Metrica: 10 a b b a; a c’ c’ d d (Frank 504:7); rime: a: en, b: os, c: ona, d: ir. Sette coblas unissonans e una tornada di quattro versi (10 c c d d). Frank registra ventisei esempi di questo schema. Di questi, sei, oltre al nostro, sono le composizioni su decasillabi: BtCarb, BdT 82.93 = Frank 504:1; GcFaid, BdT 167.63 = Frank 504:2; GlMagr, BdT 223.6 = 504:3; UcCatol, BdT 451.2 = Frank 504:4; AimPeg, BdT 10.48 = Frank 504:5, S’eu anc chantei ni jauzens; BnAur, BdT 57.4 = Frank 504: 6; mentre due hanno la stessa formula sillabica: AimPeg, BdT 10.48 = Frank 504:5 e BnAur, BdT 57.4 = 504:6.

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