Lo scambio ingiurioso di coblas tra Manfredi I Lancia, marchese di Busca e conte di Loreto (su cui si veda Settia 2004), e il trovatore tolosano Peire Vidal è stato tradizionalmente datato intorno al 1195-1196, a partire da Torraca 1923. Secondo Torraca 1923, p. 92, infatti, «lo “scambio di versi” tra Pietro e Manfredi, il serventese Bon’aventura, le canzoni ispirate alla sorella di Bonifazio, si devono, per gl’indizi raccolti via via, riferire tutti al tempo del ‒ forse unico ‒ soggiorno, che il trovatore fece in Piemonte, dove poté giungere, reduce dal suo viaggio in Ungheria, verso la fine del 1196». Tale proposta di datazione è stata sostanzialmente accolta da Avalle 1960, pp. 415-418, al quale si deve un importante prospetto delle diverse datazioni suggerite dagli studiosi e della bibliografia pregressa.
Il dato che appare certo è che i rapporti tra Manfredi I Lancia e Peire Vidal siano da ricondurre all’ambiente monferrino e, nello specifico, alla corte di Bonifacio I, presso il quale il trovatore soggiornò e con cui anche Manfredi intessé rapporti (si veda Provero 1991, pp. 203-204).
Recentemente, Noto 2006, p. 169, ha tuttavia indicato la possibilità di spostare in avanti la datazione dello scambio di coblas, prendendo spunto da alcune osservazioni di Provero 1991 e, in particolare, dalla valutazione che Manfredi solo a partire dal 1204 «si presenta come “dominus Maynfredus marchio de Busca qui Lancea dicitur” con un’esitazione che sembra segno di scarso apprezzamento del proprio soprannome» (Provero 1991, p. 204, nota 23). Proprio questo indizio, collegato al fatto che al v. 15 Peire Vidal lo apostrofa in modo esplicito come Lanza marqes, sembrerebbe suggerire a Noto l’opportunità di proporre per lo scambio una datazione forse di poco più tarda rispetto a quella accolta a partire da Torraca. Una datazione successiva al 1196, del resto, era stata ipotizzata già da De Bartholomaeis 1931, vol. I, pp. 65-66, secondo il quale i vv. 19-21, in cui è fatta allusione a cessioni di terre e possedimenti da parte del marchese, potrebbero riferirsi non solo ad episodi risalenti al 1196-1197, ma anche ad avvenimenti del 1206, tenuto oltretutto conto del fatto che Peire «sparla di Manfredi, e più ferocemente, anche in Pos ubert, poesia composta nel 1206 e lì pure allude alla miseria in cui era caduto il Marchese e alle cessioni dei suoi beni» (p. 66).
Più di recente sono stati messi in discussione e ripensati proprio i rapporti che intercorrono tra lo scambio di coblas e la canzone di Peire Pus ubert ai mon ric thesaur (BdT 364.38), le cui ultime due strofi sono apertamente in dialogo con la seconda cobla di Manfredi (vv. 8-14). I toni accesi dell’invettiva contro Manfredi racchiusa nelle ultime due stanze di Pos ubert hanno, inoltre, fatto ipotizzare una redazione della canzone riconducibile a due fasi distinte: le coblas I-V sarebbero cioè state composte a Malta nell’inverno 1205-1206, mentre VI-VII, contenenti l’attacco a Manfredi, in Piemonte nel giugno 1206 (cfr. ad esempio Avalle 1960, p. 286, che riprende il ragionamento di Schultz-Gora). Gli ultimi contributi sulla canzone sembrano però ricondurne la stesura in Piemonte (Latella 2015), inducendo a un riesame complessivo del testo e dei suoi legami con lo scambio di coblas. Nello specifico, andrebbe forse ripensata la direzione del rapporto che lega la canzone allo scambio: non si può, infatti, del tutto escludere che la seconda cobla di Manfredi vada considerata come una risposta alle due coblas finali di Pos ubert, diversamente da quella che è stata l’opinione comunemente accettata finora. Riesaminando il rapporto tra i due componimenti e focalizzando l’attenzione su altri rinvii al ciclo maltese di Peire presenti nel testo dialogico, Bampa 2016, propende infatti per un’interpretazione dello scambio quale risposta diretta alle ultime coblas della canzone; ciò comporta, inevitabilmente, una datazione successiva di Emperador avem, confermando che l’allusione sarcastica alla cessione dei territori da parte di Manfredi ai vv. 19-21 faccia riferimento a difficoltà economiche incontrate dal marchese nella prima metà del 1206 e non nel 1196.
Avalle 1960
d’Arco Silvio Avalle, Peire Vidal, Poesie, Milano-Napoli 1960.
Bampa 2016
Alessandro Bampa, Circostanze storiche a Peire Vidal: Neus ni gels ni ploja ni faing (BdT 364.30), Pos ubert ai mon ric tezaur (BdT 364.38), Quant hom es en autrui poder (BdT 364.39), in Rialto 21.xii.2016.
De Bartholomaeis 1931
Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.
Latella 2015
Fortunata Latella, «Pus ubert ai mon ric thesaur (BdT 364.38)», Lecturae tropatorum, 8, 2015, pp. 32.
Noto 2006
Giuseppe Noto, «Lo scambio di coblas tra Manfredi I Lancia e Peire Vidal (e alcune riflessioni sull’‘Occitania’ ligure-piemontese)», in Poeti e poesia a Genova (e dintorni) nell’età medievale. Atti del Convegno per Genova capitale della cultura europea 2004, a cura di Margherita Lecco, Alessandria 2006, pp. 163-188.
Provero 1991
Luigi Provero, «Clientele e consortili intorno ai Lancia», in Bianca Lancia d’Agliano fra il Piemonte e il Regno di Sicilia. Atti del Convegno (Asti-Agliano, 28/29 aprile 1990), a cura di Renato Bordone, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1992, pp. 199-217.
Settia 2004
Aldo Settia, voce «Lancia, Manfredi», in Dizionario Biografico degli Italiani, 63, Roma 2004, versione in rete (www.treccani.it).
Torraca 1923
Francesco Torraca, «Pietro Vidal in Italia», in Studi di storia letteraria, Firenze 1923, pp. 65-107 (già in Atti della Regia Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di Napoli, n. s., 4, 1915).