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I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
31.
I. Coloro che apprezzano la benevolenza di Gesù e la sua amicizia e il suo valido aiuto, abbiano in sé queste veraci virtù: speranza, fede, carità, pazienza, concordia e pace, umiltà e timore, astinenza, e abbandonino la sconsideratezza; in tal modo potranno ricevere il suo amore e condividere con lui il santo regno.
II. La fede è credere in Dio, la speranza sperare nella sua virtù; il timore, temere di far cosa che lui non apprezzi e carità è amare Dio senza ambiguità; umiltà, essere sempre umili; pazienza, essere pazienti ai dolori; astinenza, trattenersi dal peccare; concordia e pace consistono nell’amare il prossimo.
III. Senza dubbio, queste virtù sono tali che coloro che ne sono provvisti e se ne fanno scudo non saranno mai offesi dal nemico, e non avranno timore della gran paura che devono paventare i peccatori, in primo luogo quando l’anima si separerà dal corpo, e poi quando si presenterà davanti a Dio nel giudizio, quando egli giudicherà tutti gli uomini.
IV. Non c’è persona provvista di un qualche discernimento che non sappia bene di essere venuta a questo mondo per morire e che le sarà reso il compenso del bene e delle offese che avrà fatto a Dio nostro Signore. Tutto quello che si fa ai poveri per amor suo, lo si fa a lui medesimo, senza dubbio, per cui nessuno dovrebbe attardarsi.
V. Ahimè, come si difenderanno coloro che non si sono astenuti dal fare il male e che non hanno fatto tutto quello che hanno potuto e che non hanno fatto penitenza in questo mondo? Meglio sarebbe per loro se non fossero mai nati né venuti alla luce, tanto tremendi sono i tormenti e il calore che dovranno soffrire, che nessuno potrebbe riferirlo con parole, anche se non smettesse di parlare per due anni.
VI. Mi meraviglio che non siano tutti felici di servire Dio e di pregarlo di aiutarli a rimanere sempre ben vigili, così che li mantenga saldi di fronte a ogni evenienza, visto che svaniscono così come il fiore, che in breve tempo acquista e perde il suo colore; così come il sole muta i colori del fiore, la morte cambia del tutto la loro condizione.
VII. Serviamo tutti il nostro Salvatore e comportiamoci come servitori leali; non scoraggiamoci di dire e fare il bene: se egli ci assolve, nessuno ci potrà condannare.
VIII. Prezioso Iddio, padre colmo di dolcezza, Signore dei re sovra tutti gli imperatori, per misericordia ti prego di perdonare i nostri gravi peccati e di proteggerci da morte improvvisa.
Testo: Verlato 2002. – Rialto 23.iv.2006.
Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek, Extravag. 268, 56r.
Edizioni critiche: Emil Levy, Poésies religieuses provençales et françaises du Manuscrit Extravag. 268 de Wolfenbuettel, Paris 1887, (estratto dalla Revue des langues romanes, XXXI, 1887, pp. 173-288 e 420-435), p. 105; Zeno Lorenzo Verlato, «Occitania periferica. Il canzoniere religioso di Wolfenbüttel», Rivista di studi testuali, 4, 2002, pp. 173-247, a p. 211.
Metrica: 10 a’ b b a’; c c d d (Frank 577:140); rime: a: ensa, b: ut, c: ors, d: ar. Sei coblas unissonans più due tornadas di quattro versi (10 c c d d). Frank ha ben 306 esempi di impiego di questa formula, di cui 154 con versi di dieci sillabe. Solo otto hanno la stessa formula: AimBel, BdT 9.1 = Frank 577:132, più tornada; GrdoRos, BdT 240.7 = Frank 577:133; GlOliv, BdT 246.56 = 577:134; GrSal, BdT 249.1 = Frank 577: 135; MatfrErm, BdT 297.3 = Frank 577:136; PEsp, BdT 342.3 = 577: 137, più tornada; RmSal, BdT 409.5 = Frank 577: 138; Anon, BdT 461.221 = 577: 139, Si com al larc dona Dieus que despenda. La stessa alternanza di versi maschili e femminili la adottano anche formule su versi di otto sillabe (DPrad, BdT 124.1 = Frank 577: 234) o eterometriche (7’ 7 7 7’; 7 7 10 10) come nel caso di GlOliv, BdT 246.69 = Frank 577: 263, e Anon, BdT 461.67 = 577: 264, Sill qu’es caps e guitz.