Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
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[L]a flor de[l] mun a cui per dreit sopleia
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[L]a flor de[l] mun a cui per dreit sopleia
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Trad. it.

I. Dobbiamo onorare sopra ogni altro onore il fiore dell’universo, che è pieno di profumo, a cui giustamente si inchina la cristianità, e la stella che risplende per ogni dove, cioè la dolce vergine Maria, grazie a cui il mondo oscuro è rischiarato e grazie a cui siamo protetti dal nemico e posti dal fango sulla più retta via.

II. Mi meraviglio assai di come nessuno al mondo possa tollerare di innalzare il suo grande pregio e di lodare la sua cortesia, il suo grande valore e la sua nobile bellezza; e poiché Gesù, che tutto il mondo governa, la volle onorare, tanto l’amò d’amore sopra ogni altra creatura, sono proprio pazzi coloro che non piegano umilmente verso di lei la propria persona.

III. Lo sappiamo bene, e i santi Padri lo confermano, che mediante lei sono risarciti i dolori che fece Eva, poiché credette a colui che ci fa guerra e ci pose in torto di fronte al Signore, ma lui ne ebbe pietà, ad ogni modo; ed ebbe amore e affetto per lei, da lei nacque e grazie a lei siamo salvi, perciò dobbiamo servirla giorno e notte.

IV. Ho sentito dire che quando il signore è giusto, non ci perde chi serve, anzi ne è ricompensato, quindi è proprio pazzo chi tralascia il proprio servizio. Tanto è virtuosa e colma di pietà, che prega il suo santo Figlio giorno e notte, perché abbia misericordia di tutti noi peccatori. Serviamo lei e il prossimo per amor suo: non c’è alcuno che, secondo giustizia, non lo debba fare.

V. Ciascuno abbia desiderio di onorarla e di innalzare il suo merito e il suo valore; sia amante leale e corretto servitore: quanto più ciascuno la serve, gli sembri ogni giorno poco, per meglio sforzarsi di fare il bene. Sappiate che così il compenso sarà moltiplicato a tutti per mille volte: non è possibile dire una gioia tanto inestimabile.

VI. Poiché ella è chiave e via del paradiso e tiene in suo potere la gioia eterna e ha il comando e il potere su ogni bene, su ogni piacere e su ogni alto diletto, per questo prego lei, cui il mio cuore chiede misericordia, di avere pietà di noi per la sua dolcezza: ci sostenga, ci aiuti e ci soccorra, ci protegga dal malvagio che tanto fortemente ci brama.

Testo

Testo: Verlato 2002. – Rialto 24.iv.2006.

Mss.

Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek, Extravag. 268, 61r.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Emil Levy, Poésies religieuses provençales et françaises du Manuscrit Extravag. 268 de Wolfenbuettel, publièes par E. Levy, Paris 1887 (estratto dalla Revue des langues romanes, XXXI, 1887, pp. 173-288 e 420-435), a p. 111; Zeno Lorenzo Verlato, «Occitania periferica. Il canzoniere religioso di Wolfenbüttel», Rivista di studi testuali, 4, 2002, pp. 173-247, a p. 225.

Metrica e musica

Metrica: 10 a’ b a’ b; c’ d d c’ (Frank 421:18); rime: a: eia, ia, b: ors, , c: ia, eia, d: , ors. Sei coblas alternate (I = III = V, II = IV = VI). Le rime a e b delle coblas pari sono le rime c e d delle coblas dispari; le rime c e d delle coblas pari sono le rime a e b delle coblas dispari. È procedimento tutt’altro che raro nella lirica trobadorica. Fra i tanti esempi: GlUc, BdT 237.1 = 382:87, GcFaid, BdT 167.33 = Frank 279:1, AimPeg, BdT 10.42 = Frank 417:1. Frank riporta trentasei esempi, di cui ventuno su decasillabi. Tuttavia, questa poesia è l’unica rappresentante per questo schema sillabico. Esiste lo schema 10’ 10 10 10’; 10’ 10 10 10’, usato da JoEst, BdT 266, 2 = Frank 624:40, e PoChapt, BdT 375.12 = Frank 624:41.

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