I termini cronologici entro cui collocare la stesura di questo testo ci sono offerti dalle citazioni di due personaggi facilmente identificabili. La prima di esse riguarda un emperador (vv. 26 e 33) nel quale è agevole riconoscere Federico II di Hohenstaufen, permettendo una datazione a dopo il novembre 1220. Se oggi nulla sembra più confermare le antiche ipotesi che Falquet possa aver seguito la corte dello Hohenstaufen (su cui cfr. De Bartholomaeis 1912, pp. 85-86), resta non di meno il fatto che il trovatore, a partire dalle più antiche attestazioni della sua presenza in Italia fino all’ultimo documento che ce lo dice ancora in vita, risulta costantemente accompagnarsi ai principali esponenti del partito imperiale. È lui, infatti, quel Falquetus che sottoscrisse un atto nel 1208 (Larghi 2015) quando si trovava alla corte degli Este, famiglia che fu tra i principali fautori di Federico nonché sua difesa nel viaggio che costui intraprese poi nel 1211 verso la Germania. Se all’inizio fu ospite degli Este o degli Aleramici di Monferrato, alla fine della sua carriera fu invece alla corte di quel Quaglia di Gorzano a lungo funzionario e inviato imperiale in Provenza e che lo sostenne fino al 1234 (cfr. Guida - Larghi 2014).
Il secondo personaggio citato in questa lirica è quell’Otto del Carretto che fu il principale referente della famiglia ligure-piemontese dominante sul savonese. Alla sua corte furono trovatori come Palais (Restori 1892; Ricketts 1986; Squillacioti 1992), e Peire de la Mula (Guida 2009; Larghi 2011) che era al fianco di Falquet al momento della stesura del citato atto del 1208. I del Carretto furono una nobile famiglia della marca aleramica, il cui denominativo deriva dal castello posseduto a Cairo Montenotte. Alla morte del padre Enrico, la divisione testamentaria coinvolse i due figli Ottone e Enrico II (gli altri due maschi erano stati destinati alla carriera ecclesiastica, e divennero in successione i vescovi di Savona). Cairo, con Rocchetta, Carretto, Scaletta, Cortemilia, Castino e Trezzo, e con Savona, toccarono ad Ottone, mentre Enrico II prese possesso dell’area di Noli e Finale, dell’alta Valle della Neva e dell'alta Val Bormida.
Il più antico documento in cui rinveniamo il nome di Otto del Carretto risale al 1181, mentre il più recente è del 4 febbraio 1241. Lo si incontra tra coloro che assistettero all'atto con cui il 7 luglio 1181 ad Alba il marchese Manfredi II di Saluzzo condusse negoziati con gli abitanti di quel comune (Tallone 1906, c. 72). Fu podestà a Genova nel 1190, nel 1194, a Savona nel 1220. Il 10 aprile 1191 fu costretto a cedere i diritti che vantava su Savona. Il 6 luglio 1209 fu costretto dai debiti a vendere Cortemilia e paesi vicini al Comune di Asti. Il 5 luglio 1214 cedette la sovranità (e dunque l’alto dominio) sui paesi valbormidesi tra cui «Castrum Carii, Vignarolio, medietatem montis Cavilionis, medietatem de Carcaris, de Runchi de Mallo, de Bauzilis et castrum quod vocatur Deus» (Nuti 1988). Il successivo 16 luglio 1214 a loro volta i consoli del Comune di Genova diedero al marchese Ottone I Del Carretto e a Ugo suo figlio, l’investitura feudale di Cairo, Carretto, Vigneroli, e metà di Carcare, con l'impegno però di restituirli in caso di richiesta da parte della città.
Ottone accompagnò lo Hohenstaufen a Roma per la cerimonia di incoronazione, come dimostrano i documenti che egli sottoscrive presso la curia imperiale tra novembre e dicembre di quell’anno. Nel 1224 Ottone cedette al Comune di Savona i diritti di pedaggio in Cairo e in Carcare e nel 1233 fece remissione ai cittadini di Cairo dei diritti di fodro e di maletolta, ricevendo il giuramento di fedeltà da parte della comunità. Nel 1235 concesse ai Cairesi il diritto di testare e la possibilità di far pascolare le bestie nelle proprietà del Feudo; sempre in quell’anno Ottone II, figlio di Ugo, stabilì che il Comune poteva costituirsi «banna et ordinamenta».
Era ancora vivo il 5 novembre 1235 quando Guglielmo Embriaco Negro, membro della nota famiglia genovese, promise a Fra' Millone de Buxono priore di Lombardia degli Ospedalieri di San Giovanni, di pagare cento lire di genovine a saldo dell'acquisto del castello gerosomilitano di Rocchetta Cairo, ceduto dagli Ospedalieri a Ottone del Carretto per potenziare il suo patrimonio e la sua difesa (Archivio di Stato di Genova, Atti not. maestro Salomone, Cartul. 15, II, f. 88r. Ferretto 1906, p.120-121, doc. CIV; cf. anche di Ricaldone 1979-1980, vol. I, p. 67 [ricerca non immune da notevoli fraintendimenti e confusioni]). L’accordo fu richiamato il 20 febbraio 1237 quando Fra' Giacomo di Bustarino, luogotenente del priore degli Ospedalieri di Lombardia, si rivolse nuovamente a Guglielmo Embriaco Negro per entrare in possesso della somma di lire cento dovuta agli Ospedalieri dal marchese Ottone del Carretto a saldo per il negozio di Rocchetta Cairo come contenuto nella sentenza pronunciata dal maestro Ugone magiscola genovese (Archivio di Stato di Genova, Notarile, Atti not. Ianuino de Predono, Cartul. 18, II, f. 156; cf. Ferretto 1906, p. 124, doc. CX). Non se ne hanno più notizie dopo il 1241, epoca in cui il figlio Jacopo gli subentrò.
La corte di Ottone accolse, presumibilmente tra la fine del XII secolo e i primi anni del XIII, trovatori e giullari, uniformandosi all’esempio che veniva da quelle dei Monferrato o dei Savoia (Provero 1994; Guida 2009, pp. 182-184). Tutte le poesie elogiative nei confronti di Ottone di Falquet de Romans Aucel no truob chantan (BdT 156.2, vv. 63-69), Far vuoill un nou sirventes (BdT 156.6, vv. 60-64), Qan cuit chantar, eu plaing e plor (BdT 156.11, vv. 66-70), furono composte tra il 1220 e il 1228: entro questo gruppo va presumibilmente inserita anche Cantar vuoill amorosamen.
De Bartholomaeis 1911-1912
Vincenzo De Bartholomaeis, «Osservazioni sulle poesie provenzali relative a Federico II», Memorie della Real Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, s. I, 6, 1911-1912, pp. 97-124.
De Bartholomaeis 1931
Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.
Di Ricaldone 1979-1980
Aldo di Ricaldone, Templari e Gerosolimitani di Malta in Piemonte dal XII al XIX secolo, 2 vol., Madrid 1979-1980.
Ferretto 1906
Arturo Ferretto, Documenti intorno alle relazioni fra Alba e Genova, Pinerolo 1906.
Guida 2006
Saverio Guida, «(Andrian de) Palais, trovatore lombardo?», in Studi di Filologia romanza offerti a Valeria Bertolucci Pizzorusso, a cura di Pietro G. Beltrami, Maria Grazia Capusso, Fabrizio Cigni, Sergio Vatteroni, 2 voll., Pisa 2006, vol. I, pp. 685-721.
Guida 2009
Saverio Guida, «Trovatori provenzali in Italia: chiose al partimen tra Albertet e Peire (BdT 16,15)», Revista de Literatura Medieval, 21, 2009, pp. 173-193.
Guida - Larghi 2014
Saverio Guida - Gerardo Larghi, Dizionario biografico dei trovatori, Modena 2014.
Larghi 2011
Gerardo Larghi, «Occitanica italica: Peire de la Mula de Saint-Gilles», in L’Occitanie invitée de l’Euregio. Liège 1981 - Aix-la-Chapelle 2008 : Bilan et perspectives. Actes du Neuvième Congrès International de l’Association Internationale d’Études Occitanes (Aix-la-Chapelle, 24-31 août 2008), Aachen 2011, pp. 449-460.
Larghi 2015
Gerardo Larghi, «Un riflesso delle ricerche archivistiche sulla peosia trobadorica: il caso di Falquet de Romans BdT 156.6», in Otto studi di filologia per Aldo Menichetti, Roma 2015, pp. 26-42.
Nuti 1988
Giovanni Nuti, «Del Carretto, Ottone, Marchese di Savona», in Dizionario Biografico degli Italiani, 36, 1988, versione in rete (www.treccani.it).
Provero 1994
Luigi Provero, «I marchesi del Carretto: tradizione pubblica, radicamento patrimoniale e ambiti di affermazione politica», in Savona nel XII secolo e la formazione del comune: 1191-1991. Atti e memorie della Società savonese di storia patria, Savona 1994, pp. 21-50.
Restori 1892
Antonio Restori, Palais (Nozze Battistelli-Cielo), Cremona 1892.
Ricketts 1986
Peter T. Ricketts, «Le troubadour Palais: Edition critique, traduction et commentaire», in Studia occitanica in memoriam Paul Remy, 2 voll., Kalamazoo 1986, vol. I, pp. 227-240.
Squillacioti 1992
Paolo Squillacioti, «Due note su Palais», Studi mediolatini e volgari, 38, 1992, pp. 201-207.
Tallone 1906
Armando Tallone, Regesto dei Marchesi di Saluzzo (1091-1340), Pinerolo 1906.