Questi componimenti sono accomunati dalla presenza del senhal Thesaur nella formula Mon Thesaur/Tesaur al v. 52 di Chascus hom deu conoisser et entendre (BdT 167.14), al v. 58 di Mout a poignat Amors en mi delir (BdT 167.39), al v. 71 di S’om pogues partir son voler (BdT 167.56), al v. 56 di Tut sil que amon valor (BdT 167.62) o mon Bel Thesaur/Belh Thezaur al v. 50 di De faire chanso (BdT 167.18) e al v. 47 di Si tot no·m cal de s’es grazitz (BdT 167.54). In questo senhal può essere riconosciuto, abbastanza unanimemente, il marchese Bonifacio I di Monferrato (1150-1207), il quale, percependo ancor più degli altri marchesi del Monferrato le potenzialità propagandistiche della poesia trobadorica, accolse alla sua corte trovatori come Raimbaut de Vaqueiras, Albertet, Peire Vidal e Gaucelm Faidit.
Proprio la menzione di Bonifacio I dietro il senhal Thesaur/Tesaur consente una datazione almeno approssimativa delle sei canzoni.
Qualche dato in più, ai fini di fissare le coordinate cronologiche del testo, è disponibile per la canzone di crociata Chascus hom deu conoisser et entendre (BdT 167.14). Ai vv. 52-54, infatti, Gaucelm fa riferimento a Mon Thesaur (v. 52) come a colui che de totz nos es guitz (v. 53). L’accenno a Bonifacio come capo e guida dei crociati rimanderebbe, infatti, alla sua elezione a capo della quarta crociata nell’estate del 1201, in sostituzione di Tebaldo III, conte di Champagne, capo designato della crociata in preparazione, morto il 24 maggio 1201 (su Bonifacio I di Monferrato si veda Goria 1971). Nei versi in cui ricorda il marchese, Gaucelm precisa di lasciarlo in Lombardia (cfr. il secondo emistichio del v. 52 que lais en Lombardia) e, secondo Meliga 2011, p. 31, ciò «s’accorde avec le fait que le marquis de Montferrat ne partît pas avec le gros de l’expédition, mais, comme Villehardouin nous le raconte, la rejoignit vers la fin de 1202». La canzone di crociata, pertanto, potrebbe essere datata, sempre secondo Meliga che ne ha recentemente curato la nuova edizione (cfr. Meliga 2015), intorno all’ottobre del 1202. Tale proposta di datazione, che collocherebbe cronologicamente il testo nel clima degli ultimi preparativi per la quarta crociata, non si discosterebbe molto da quella di De Bartholomaeis, vol. I, p. 100, secondo il quale la canzone sarebbe stata composta tra marzo e agosto del 1202, dunque dopo l’elezione di Bonifacio I a capo della crociata e prima del suo trasferimento a Venezia dove assunse il comando della spedizione. La datazione di Meliga, inoltre, coinciderebbe di fatto con la datazione suggerita già da Mouzat 1965, p. 487, che propone come data l’ottobre 1202, quando cioè il grosso dell’armata crociata partì per la spedizione, senza tuttavia Bonifacio, che rimase ancora a Venezia per sbrigare alcune trattative. In Chascus hom deu (BdT 167.14), inoltre, il canto di esortazione alla crociata si unisce al planh per una comtessa Biatritz, di cui è ricordata la recente morte, ma la cui identità è impossibile da stabilire con certezza, nonostante i tentativi compiuti da Lug 2011, pp. 101-107, che restringe l’arco cronologico della ricerca alle dame di nome Beatrice la cui morte è attestata nel 1221-1123, anni in cui ritiene sia collocabile la canzone. Datazioni alternative di Chascus hom deu (BdT 167.14) sono, infatti, essenzialmente legate a una differente identificazione del personaggio citato attraverso il senhal Mon Thesaur. Secondo Lug 2011, pp. 104-107, dietro il senhal si celerebbe il figlio di Bonifacio I, Guglielmo VI (1207-1226), impegnato nel progetto di un’impresa crociata tra il giugno 1221 e l’autunno 1223 (su Guglielmo VI si veda anche Settia 2003), mentre la ricordata e defunta contessa Beatrice sarebbe morta tra la primavera 1221 e l’autunno 1223 (cfr. in particolare Lug 2011, p. 106). Secondo Lug 2011, p. 106, ne consegue che anche le altre cinque canzoni in cui figura il senhal mon Thesaur siano state composte tra il 1202 e il 1224.
Diversa e inaccettabile appare anche la proposta di identificazione di Merlo 1884, che suggeriva di riconoscere nel protettore di Gaucelm Faidit addirittura Bonifacio II (1231-1245), nipote di Bonifacio I e mai interessato né impegnato in alcuna impresa crociata.
Ritornando, pertanto, all’ipotesi più plausibile e più largamente condivisa, quella cioè che porta a scorgere nel senhal Mon Thesaur Bonifacio I di Monferrato, le restanti canzoni in cui il marchese è così menzionato apparirebbero databili intorno al 1200 o comunque prima del 1202, vale a dire prima della partenza per la quarta crociata. Inoltre, ricordiamo che in Si tot no·m cal de s’es grazitz (BdT 167.54) al v. 50, e in De faire chanso (BdT 167.18), al v. 75, figura un altro senhal (presente anche in Solatz e chantar, BdT 167.55, al v. 84), Ric de Joi, in cui secondo Guida 2017 può essere riconosciuto il giovane conte Uberto di Biandrate, figura particolarmente vicina al marchese Bonifacio I di Monferrato, benché lo stesso Guida 2017 non escluda che dietro il senhal mon Thesaur sia ravvisabile, come ipotizzato da Lug 2011, Guglielmo VI (cfr. Guida 2017, p. 554).
De Bartholomaeis 1931
Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.
Goria 1971
Alex Goria, voce «Bonifacio I, marchese di Monferrato», in Dizionario Biografico degli Italiani, 12, Roma 1971, versione in rete (www.treccani.it).
Guida 2017
Saverio Guida, «Per il disvelamento del senhal Ric de joi in Gaucelm Faidit», in Occitània en Catalonha: de tempses novèls, de novèlas perspectivas. Actes du XIe Congrès international de l’AIEO, (Lleida, 16-21 juin 2014), a cura di Aitor Carrera e Isabel Grifoll, Lleida 2017, pp. 543-559.
Lug 2011
Robert Lug, «Gaucelm Faidit et Maria de Ventadorn vivaient-ils encore en 1235?», in Gaucelm Faidit: amours, voyages et débats. Trobada tenue à Uzerche les 25 et 26 juin 2010 [Cahiers de Carrefour Ventadour 2010], Ventadour 2011, pp. 71-131.
Meliga 2011
Walter Meliga «Gaucelm Faidit et la (les) croisade(s)», in Gaucelm Faidit: amours, voyages et débats. Trobada tenue à Uzerche les 25 et 26 juin 2010 [Cahiers de Carrefour Ventadour 2010], Ventadour 2011, pp. 25-36.
Meliga 2015
Walter Meliga, Rialto 21.i.2015.
Merlo 1884
Pietro Merlo, «Sull’età di Gaucelm Faidit», Giornale storico della letteratura italiana, 3, 1884, pp. 386-400.
Mouzat 1965
Jean Mouzat, Les poèmes de Gaucelm Faidit, troubadour du XIIe siècle, Paris 1965.
Settia 2003
Aldo Settia, voce «Guglielmo VI, marchese di Monferrato», in Dizionario Biografico degli Italiani, 60, Roma 2003, versione in rete (www.treccani.it).