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Edizione: Gianfranco Contini 1937; note: Oriana Scarpati. – Rialto 18.xii.2009.
R 102v.
Edizioni critiche: Gianfranco Contini, «Sept poésies lyriques du troubadour Bertran Carbonel de Marseille», Annales du Midi, 49, 1937, pp. 5-41, 113-152, 225-240, a p. 117; Adolf Kolsen, «Des Trobadors Bertran Carbonel Sirventes “Per espassar” und “Tans rics clergues” (BGr. 82,12 u. 16)», Zeitschrift für französische Sprache und Literatur, 62, 1938, pp. 203-211, a p. 203; Michael J. Routledge, Les poésies de Bertran Carbonel, Birmingham 2000, p. 49.
Metrica: a10 b10 b10 a10 c10’ c10’ d10 d10 e10 e10 (Frank 592:4). Cinque coblas unissonans di dieci versi ciascuna seguite da una tornada di sei versi.
Sirventese (autodesignazione ai vv. 3-4 e in tornada) dai toni fortemente anticlericali indirizzato contro i falsi chierici che nella città di Marsiglia generano forti tensioni con i laici. Tuttavia, come ben hanno evidenziato Contini, «Sept poésies», e Sergio Vatteroni, Falsa clercia. La poesia anticlericale dei trovatori, Alessandria 1999, pp. 83-85, i temi dell’invettiva scelti dal trovatore marsigliese non si discostano dai luoghi comuni della letteratura anticlericale. La strofe iniziale, infatti, si apre con l’immagine abusatissima dei chierici che predicano bene e razzolano male. – Secondo Contini, «Sept poésies», p. 22, il pus privat Proensal è Barral de Baux: Selon (Seillons), infatti, era un feudo della famiglia de Baux, i cui rapporti con Bertran Carbonel sono ampiamente attestati nella sua produzione poetica. Informa ancora il primo editore: «comme le rappelle une lettre très intéressante du pape Clément IV en juin 1265, Barral s’était engagé à participer à une croisade lorsqu’il avait prêté le serment d’hommage au comte de Toulouse et de Poitiers».