Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
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Guillem de Berguedan
Lai on hom mellur’e reve
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Guillem de Berguedan
Lai on hom mellur’e reve
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Testo

Edizione: Martín de Riquer 1996; note: Sara Centili. – Rialto 30.vii.2003.

Mss.

C 210v, Mh2 65, e 146. 

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Martín de Riquer, Guillem de Berguedà, 2 voll., Abadía de Poblet 1971, vol. II, p. 237; Les poesies del trobador Guillem de Berguedà, text, traducció, introducció i notes per Martí de Riquer, Barcelona 1996, p. 351 (apporta alcune modifiche all’edizione del 1971 ed integra negli apparati le varianti di Mh2).

Altre edizioni: Adelbert Keller, Lieder Guillems von Berguedan, Mitau-Leipzig 1849 (testo di C), p. 38; Manuel Milá y Fontanals, De los trovadores en España, Barcelona 1861, p. 267 (con omissioni).

Nota filologica

Il testo, piuttosto chiaro e corretto fino al v. 49, diventa difficoltoso negli ultimi versi, anche a causa di una lacuna comune all’intera tradizione. Dei tre testimoni soltanto il manoscritto e segnala la lacuna con una serie di puntini che seguono la parola mantinc, ma la mancanza di analoghe indicazioni in Mh2 fa sospettare che si tratti di un’innovazione di monsignor Plà; in ogni caso il passaggio davvero problematico è nei vv. 54-55, che sono inaccettabili nella forma dell’edizione Riquer qui riportata. Non soltanto la frase non ha molto senso (‘ara amo molt millor que quan em recloc entre els millors’), nemmeno con la spiegazione offertane da Ricketts e riproposta da Riquer «l’amour du poète est pour lui plus souhaitable encore que la société des meilleus dont il se retranche» (Peter T. Ricketts, «Le troubadour Guillem de Bergueda [à propos de l’édition récente de Martin de Riquer]», in Mélanges offerts à Charles Rostaing, 2 voll., Liège 1974, vol. II, pp. 883-894), ma è anche sgrammaticata (meiller dovrebbe essere soggetto) e dà luogo ad un verso ipometro al v. 55. I manoscritti Mh2e leggono qui entre·ls melhors relieu (ipometro di una o due sillabe secondo lo statuto delle tre vocali finali), mentre C legge entre·ls melhors m’en regaliu, con rima leggermente irregolare; il problema sembra risiedere proprio nella parola finale, la cui interpretazione è dubbia. Riquer nell’edizione del 1971 accettava la proposta di Schultz-Gora di emendare la lezione di C in recalieu dal verbo recalivar ‘réchauffer, retomber malade, récidiver’ (Oskar Schultz-Gora, Provenzalische Studien, vol. I, Strasbourg 1919, p. 6), per poi abbracciare nell’edizione del 1996 quella di Ricketts, che vedeva qui una forma (invero piuttosto inattesa) del verbo recluire.

Metrica e musica

Metrica: a8 b7’ b7’ a8 c8 c8 c8 d8 d8 e8 e8 (Frank 569:2); cinque coblas unissonans.

Informazioni generali

Canzone scritta, a quanto si afferma nella prima strofa, alla vigilia della partenza del poeta per la Castiglia; poiché si menziona un viaggio attraverso l’Aragona, Riquer considera che la poesia sia stata scritta in Catalogna (Riquer, Guillem, I, pp. 117-118). Secondo Bartsch invece, che intendeva Arago nel senso ampio di regno d’Aragona (comprendente dunque la Catalogna), la poesia era stata scritta al di là dei Pirenei, in Francia (Karl Bartsch, «Guillem von Berguedan», Jahrbuch für romanische und englische Literatur, 6, 1865, pp. 231-278, a p. 251); la datazione proposta da Riquer è il 1190. 

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