I.
II.
III.
IV.
Edizione: William P. Shepard and Frank M. Chambers 1950; note: Antonella Negri. – Rialto 26.ix.2014.
H 50.
Edizioni critiche: Emil Levy, Guillem Figueira, ein provenzalischer Troubadour, Berlin 1880, p. 57; William P. Shepard and Frank M. Chambers, The Poems of Aimeric de Peguilhan, Evanston (Illinois) 1950, p. 182.
Altre edizioni: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. II, p. 72; Antonella Negri, Aimeric de Peguillan. Poesie, Roma 2012, p. 52 (testo Shepard-Chambers).
Metrica: a11 a11 a11 b6 b6 b13 (Frank 67: 1). Tenzone breve (BEdT 2012). Due coblas unissonans di cinque versi con doppia tornada di due versi.
Nella tenzone si vedono Guillem Figueira e Aimeric discutere su una questione relativa al gioco d’azzardo; i protagonisti sono Bertram d’Aurel e un ignoto Guillem del Dui Fraire. Come accade in queste performances di tipo teatrale, ogni tenzonante esprime il parere opposto a quello dell’interlocutore, a partire dal contenuto espresso da chi lancia la sfida, e spesso anche a prescindere dalle reali convinzioni dello sfidante. Qui Aimeric condivide la reazione di Bertram che ha rimproverato Guillem, definito appunto, “maestro di Sordello”, per la sua scorretta conduzione del gioco. Quest’ultimo aveva infatti barato cercando di alzare troppo la posta in gioco. L’allusione a Sordello è relativa alle note “imprese” giovanili, e non, del mantovano, che hanno meritato la definizione appunto di “scapigliate”. Di conseguenza l’appellativo di “maistre” dato a Guillem è relativo ad una sfera non letteraria, ma mondana. – Il periodo di riferimento risale circa al 1225.