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VIII.
Edizione: Maria Pia Betti 1998; note: Maria Pia Betti. – Rialto 10.iv.2002.
R 76v.
Edizione critica: Maria Pia Betti, «Le tenzoni del trovatore Guiraut Riquier», Studi mediolatini e volgari, 44, 1998, pp. 7-193, a p. 146.
Altra edizione: S. L. H. Pfaff, «Guiraut Riquier», in Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours in provenzalisches Sprache, 4 voll., Berlin 1853-73, vol. IV (1853), p. 241.
Metrica: a10’ b10 b10 a10’ c10 c10 a10’ a10’ (Frank 549:2). Partimen composto da sei coblas doblas di otto versi e da due tornadas di quattro.
Il tema del partimen è proposto da Guiraut: la scelta tra lo laus e·l pres de cavallaria e l’obra era già stata presentata da Raimon Berengario V di Provenza a Rodrigo nel contrafactum (Stefano Asperti, Carlo I d’Angiò e i trovatori, Ravenna 1995, p. 50 e nota e p. 115) Ar chauçes de cavalaria (BdT 393.1), mentre l’attacco più o meno sottile all’avversario per la sua povertà ha dei precedenti in vari testi, tra cui la tenzone bilingue di Raimbaut de Vaqueiras, Domna, tant vos ai preiada (BdT 392.7) e la tenzone tra Bertran de Gordo e Peire Raimon de Tolosa, Totz tos afars es niens (BdT 84.1, ante 1209 o 1211), caratterizzata dalle ingiurie sulla reciproca indigenza. Nella tenzone tra il giullare Bonafe e Blacatz, all’opposto (Seign’en Blacatz, pos per tot vos faill barata, BdT 98.1), è l’immensa ricchezza di Blacatz ad essere posta sotto accusa. – La disputa si svolge, forse durante una riunione letteraria, alla corte di Enrico II di Rodez, chiamato in causa come giudice insieme a Eleonora d’Apchier, moglie di Marques de Canilhac e probabilmente nipote del trovatore Garin d’Apchier. La citazione della nobildonna «laisse entendre que les dames assistaient à ces jugements et y prenaient sans doute part» (Joseph Anglade, Le troubadour Guiraut Riquier. Étude sur la décadence de l’ancienne poésie provençale, Paris 1905, p. 182). Perugi (Trovatori a Valchiusa. Un frammento della cultura provenzale del Petrarca, Padova 1985 [Studi sul Petrarca, 18], pp. 213-215) mette in stretta relazione la composizione di questo partimen con Razo e dreyt ay si·m chant e·m demori (BdT 233.4; per il testo, traduzione e note di commento, cfr. pp. 15-38), canzone trasmessa sotto il nome di Guilhem de Saint Gregori e attribuita da Appel ad Arnaut Daniel, ma che Perugi assegna allo stesso Guilhem de Mur: egli rileva gli elementi (in particolare la rima -ari e l’impiego dei nomi propri, precisa «sigla stilistica» del trovatore di Mur-de-Barrès) con cui Guiraut alluderebbe, provocatoriamente, alla «canzone incriminata». – La composizione del partimen risale, probabilmente, agli anni 1280-1281, cioè al secondo periodo che Guiraut ha trascorso alla corte di Rodez: il tono tra risentito e rassegnato della cobla III, infatti, pur nella sua convenzionalità, porta a collocare il componimento in un’epoca posteriore al tentativo più ambizioso di Riquier di assicurarsi una rendita, quello con il re Alfonso X di Castiglia, e comunque lontana dalla datazione della tenzone Guilhem de Mur, que cuia far (BdT 248.37, c. 1265, cui si rimanda per le notizie storiche sulla figura di Guilhem), dove la situazione economica dei due trovatori sembra paritaria e non si accenna ancora alla relativa ricchezza del concorrente di Guiraut.