I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
Edizione: Francesco Branciforti 1954; note: Sara Centili. – Rialto 15.iv.2003
U 133v.
Edizioni critiche: Giulio Bertoni, I trovatori d’Italia, Modena 1915, p. 372; Francesco Branciforti, Il canzoniere di Lanfranco Cigala, Firenze 1954, (Biblioteca dell’Archivum romanicum: s. I vol. 37), p. 226.
Metrica: a7 b7 b7 a7 a3 c7’ c7’ d3 d7 e7 e7 (Frank 592:5), quattro degli undici rimanti di ogni strofa sono mots-refrains: chan (verbo) nel primo verso, chan (sostantivo) nel quarto, solaz nell’ottavo e plaz nel nono; cinque coblas unissonans con una tornada di quattro versi. Lo schema metrico è unico, mentre quello rimico è comune ad altri quattro componimenti (Frank 592:1-4) tra cui la canzone di Elias Cairel BdT 133.12 (con schema metrico 8 8 8 4 8 8 4 8 4 8 8), che presenta ugualmente platz come mot-refrain al sesto verso.
Canzone (definita chantar al v. 58) originata non dall’amore ma dalla gioia, che va ricercata per il bene proprio e altrui in ogni frangente. Il componimento sembrerebbe connesso al chan-plor BdT 282.7, poiché parla nella seconda strofa della morte della donna amata (che dovrebbe quindi essere la stessa Na Berlenda).