I.
II.
III.
IV.
V.
15. La costruzione valer + infinito sta per il verbo semplice: il v. va dunque inteso «perché una gran guerra, quando si diffonde...».
Edizione: Sergio Vatteroni 2004; note: Elisa Guadagnini. – Rialto 8.vii.2005.
C 281r; F 58v (vv. 9-24 e 33-40, con attribuzione a Bernautz darnaut de mon cuc). La cobla III, attribuita ad us juglàs de Tholosa, / qui fon bon trobador, viene citata nel Procés de la Senyora de Valor contra En Bertran Tudela (1406) del catalano Francesc de la Via.
Edizioni critiche: René Lavaud, Poésies complètes du troubadour Peire Cardenal (1180-1278), Toulouse 1957, p. 585 (pièce rejetée); Sergio Vatteroni, «Le poesie di Peire Cardenal V», Studi mediolatini e volgari 42, 1996, pp. 169-251, p. 193.
Altre edizioni: Françoise-Just-Marie Raynouard, Choix des poésies originales des troubadours, 5 voll., Paris 1816-1820, vol. IV, p. 254; Carl A. F. Mahn, Die Werke der Troubadours, in provenzalischer Sprache, mit einer Grammatik und einem Woerterbuche, 4 voll., Berlin 1846-1886, vol. III, p. 76.
L’editore dà il testo secondo C, mentre Lavaud presentava un testo composito.
Metrica: a10 b10 b10 a10 c10’ c10’ d10 d10 (Frank 577:109); cinque coblas unissonans di otto versi di dieci sillabe. Il sirventese ha lo stesso schema metrico e rime della canzone di Aimeric de Peguilhan Cel qui s’irais ni guerreia ab amor (BdT 10.15), della canzone di Sordello Del cavaler me plai, qe per amor (manca a BdT), del componimento attribuito con riserve a Perdigon (BdT 370.1) , e di un testo anonimo che ne costituisce una parodia (BdT 461.231). Si noti che in tutti questi componimenti, fatta eccezione per il sirventese attribuito da C a Cardenal, il primo verso di ogni cobla termina con la parola-rima Amor (in BdT 370.1 Amors, essendo la rima a in -ors). Il modello metrico si deve riconoscere nella canzone di Aimeric de Peguilhan, composta senza dubbio dopo il 1220, anno dell’incoronazione imperiale di Federico II, al quale è dedicata.
La questione attributiva è approfonditamente discussa dall’editore, che conclude: «non esistono argomenti che orientino decisamente verso l’una o l’altra attribuzione. [...] ritengo che una soluzione del problema, allo stato delle nostre conoscenze, possa venire soltanto dalla considerazione della plausibilità delle due testimonianze manoscritte: da un lato C, latore di un vasto corpus di liriche di Cardenal, dall’altro il florilegio F, verosimilmente estraneo alla tradizione di questo trovatore. Nell’un caso e nell’altro, però, non sono stati ancora sufficientemente chiariti né i problemi relativi alle fonti delle raccolte né quelli relativi al sistema delle attribuzioni. Si può indicare solo come più probabile l’attribuzione di C, ma la questione rimane sostanzialmente aperta». – Il sirventese deve essere posteriore al 1220, come la canzone di Aimeric de Peguilhan, da cui mutua lo schema metrico, e anteriore al 1249, anno della morte di Raimondo VII di Tolosa: il comte de Tolza mo senhor nominato al v. 33, in effetti, può essere identificato sia con Raimondo VI, conte dal 1195 al 1222 (nel qual caso il sirventese andrà datato agli anni 1220-1222), sia con Raimondo VII, conte dal 1222 al 1249.