I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
3-4. I vv. vengono tradotti dall’editore «[Non ho mai visto bretone o bavaro, greco, scozzese o gallese] che fosse tanto difficile da comprendere come è l’uomo laidamente bugiardo»: il verbo faire, impersonale, regge l’infinito e l’avverbio mal (‘difficilmente’), mentre il sintagma home lag mensongier, al caso obliquo, ne costituisce il complemento oggetto.
12. Per l’espressione proverbiale si veda Eugen Cnyrim, Sprichwörter, sprichwörtliche Redensarten und Sentenzen bei den provenzalischen Lyrikern, Marburg 1888, n. 160, e si confronti Peire Cardenal BdT 335.2, vv. 59-60.
16. L’opposizione drechuriers / torturiers è in Guiraut Riquier BdT 248.30, vers XVIII (vv. 4-6: «...dechazutz / de drechura, qu’us non es drechuriers, / ans es ab tort qui pot, pus torturiers»).
25. Il v. presenta diffrazione in presenza della lezione ricevibile: l’editore accoglie a testo, come Lavaud, la lezione difficilior di IK iarzier (tradotto ‘pancia’), cui si possono ricondurre J tarzier e Db iausier. Ad IK reagiscono T con panier e A con borsier, molto simili nel significato; C reca uazier, da intendere vazier ‘buffet de cuisine’ (come glossa PD), mentre M ha gavier, che vale ‘gozzo’. Come chiarito da Lavaud, la lezione iarzier corrisponde alle forme moderne jargié, perigordino jarzié (registrate da FEW, IV:136), e come quelle risale al lat. gigerium ‘hühnergekröse’ (‘trippa di pollo’).
26. L’editore mette a testo la lezione los del solo T (da riferire al sostantivo sagramen che chiude la cobla precedente, v. 24), contro IKJCRA las. Lavaud metteva a testo questa seconda lezione, riferendola alle menzogne: «Je sais tel qui en a (de mensonges) son plein gésier et les rejette trois par trois» (p. 263). Pur essendo accettabile, questa interpretazione si scontra col fatto che nella porzione di testo che precede non compare mai il sostantivo femminile mensonias, cui dovrebbe riferirsi las del v. 26: si avrebbe dunque una costruzione in cui il pronome atono las ha come proprio antecedente un sostantivo di genere diverso, oppure una perifrasi. D’altra parte, la lezione las non può essere considerata errore congiuntivo di CRAIKJ, perché le lezioni di Db e M, rispettivamente en geta fals ditz tres e tres e e geta len for tres e tres, si spiegano come reazioni a las: come conclude l’editore, questa lezione «pertanto si deve supporre lezione o dell’originale (difficilior) o dell’archetipo».
29. L’accezione ‘ripostiglio, recipiente, vaso’ di menestier non è registrata dai lessici del provenzale, ma è attestata in numerosi esempi mediolatini riportati dall’editore.
36. fumier vale ‘letame, letamaio’, come in francese antico: il trovatore vuole indicare la bocca del bugiardo, ed è un topos del vituperio designare la bocca come un letamaio o simili.
45. Per l’espressione lam entier (“fulmine senza difetti”) si veda la nota dell’editore.
Edizione: Sergio Vatteroni 2004; note: Elisa Guadagnini. – Rialto 8.vii.2005.
A 216v; C 275v; Db 232r; I 164v; K 149v; J 1r; M 214v (oltre alle sei coblas degli altri testimoni, ordinate diversamente, presenta in terza posizione una cobla aggiuntiva, tràdita anche da Y); R 67r; T 99v (dopo la cobla VI presenta due tornadas, èdite tra parentesi); f 14v (vv. 1-16); Y 1r (vv. 1-16 e una cobla che condivide con il solo M); d 320v; a (v. 12).
Edizioni critiche: Adolf Kolsen, Trobadorgedichte, Halle 1925, p. 46 (sui mss. ACJMT); René Lavaud, Poésies complètes du troubadour Peire Cardenal (1180-1278), Toulouse 1957, p. 260; Sergio Vatteroni, «Le poesie di Peire Cardenal IV», Studi mediolatini e volgari 41, 1995, pp. 165-212, p. 180.
L’editore, dopo un’accurata analisi della varia lectio, individua tre raggruppamenti: IK J, A CR, MY Db Tf (questi ultimi testimoni sono accomunati in verità soltanto da una serie di varianti). Il testo viene ricostruito secondo l’accordo tra IKJ e CRA. La cobla tràdita da MJ è considerata dall’editore un’interpolazione: secondo la sua convincente interpretazione, essa è un rimaneggiamento della cobla III composto per rimediare ad una probabile difficoltà di lettura del testo.
Metrica: a8 b8 b8 a8 a8 c8 c8 a8 (Frank 496:3); cinque coblas unissonans di otto versi di otto sillabe, più una tornada di quattro versi. Il sirventese ha lo stesso schema metrico di Peire Cardenal (BdT 335.54) e di Garin d’Apchier (BdT 162.3), di cui condivide anche le rime.
Il componimento non presenta elementi datanti.