Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
345.
I
Peire Guillem de Toloza

(Peire Guillem de Luzerna?)

Lai on cobra sos dregs estatz *
345.
I
Peire Guillem de Toloza

(Peire Guillem de Luzerna?)

Lai on cobra sos dregs estatz *
345.
I

(Peire Guillem de Luzerna?)

Testo

Edizione e note: Luca Morlino. – Rialto 10.xii.2005.

Mss.

R 147v.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizione critica: Maria Grazia Capusso, «La novella allegorica di Peire Guilhem», Studi Mediolatini e Volgari, 43, 1997, pp. 35-130, p. 79.

Altre edizioni: LR, vol. I, p. 405 (incompleta); Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours, in provenzalischer Sprache mit einer Grammatik und einem Wörterbuch, 4 voll., Berlin 1846-1886, vol. I, p. 24 (incompleta); Karl Bartsch, Chrestomathie provençale accompagnée d’une grammaire et d’un glossaire, Elberfeld 1868, p. 259 (fino al v. 219); Chrestomathie provençale (Xe-XVe siècles), par Karl Bartsch, sixième édition entièrement refondue par Eduard Koschwitz, Marburg 1904, p. 291 (fino al v. 219); Nouvelles courtoises occitanes et françaises, editées, traduites et présentées par Suzanne Mèjean-Thiolier e Marie-Françoise Notz-Grob, Paris 1997, p. 354.

Metrica e musica

Metrica: Distici di ottosillabi a rima baciata. Se si eccettua una presenza minoritaria di tetrasillabi nei primi venticinque versi, che comunque dopo l’iniziale comparsa extravagante del v. 11 sembra assumere una innegabile, ancorché effimera, regolarità (alternanza di tetrasillabi e ottosillabi, ai vv. 19-25), la misura versale impiegata è ottosillabica. I saltuari casi di anisosillabismo trasmessi dal ms. sono stati infatti regolarizzati in maniera generalizzata, poiché l’escursione è quasi sempre di una sola sillaba: diverso, e non convincente, l’eterogeneo operato di Capusso (La novella, p. 78), che interpreta come «possibili opzioni d’autore» solo quei casi che non riesce a regolarizzare. L’impiego di tetrasillabi, anomalo in quanto confinato alla sola zona iniziale del testo, rappresenta uno degli aspetti che hanno giustamente fatto parlare di contatti franco-iberici per questo testo, dal momento che l’alternanza con l’ottosillabo riecheggia la codolada, forma metrica di grande fortuna in ambito catalano (cfr.: Maria Grazia Capusso, «Contacts franco-iberiques dans la “nouvelle” allégorique de Peire Guilhem», Revue des Langues Romanes, 100, 1996, pp. 226-227; Capusso, La novella, p. 42, n. 16).

Informazioni generali

Poemetto allegorico. Anche se adespoto, il componimento fornisce un’indicazione attributiva con le citazioni interne del protagonista-narratore (Peire .W.), il cui riconoscimento è sempre stato incerto (Peire Guillem de Toloza o un terzo omonimo, distinto cioè da Peire Guillem de Luzerna): l’identificazione di un solo trovatore di nome Peire Guillem e la conseguente contestualizzazione geografica e storica della sua attività poetica consentono, in via suppositiva, di rovesciare la conclusione di Capusso (La novella, p. 68): «nulla dimostra che la ‘novella’ allegorica di Peire Guilhem e le liriche trasmesse sotto analogo nome», ora riunite in un corpus coerente, non «debbano ascriversi al medesimo autore, anzi si è tentati di supporre il contrario». È impossibile stabilire con precisione l’arco cronologico della composizione del poemetto, oscillante tra due datazioni, una alta (1194-1214) e una bassa (1252-1253), che risultano dall’incrocio delle proposte d’identificazione dei personaggi citati: il re Alfonso di Castiglia dei vv. 349-361 può essere tanto Alfonso VIII quanto Alfonso X; per il reis navar, cantore cortese dei vv. 328-338, si è pensato a Sancho VII e al più probabile Thibaut de Champagne, mentre il riconoscimento preciso di Peire de Moncada e di Dorde Barasc (vv. 413-414), entrambi riscontrabili in fonti storiche, è impedito dall’alto tasso di omonimia delle famiglie nobiliari dell’epoca. L’incertezza riguardo alla datazione del testo non ha comunque alcun riflesso sulla questione attributiva: entrambe le proposte possono infatti adattarsi alla biografia di Peire Guillem, secondo la quale egli fece parte di un ordine militare spagnolo. – La tradizionale definizione di ‘novella’ non è condivisibile perché la parte propriamente narrativa è assai ridotta ed è quasi sempre funzionale a introdurre in maniera demarcativa le due  principali (descrittiva e dialogico-allegorica), o, al massimo, circostanziale, ma comunque mai autonomamente rilevante: con tale osservazione non si pretende naturalmente di aprire una disputa terminologica, che, data l’assenza di rubrica e di definizioni dell’autore, non potrebbe nemmeno essere risolta, ma soltanto evidenziare in modo netto la convenzionalità di qualunque indicazione di genere applicata a questo testo. Il rilievo non è affatto superfluo, poiché a fronte di un’analisi attenta e in larga parte condivisibile, in sede attributiva Capusso appare, invece, non esente da un certo schematismo riconducibile proprio a distinzioni di genere. Si sottolinea invece la non estraneità del componimento, purtroppo mutilo, alle coordinate culturali del patrimonio occitanico e trobadorico: sia nei termini più generici di forma dialogica, contenuto amoroso e impianto didattico, sia, soprattutto, nella ripresa, all’interno di un più articolato intreccio di tali modalità, di elementi caratterizzanti una ben precisa tradizione, inaugurata proprio in ambito lirico da Guiraut de Calanson (BdT 243.2), e rinvigorita più tardi da un altro trovatore, Guiraut Riquier (BdT 248.VI).

[]
chevron-down-circle