I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
I. Non canto per prati verdi né per amore né per bosco frondoso, né per maggio né per primavera né per limpidi ruscelli che ho veduto, né per canti né strida di uccelli né per il giardino che è fiorito: ma comincio la mia canzone per le buone dame del mondo, che amo.
II. E non sono così avvilito, anche se mi manca amore, da non amare canto e piacere e da non gradire il joi. Guardate, se avessi motivo di far feste e spesa, quanto grande capacità ne avrei; ma non assaporo l’amore e non ne ho goduto.
III. Sempre me ne sto turbato e sono in grande attesa, e mai il mio cuore sarà rallegrato perché questa è la situazione: sarei un amico senza cuore ingannevole e un perfetto amante, ma poiché non sono conosciuto [dalla dama], ciò che faccio mi è indifferente e non mi giova.
IV. Nessuna cosa può darmi sollievo, se non colei che ha maggior bellezza d’occhi, di corpo e di maniere, e per questo sono in pena: ben sembra che abbia perduto il mondo, poiché non ho avuto l’amore di cui sono tutto il tempo bramoso; ma da quel male sono stato guarito, e ne ho giovamento.
V. Guardate! – Che cosa? – Che la mia alta condizione non mi aiuta. – A che? – A essere [accettato come] amante. – Fai così. – E come? – Guarda la più graziosa. – Così ho fatto. – Lo ha saputo? – No. – Perché? – Perché non sono tanto ardito, non io. – Dici male. – Non posso [far] altro. – Ora rispondimi: sei generoso? – Sì. – E malvagio? – No, e neppure villano.
VI. Se è così, non sei sconfitto. – Io no, finché abbia vita. – Sopporta la freccia e lo scudo. – Io sì, che tanto mi piace. – Manda a chiederle che ti faccia un dono. – Io sì, sicuramente. – Che ti doni un sorriso per amore. – Se facesse questo, non mi darebbe un dono migliore.
Edizione e traduzione: Luciana Borghi Cedrini 2008; note: Luciana Borghi Cedrini. – Rialto 11.vii.2011.
a (p. 245).
Edizione critica: Luciana Borghi Cedrini, Il trovatore Peire Milo, Modena 2008, p. 447.
Altra edizione: Carl Appel, «Poésies provençales inédites tirées des manuscrits d’Italie (suite)», Revue des langues romanes, 39, 1896, pp. 177-216, a p. 185 (alle pp. 189-190 Appel dichiarava d’aver rinunciato a dare un testo critico, «assez difficile à faire» a causa dell’assetto linguistico del componimento, e di aver arrecato solo piccole correzioni al manoscritto).
Metrica: a7 b7 a7 b7 c7 c7 d7 d7 e3 (Frank 389.3). Sei coblas singulars di nove versi con rara «permutation circulaire» a partire dalla seconda rima e ancor più raro «vers orphelin» (bordo biocat) alla fine di ogni cobla (cfr. Dominique Billy, «Amour et contrafacture dans la poésie des troubadours», in Lessico, parole-chiave, strutture letterarie del Medioevo romanzo, a cura di Simonetta Bianchini, Roma 2005, pp. 11-32, alle pp. 25-26).
Canzone. – Oltre alle peculiarità metriche sono da rilevare un esordio stagionale ‘negativo’ che ricorda da presso quello di Raimbaut Aurenga, Non chant per auzel ni per flor, BdT 389.32 (cfr. Jörn Gruber, Laura und das trobar car. Studien zur stilistichen Funktion des Enjambements in der provenzalischen und italienischen Lyrik von den Anfängen bis Francesco Petrarca, Hamburg 1976, pp. 82-87) ma ha tratti fortemente originali, e due coblas tensonadas (V e VI) di cui la seconda include metafore belliche.