Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
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Peire Vidal
Be m’agrada la covinens sazos
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Peire Vidal
Be m’agrada la covinens sazos
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Trad. it.

I. Mi piace molto la bella stagione, e mi piace il tempo gradevole dell’estate e mi piacciono gli uccelli, quando cantano dolcemente, e mi piacciono i fiorellini nei boschi e mi piace tutto ciò che piace ai giusti, ma mi piace mille volte tanto la dolce gioia: cosicché per mio piacere godrò tra poco là, dove volentieri ripongo il mio cuore e la mia mente.

II. Amore mi rende gioioso e contento, Amore mi tiene nel suo dolce ardore, Amore mi rende valoroso e coraggioso, per Amore sono pensieroso e crucciato; per Amore sono così fortemente innamorato, che le mie volontà vengono tutte da amore, per Amore amo Cortesia e Giovinezza, perché le mie azioni e ciò che appare di me vengono da Amore.

III. Mi piace, bella signora, pensare a voi, e mi piace essere in vostro potere, mi piace udirne il buon pregio rinomato, e mi piace vedere il vostro bel viso. Mi piace guardare la vostra pura bellezza, e mi piace essere innamorato di voi, mi piace avere in voi i miei pensieri, e mi piace amare unicamente voi sola.

IV. Dio vi salvi, signora, perché siete bella e valente, ma non salvi mai coloro che sono litigiosi, e Dio salvi me, perché mi prostro davanti a voi, ma non salvi mai né maldicenti né gelosi. Dio salvi i prodi e i giusti e gli uomini di pregio, ma non salvi mai gli odiosi malvagi; Dio salvi il perfetto amante, che ama d’amore puro, ma non salvi mai chi vuol essere odioso.

V. Signora, a tal punto sono desideroso di vedervi, signora, che ad altro non è rivolto il mio pensiero, signora, perché voi potete rendermi infelice, signora, oppure, se volete, più ricco del re Alfonso. Valente signora, così fortemente mi dominate, signora, che la mia volontà non è rivolta ad altro; signora, se volete, abbiatene considerazione, signora, fino ad averne pietà.

VI. Autentica, perfetta gioia, piacevole e piena d’amore, con voi è la gioia per la quale ogni bene rinasce, e non c’è gioia al mondo così apprezzabile, perché la gioia che viene da voi rende il mondo completamente gioioso. Con voi nasce la gioia e cresce da ogni parte, e perciò ne ho gioia io e con me il mio bel Chastiatz, e mi dà grande gioia colui che mi ricorda spesso la vostra gioia e il vostro bel contegno.

Testo

Edizione: d'Arco Silvio Avalle 1960; traduzione e note: Antonella Martorano. – Rialto 20.xi.2003.

Mss.

A 100v, C 35r, Da 162v, H 5r, I 40v, J 14r (cobla n. 57), K 28v, M 65r, N 97v, O 65r, Q 76r, R 16r, U 100r, c 59v, e 103.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Karl Bartsch, Peire Vidal’s Lieder, Berlin 1857, p. 72 (XXXVIII) (secondo CIKMNR); Joseph Anglade, Les poésies de Peire Vidal, deuxième édition revue, Paris 1923 (Les classiques français du moyen âge, 11), p. 86 (XXVII) (con varianti di AHQOUc); Peire Vidal, Poesie. Edizione critica e commento a cura di d’Arco Silvio Avalle, Milano-Napoli 1960, 2 voll., vol. I, p. 15 (I) (testo secondo ADaIKN).

Altre edizioni: Joseph Anglade, Anthologie des troubadours, Paris 1927 (nuova edizione 1953), p. 121; André Berry, Florilège des troubadours, Paris 1930, p. 326; Georges Ribémont - Dessaignes, Les Troubadours. Textes choisis et traduits, Fribourg-Paris 1946, p. 191; Francesco Piccolo, Primavera e fiore della lirica provenzale, Firenze 1948, p. 222 (secondo Anglade; con traduzione).

Metrica e musica

Metrica: a10 b10 b10 a10 c10 c10 d10 d10 (Frank 577:38). Sei coblas unissonans di otto versi. Al v. 25 cesura italiana o enjambante; Avalle osserva che questo tipo di cesura Dieus vos sal, dona | quar etz bell’e pros ha dato fastidio agli amanuensi di C e di M che hanno espunto vos e aggiunta una sillaba nel secondo emistichio (Dieus sal domna, | quar etz bella e prosdécasyllabe lirico del tipo a minori»]) (Peire Vidal, Poesie, p. 23, nota 25).

Informazioni generali

Canzone in forma di replicatio prodotta con il ritorno della stessa parola o di parole che hanno la stessa radice nei versi di ciascuna cobla (cfr. Avalle, p. 17 e nota 1). Avalle inserisce il componimento tra quei prodotti della lirica occitana, nonché della letteratura agiografica ed epica francese e provenzale e della lirica italiana delle origini «che si ispirano al canone ideale dello stile geometrico». Tra gli esempi della lirica occitana si citano Raimon de Miraval Be m’agrada ·l bel temps d’estiu (BdT 406.13); Raimbaut d’Aurenga, Ab nou cor et ab nou talen (BdT 389.1), di cui il testo del Vidal costituirebbe l’imitazione, secondo l’editore Pattison (cfr. Walter T. Pattison, The Life and Works of the Troubadour Raimbaut d’Orange, Minneapolis 1952, p. 52); Peire Cardenal, Un sirventes qu’er megz mals e megz bos (BdT 335.21), ma probabilmente da attribuire a Guillem de Lemotjas (cfr. Poésies complètes du troubadour Peire Cardenal, publiées par René Lavaud, Toulouse 1976, pp. 592-594). A questi esempi si possono aggiungere Guillem Ademar, Comensamen comensarai (BdT 202.4); Lanfranc Cigala, Joios d’amor farai de joi semblan (BdT 282.12); e la cobla attribuita a Guillem de Montaignagol, A Lunel lutz una luna luzens (BdT 225.1) (cfr. Paul Meyer, Les derniers troubadours de la Provence, Paris 1871, § xxii intitolato appunto Coblas replicativas, pp. 121-122 [qui si nota anche che il tipo di replicatio descritta non è specificata nelle Leys d’amor]). – Si osservino le parole in rima ripetute in stanze diverse ai vv. 13-22 (enamoratz) e a i vv. 14-38 (voluntatz) (cfr. Avalle, Indice linguistico, vol. II, p. 462, s.v. Rima, mot tornat en rim, da cui risulta che la rima ripetuta è molto frequente nel canzoniere di Peire Vidal, nonostante il divieto della tarda trattatistica). Si noti che i mss. CHMOQRUc evitano la rima identica al v. 22 (endomenjatz, a testo nelle edizioni Bartsch e Anglade, più precisamente tot vostr’endomenjatz e non tan vostr’endomenjatz, che non è di nessun codice, come risulta invece dall’apparato di Avalle). – La donna di cui il poeta ha tessuto le lodi è Na Vierna (cfr. Avalle, p. 18 insieme a Sigmund Schopf, Beiträge zur Biographie und zur Chronologie der Lieder des Troubadours Peire Vidal, Breslau 1857, p. 13; Rita Lejeune, «Les personnages de Castiat et de Na Vierna dans Peire Vidal», in Annales du Midi, 55, 1943, pp. 337-368, alle pp. 340 e seguenti); il solo Bartsch, Peire Vidal’s Lieder, p. xx pensava invece, senza però indicarne le ragioni, a Na Loba, altra dama cantata dal Vidal. A proposito dell’identità di Na Vierna che non è, come si era creduto, un senhal, Avalle pensa a Vierna di Porcellet, cognata di Barral, signore di Marsiglia, in linea con l’ipotesi formulata da Stronski nel 1910 e non rifiutata da Hoepffner (cfr. Avalle, pp. 18-21; Stanislaw Stronski, Le troubadour Folquet de Marseille, Cracovie 1910, pp. 168-169; Ernest Hoepffner, Le troubadour Peire Vidal. Sa vie et son oeuvre, Paris 1961, pp. 21-22, nota 1). Questa identificazione è generalmente preferita dagli studiosi all’ipotesi di Rita Lejeune, secondo la quale Na Vierna sarebbe Vierna de Ganges, moglie del signore di Ganges (vicino Marsiglia), documentata nel 1189 in relazione con il Chastiatz del v. 46, in cui tutti riconoscono il conte di Tolosa Raimondo V (1148-1194) (cfr. Rita Lejeune, Les personnages, pp. 337-368, alle pp. 346-350). – Se si identifica bels Chastiatz con il conte di Tolosa Raimondo V, il componimento è anteriore al 1194, anno della sua morte. Il rei N’Amfos del verso 36 sembra essere Alfonso VIII di Castiglia (1158-1214) e la sua lunga vita non ci aiuta a circoscrivere la datazione (cfr. Avalle, p. 24, nota 36 e Carlos Alvar, La poesía trovadoresca en España y Portugal, Barcelona 1977, pp. 99-100 e p. 103)

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