Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
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Peire Vidal
Dieus en sia grazitz
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Peire Vidal
Dieus en sia grazitz
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Trad. it.
Note

I. Dio sia lodato perché il nobile re è guarito e sano e contento; e perciò mi riprendo canzoni allegre e con allegre musiche, da cui m’ero astenuto, smarrito e in pena; ma la sua guarigione ci ha tutti risollevati, e ha ridato gioventù al mio cuore e al mio desiderio.

II. Perché da una buona radice è uscito un buon albero e il frutto è prezioso e buono e dolce e gustoso, e io torno alle donne pieno d’amore e apprezzato, tanto che dispiace ai mariti, dai quali sono più temuto del fuoco e del ferro tagliente, perché prendo da dove voglio, e nessuno me le interdice.

III. Conviene proprio che io sia ardito, perché mi fa da guida una donna che è la più gentile che sia mai esistita; tanto che con le sue belle maniere i suoi occhi orgogliosamente belli hanno assalito molti cuori. E perciò il mio spirito è rimasto presso di lei: dunque mi sento riavuto da tutto lo smarrimento che ho sofferto per tanto tempo.

IV. Gioventù è mal governata e pregio lo considero tradito per colpa dei baroni: perché vediamo i servi orgogliosamente ricchi e le persone di corte impoverite. E donne ingannatrici in cui ogni bene va perduto agiscono contro noi amanti in modo troppo sconveniente peccando due volte.

V. Ahimè! Bella, ben fatta, di ogni virtù ricca, donna, mi rendo a voi così, umile e pieno di desiderio e avvinto e bramoso come uno che è ferito al cuore da amore che mi dice di arrendermi a voi vinto; dunque se non mi aiutate, avrete ucciso mercé e non sarà un bene per voi.

VI. Un grande regno è distrutto da un debole re finto quando lamenta le spese e piange i doni altrui e fugge la compagnia dei prodi; e un re, se vive nell’onta, vale meno che da morto. Io invece ho l’amore dei migliori e il credito della gente di corte perché non mento contro Amore.

VII. E perciò mi sono ben equipaggiato contro i fiacchi pigri: ho infatti con me Aragona e Castiglia e Léon, e il valente re Alfonso possiede i castelli fortificati in cui il pregio è ben servito e onorato e bene accolto; e perciò degli avviliti fiacchi avari, pieni di vento, ho poca considerazione.

VIII. Perché così come il leone è più ardito del capretto e l’orso più del bue cornuto e il lupo più del caprone barbuto, ho io più ardimento di tutte le persone vili.

IX. E le mie parole taglienti le offro generosamente a chi le interpreta contro di sé.

56. Il flac rei apostitz è il re di Francia Filippo Augusto (1180-1223), preso di mira anche in BdT 364.8, vv. 41-48 (Peire Vidal, Poesie, p. 131, nota 56). 

67-77. Peire Vidal loda i re di Spagna anche in BdT 364.28, cobla I e in Plus que·l paubres, quan jai el ric ostal, BdT 364.36, cobla VII (Peire Vidal, Poesie, p. 132, nota 70). 

51. Si segnala che al v. 51 della Traduzione si è tolta la virgola presente nel testo Avalle.

Testo

Edizione: d'Arco Silvio Avalle 1960; traduzione e note: Antonella Martorano. – Rialto 30.vii.2004.

Mss.

A102r, C 40v, D 25v, E 29, H 24v, I 40r, K 28r, M 55r, Q 75v, R 47r, c 76r, ca 24, e 63, alpha 32148 (frammento, vv. 23-24).

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Karl Bartsch, Peire Vidal’s Lieder, Berlin 1857, p. 10 (III) (secondo CEIKMRalpha); Joseph Anglade, Les poésies de Peire Vidal, deuxième édition revue, Paris 1923 (Les classiques français du moyen âge, 11), p. 126 (XL) (aggiunge varianti di AHQc); Peire Vidal, Poesie. Edizione critica e commento a cura di d’Arco Silvio Avalle, 2 voll., Milano-Napoli 1960, vol. I, p. 126 (XIV) (secondo l’«archetipo»).

Altre edizioni: François Just Marie Raynouard, LR, vol. I, p. 402; Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin 1846, vol. I, p. 236 (come Raynouard).

Metrica e musica

Metrica: a6 a6 b6 b6 b6 a6 a6 c6 c6 d6 d6 (Frank 148:2). Canzone-sirventese di 7 coblas unissonans di 11 versi e 2 tornate di 6 e 3 versi. Coincidenze di schema metrico e rime nella cobla del trovatore, altrimenti ignoto, Berenguier de Poivent, Aveglas trichairitz (BdT 49.1) conservata dal solo ms. H (cfr. Rimario trobadorico provenzale, a cura di Pietro G. Beltrami con la collaborazione di Sergio Vatteroni, 2 voll., Pisa 1988-1994, vol. I, p. 242). 

Informazioni generali

Canzone-sirventese composta in occasione della guarigione di Pietro II d’Aragona (il francs reis del v. 2), successo al padre Alfonso II nel 1196 e perciò posteriore a quella data e anteriore al 1213, anno della morte di Pietro II; l’identificazione è fatta in base alla posizione che il testo occupa nell’«esemplare del Vidal» (segue BdT 364.8) e in base all’immagine dei vv. 12-15 (secondo Avalle identica a quella con cui Pietro II viene salutato nella canzone-sirventese scritta in occasione della morte di Alfonso II, Ben viu a gran dolor [BdT 364.13], v. 74: «al gran de bon espic»); diversamente altri studiosi, che identificano il francs reis del v. 2 con il valens reis N’Amfos del v. 71, e dunque con Alfonso II d’Aragona o Alfonso VIII di Castiglia (cfr. Peire Vidal, Poesie, p. 128 e p. 129, nota 2 e Carlos Alvar, La poesia trovadoresca en España y Portugal, Barcelona 1977, p. 104; diversamente Bartsch, Peire Vidal’s Lieder, p. LII e Ernest Hoepffner, Le troubadour Peire Vidal. Sa vie et son oeuvre, Paris 1961, pp. 117-118). 

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