Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
Torcafol
· Garin d’Apchier
· Garin d’Apchier
Cominal vielh, flac, plaides
443.
2a
=
Torcafol
· Garin d’Apchier
· Garin d’Apchier
Cominal vielh, flac, plaides
443.
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Torcafol
· Garin d’Apchier
Testo

Edizione: Fortunata Latella 1994; note: Fortunata Latella. – Rialto 23.xi.2002.

Mss.

D (138v-139r); I (191v); K (177r); R (8v).

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Carl Appel, «Poésies provençales inédites tirées des manuscrits d’Italie», Revue des langues romanes, 34, 1890, pp. 5-35, a p. 20; Friedrich Witthoeft, Sirventes Joglaresc, Marburg 1891, p. 55; Fortunata Latella: I sirventesi di Garin d’Apchier e di Torcafol, edizione critica a cura di F. L., Modena 1994, p. 144.

Metrica e musica

a7 b7 a7 b7 c7’ c7’ b7 b7 (Frank 362:5). Cinque coblas unissonans di otto versi ciascuna. 

Informazioni generali

La contessa que ten Lombers e Burlas, citata nei vv. 14-15, è Adelaide, figlia del conte Raimondo V di Tolosa, indicata come signora di Lombers e Burlatz in quanto la seconda località faceva parte dell’asse patrimoniale della famiglia d’origine, mentre la prima era di proprietà del marito, il visconte di Béziers, Ruggero II. La citazione permette di proiettare con sufficiente fondatezza l’attività dei due tenzonanti in un periodo compreso tra il 1171, anno del matrimonio tra Adelaide e Ruggero, e il 1199-1200, epoca della morte della nobildonna. – I toponimi menzionati nella lirica ai vv. 17 e 18 sono investiti di un valore sia concreto che metaforico. Vivares indica la regione confinante col Gévaudan, ricadente in gran parte, nel  secolo XII e XIII, sotto il dominio di quei signori di Montlaur esplicitamente nominati in due occasioni (BdT 162.8 v. 27 e BdT 443.1 v. 18) nel ciclo tenzonatorio, ma rinvia pure, come suggerì Frank M. Chambers («The Lady from Plazensa», in French and Provençal Lexicography. Essays presented to Honor Alexander Herman Schutz, Ohio State University 1964, p. 206), a viure o a viu; Largentieira rimanda verosimilmente alla ricca città di Largentière nel Vivarais e nel contempo evoca l’argen, la disponibilità economica; Solas sembra alludere ad un mansus solacii posto a nord-est del pic Finiels nel Gévaudan, ma anche al solatz dell’universo cortese. Sul fenomeno del ricorso trobadorico all’interpretatio etimologica dei toponimi vd. ora Anatole Pierre Fuksas, Etimologia e geografia nella lirica dei trovatori, Roma 2002.

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