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Anonimo, E si eu aghes penduiz aut al ven (BdT 461.114)


 

Circostanze storiche

 

 

 

 La cobla è databile al 1283-1284, quando «Guido di Montfort fu mandato da Martino IV contro Forlì» (Torraca 1902, p. 341; BEdT; 1283 per Bertoni 1918-1919, p. 262; 1284 per De Bartholomaeis 1931, vol. II, p. 288, a torto criticato da Ruggieri 1953, p. 7 e Petrossi 2009, p. 304 che scambiano il terminus a quo del 1272 con la data di composizione del 1284).

La spedizione in Romagna di Guido di Montfort doveva combattere le resistenze ghibelline nella regione, dopo che, durante l’assedio di Forlì, il 1o maggio 1282 Guido da Montefeltro aveva sbaragliato le truppe francesi di Jean d’Eppes, che agivano agli ordini di Carlo d’Angiò e del papa (episodio citato da Dante Inf. XXVII 44). L’11 maggio 1283 Guido di Montfort fu mandato dall’Eppes in soccorso (l’autore della cobla parla di valedors, v. 2), ma non assunse la carica prima del 28 maggio, quando Forlì si arrese. Fuorviante è cercare in questo contesto un altro conte di Montfort (così invece De Bartholomaeis 1931, vol. II, p. 288). Le operazioni di Guido di Montfort si svolsero pertanto attorno agli ultimi ridotti ghibellini di Urbino e della zona di Montefeltro. Nel marzo del 1284 il Montfort era già in Toscana. La cobla si colloca quindi tra il maggio del 1283 e il marzo del 1284.

Il conte di Montfort, inglese d’origine, fu al servizio di Carlo d’Angiò dopo la conquista del Regno di Sicilia; è noto in particolare per l’omicidio di Enrico di Cornovaglia, cugino di Enrico III d’Inghilterra, nella chiesa di San Silvestro a Viterbo nel 1272, delitto che destò scandalo anche per il fatto d’essere rimasto impunito (cfr. Inferno XII 118-120).

L’autore del testo lo vorrebbe vedere impiccato insieme ai suoi sovrani, cioè i rappresentanti della dinastia angioina che erano nella linea di successione al trono (re Carlo I, suo figlio Carlo II e il nipote Carlo Martello, v. 4); vorrebbe inoltre veder sconfitti i francesi come vendetta delle vessazioni subite. L’autore è del resto un ghibellino, senza dubbio italiano, come mostra l’errore dell’uso di cons al caso regime (v. 2), nonché la designazione di nostra gen al v. 8, anche se non è in alcun modo possibile identificarlo con Paolo Lanfranchi di Pistoia, come ipotizza Blasi 1931, p. 39.

 

 

Bibliografia

  

Bertoni 1918-1919

Giulio Bertoni, «Una cobla provenzale di un poeta italiano contro Carlo d’Angiò», Romania, 45, 1918-1919, pp. 262-264.

 

Blasi 1931

Ferruccio Blasi, «Un serventese contro Carlo d’Angiò», Archivum Romanicum, 15, 1931, pp. 35-46.

 

De Bartholomaeis 1931

Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.

 

Petrossi 2009

Antonio Petrossi, Le “coblas esparsas” occitane anonime. Studio ed edizione dei testi, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Napoli Federico II, 2009.

 

Ruggieri 1953

Ruggero M. Ruggieri, «La poesia provenzale alla corte di Federico III di Sicilia», Bollettino del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1, 1953, pp. 204-232.

 

Torraca 1902

Francesco Torraca, Studi su la lirica italiana del Duecento, Bologna 1902.

Giorgio Barachini

28.ix.2018


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