Rialto

167.19

 

   

Gaucelm Faidit

 

 

 

 

   

I.

   

Del gran golfe de mar

   

e dels enoios portz

   

e del perillos far

4  

soi, merce Dieu, estortz;

   

don posc dir e comdar

   

qe mainta malananza

   

i hai suffert e maint turmen.

8  

E pos a Dieu platz q’eu torn m’en

   

en Limozi ab cor iauzen,

   

don parti ab pesanza,

   

lo tornar e l’onranza

12  

li grazisc, pos El m’o cossen.

   

 

   

II.

   

Ben dei Dieu merceiar,

   

pos vol qe sanz efortz

   

puesc’el pais tornar,

16  

un val mais uns paucs d’ortz

   

qe d’autra terr’estar

   

rics ab gran benananza.

   

Qar sol li bel acuillimen

20  

e·il onrat fag e·ll dig plazen

   

de nostra domna [e]·il prezen

   

d’amoros’acoindanza

   

e la douza semblanza

24  

val tot qan autra terra ren.

   

 

   

III.

   

Ar hai dreg de chantar,

   

pos vei ioi e deportz,

   

solatz e domneiar,

28  

qar zo es vostr’acortz.

   

E la[s] font[z] e·l riu clar

   

fan m’al cor alegranza,

   

prat e vergier, qar tot m’es gen,

32  

q’era non dopti mar ni ven

   

garbi, maïstre ni ponen,

   

ni manaus no·m balanza

   

ni no·m fai mais doptansa

36  

galea ni corsier corren.

   

 

   

IV.

   

Qi per Dieu gazaignar

   

pren d’aitals desconortz,

   

ni per s’arma salvar,

40  

ben es dregs, non ges tortz.

   

Mas cel qi per raubar

   

e per mal’acordanza

   

vai per mar, un hom tan mal pren,

44  

em pauc d’ora s’aven soven

   

qe, qan cuj’om pujar, deissen,

   

si c’ab desesperanza

   

il laissa tot e ’slanza

48  

l’arm’e·l cor e l’aur e l’argen.

 

 

2 enois los ms., enoios Chab., Cresc., enois dels App., Mou    5 don corretto su dom (Bert)    10 pesanza corretto su presenza (Bert)    12 li grazisc | grazisc ms    16 uns paucs doir ms.con segno d’abbreviazione su i di senso non chiaro, uns paucs ortz Chab., App., Cresc., Mou    20 e·il corretto su oil    21 domna il ms.    24 autra corretto su auria (Bert);  t’ra ms., con abbreviazione aggiunta da correttore (Bert)    27 domneiar corretto su domnerar (Bert)    29 E la font el ris clar ms., E la[s] font[z] e·l riu clar App., Cresc., proposta Chab., E las font e-l riu clar Mou    31 e■vergier ms., con e corretto su en (Bert)    32 dopti su prec. dopn, con n espunta dal correttore e sostituita in interlinea con ti    33 maistre con -ist- ritoccato (Bert) su lettere non leggibili;  ponen ritoccato (Bert), forse su jouen    35 fai da prec. sai con s espunta dal correttore e sostituita in interlinea con f    45 cujom corretto su cuion (Bert);  pujar corretto su puiar (Bert)    46 desesperanza da prec. desperanza con -es- aggiunto in interlinea dal correttore(Bert)    47 es lanza ms., e ’slanza App., Cresc., en lanza Mou. su proposta di Chab.    48 arme lo cor e laur e largen (+1) ms., l’arm’ e·l cors e l’aur e l’argen App., Cresc., l’arm’ e lo cor, (e) l’aur e l’argen Chab., l’arm’ e lo cors, l’aur e l’argen Mou.

[Bert = Giulio Bertoni, Il canzoniere provenzale di Bernart Amoros (sezione riccardiana), Fribourg (Suisse), 1911, p. 65]

 

 

Traduzione [GB]

I. Grazie a Dio sono scampato al grande golfo di mare e ai porti fastidiosi e al pericoloso faro; perciò posso dire e raccontare che vi ho sofferto molti disagi e molti tormenti. E poiché piace a Dio che con cuore gioioso io me ne torni in Limosino, da dove partii con afflizione, devo rendere grazie a Lui del ritorno e dell’onore, perché Egli me lo consente.
II. Davvero devo render grazie a Dio perché vuole che, in salute e in forze, io possa tornare nel paese dove vale di più un certo angolo di giardino che l’avere abbondanza di terra straniera con grande benessere. Perché le belle accoglienze e le azioni onorevoli e le conversazioni piacevoli della nostra signora e i doni dell’intimità amorosa e il dolce aspetto valgono da soli più che tutto ciò che un’altra terra offre.
III. Ora ho ragione di cantare, perché vedo gioia e divertimento, compagnia e corteggiamento, dato che questa è la vostra volontà. E le sorgenti e i ruscelli cristallini, prati e giardini mi suscitano allegria nel cuore, perché tutto mi è piacevole ora che non temo né il mare né il vento libeccio, maestrale o ponentino e la mia nave non mi sballotta, né mi incutono ancora timore una galea o un corsiero veloce.
IV. È davvero giusto, non è affatto sbagliato, se uno prende tali pene per meritare Dio e salvare la propria anima. Ma a colui che per depredare e con malvagie intenzioni va per mare – dove si prende tanto malessere –, in poco tempo accade spesso che, quando pensa di salire, scende, al punto che con disperazione egli lascia tutto e getta via l’anima e il cuore (cioè: la vita) e l’oro e l’argento.

 

 

 

Text: Giorgio Barachini, Rialto 29.i.2015.


Ms.: a1 (f. 166; Gaucelms faiditz).

Edizioni critiche: Camille Chabaneau, «Poésies inédites», Revue des langues romanes, 32, 1888, pp. 550-551 (=Chab.); Vincenzo Crescini, Manuale per l’avviamento agli studi provenzali, Milano 1926, pp. 220-221 (=Cresc.); Carl Appel, Provenzalische Chrestomathie, Leipzig, 1930(6), p. 112 (=App.); Jean Mouzat, Les poèmes de Gaucelm Faidit, Paris,1965, pp. 474-475 (=Mou.).

Altre edizioni: Joseph Anglade, Anthologie des Troubadours, Paris 1927, pp. 112-114; Jean Audiau, Nouvelle anthologie des troubadours, revue par René Lavaud, Paris 1928, pp. 127-129; André Berry, Florilège des troubadours, Paris 1930, pp. 244-247; Francesco Piccolo, Primavera e fiore della lirica provenzale, Città di Castello 1948, pp. 206-208; Gianluigi Toja, Trovatori di Provenza e d’Italia, Parma 1965, pp. 201-203; Alfredo Cavaliere, Cento liriche provenzali, Roma 1972, pp. 197-199; Pierre Bec, Nouvelle anthologie de la lyrique occitane du Moyen Age, Avignon 1972, pp. 236-239; Raymond T. Hill, Thomas G. Bergin, Anthology of the Provençal Troubadours (second edition), 2 voll. New Haven-London 1973, vol. I, pp. 128-129; Aurelio Roncaglia, Antologia delle letterature medievali d’oc e d’oïl, Milano 1973, pp. 364-367; Martin De Riquer, Los Trovadores: Historia literaria y textos, 3 voll., Barcelona 1975, vol. II, pp. 778-780.

Metrica: 6a 6b 6a 6b 6a 6’c 8d 8d 8d 6’c 6’c 8d (Frank 291:1). Schema unico.

Note: La canzone non contiene elementi di datazione. Questa, tuttavia, può essere ipotizzata sulla base degli altri testi di crociata di Gaucelm Faidit, in particolare Ara nos sia guitz (BdT 167.9), che pone la partenza del trovatore limosino come pellegrino nel 1202 (quarta crociata) con ritorno programmato per il maggio del 1203 (Walter Meliga, «Gaucelm Faidit et la (les) croisade(s)», in Gaucelm Faidit: amours, voyages et débats, Ventadour 2011, pp. 28-31; Kurt Lewent, Das altprovenzalische Kreuzlied, Erlangen 1905, p. 25 posticipa al biennio 1203-1204 con partenza da Marsiglia). Il canto di ritorno va dunque collocato alla metà del 1203 o poco oltre. Inaccettabile la datazione di Mouzat che riferisce la canzone al rientro dalla terza crociata, alla quale è del tutto inverosimile che Gaucelm abbia partecipato: si vedano Meliga, Gaucelm Faidit; Robert Lug, Gaucelm Faidit et Maria de Ventadorn, vivaient-ils encore en 1235?, in Gaucelm Faidit: amours, voyages et débats, Ventadour 2011, pp. 71-131; e inoltre le nostre datazioni di Mas la bella de cuj mi mezeis tenh (BdT 167.36) e dello scambio di coblas tra Elias d’Ussel e Gaucelm Faidit (BdT 136.3; 167.13; 136.2; 167.3a). – Il canto di ritorno dal viaggio in Terrasanta (vv. 37-39) si caratterizza anzitutto come ringraziamento a Dio per il buon esito del viaggio (str. I) e celebra in secondo luogo la protettrice ritrovata in patria (str. II; la patria, il Limozi, è al v. 9) e le gioie della vita cortese, contrapposte ad un lungo dipanarsi di insidie che si affrontano viaggiando per mare e che spesso costituiscono elementi topici della rappresentazione della navigazione, già a partire dall’età classica: le soste nei porti, lo stretto di Messina, il mal di mare, il pericolo o l’incostanza dei venti, il mare mosso, la pirateria, il terrore del naufragio. – 1. golfe: PD «gouffre», SW, IV, 145 «Schlund, Abgrund», ma qui probabilmente indica, secondo l’etimologia, l’insenatura, quindi la percezione della vastità del mare. – 2. Il ms. legge e dels enois los portz; se non si tratta d’un caso regime assoluto di nome comune con valore affettivo, valgano le correzioni già proposte: Chabaneau e Crescini adottavano l’emendamento a testo, Appel e Mouzat proponevano e dels enois dels portz. Le proposte si equivalgono e indicano la noia delle attese negli scali portuali e probabilmente il carattere non tranquillo, anzi molesto, degli stessi. – 3. La lezione far si può intendere come infinito sostantivato “fatto, azione” riferito alla navigazione, ma è preferibile assumerlo nel senso di “faro”, riferito per sineddoche probabilmente a Messina e al relativo stretto, adeguatamente designato come perillos (così Crescini, Manuale, p. 394, Riquer, Los trovadores, p. 778; invece Appel, Provenzalische Chrestomathie, p. 254 e p. 331, dà entrambe le possibilità). La rotta da e per l’Oriente attraverso lo stretto di Messina era obbligata per chi provenisse da o navigasse verso il Tirreno. – 11. onranza è riferito all’onore (o al beneficio) d’aver potuto completare cotanto viaggio. – 16-18. Preferisco mantenere uns paucs al v. 16 con il valore di locuzione di quantità, seguita dunque da de (“un po’ di, qualche”), anziché intenderlo come articolo e aggettivo (così tutti gli editori: uns paucs ortz “un piccolo orto”). La lezione doir del ms. supporta la mia proposta; la declinazione, non strettamente necessaria in locuzioni di tal genere, risponde a una tendenza grammaticalizzante del ms. Del resto l’opposizione con i versi seguenti non è basata sull’estensione, ma sulla quantità: estar rics d’autra terra: “avere abbondanza di terra altrove” è opposto a “un po’ di giardino” in Limosino, con ortz plurale secondo l’uso del latino horti e con probabile allusione alla dama, poi esplicitamente indicata ai vv. 19-23 e opposta di nuovo ad autra terra al v. 24. – 28. Possibile, ma meno convincente, la lettura qar zo es vostra cortz (così nel ms.) “perché tale è la vostra corte”. – 29. Nella lezione del ms. E la font el ris clar mal si comprende l’inserzione delle risa in una descrizione della natura (fonti prati giardini), che segue un’enumerazione codificata. Muto pertanto le risa nei rivi, ruscelli; dato poi che la font sarebbe l’unico singolare in tale enumerazione, lo passo al plurale, adottando dunque il testo di Appel e Crescini. – 32-33. Seguo Riquer (p. 779) nell’indicare un enjambement tra i due versi con ven da legare agli aggettivi seguenti. Garbi(n) (dall’arabo gharbī “occidentale, proprio del Maghrib”) “garbino”, è il vento di sud-ovest, altrimenti detto libeccio; maïstre è il maestrale, vento di nord-ovest; ponen è naturalmente il vento che spira dall’ovest. – 36. La galea era una delle tipologie navali più comuni nel Medioevo, per lo più a remi, ma anche a vela, usata per fini bellici e commerciali, di forma lunga e stretta con ampia governabilità. Il corsier, più che designare un corsaro, indica invece la tipologia della sua imbarcazione: corsier è la nave veloce, da guerra e da caccia, usata per la guerra di corsa, attività che sfuma per tutto il Medioevo nella pirateria (cfr. vv. 41-42), ma che con essa non coincide, essendo i corsari teoricamente autorizzati dal governo di bandiera. Appel (Provenzalische Chrestomathie, p. 231) traduceva «Art Kriegsschiff», Crescini (Manuale, p. 373), e Riquer (Los Trovadores, p. 779) «saettìa» che era un tipo specifico di galea veloce per lo più da guerra. Il concetto della rapidità è ribadito da corren in figura etimologica. – 41-45. Il periodo è lievemente anacolutico, come rilevava Appel che si chiedeva se al v. 41 non occorresse emendare cel in s’es. Il verbo s’avenir regge di solito la preposizione a, ma cel qi varrà qui come dativo o come il qi del v. 37 con cui forma un’evidente struttura simmetrica. – 48. cor vale “vita”, ma non ingiustificata è la correzione di Appel, Crescini e Riquer in cors “corpo” opposto alla precedente arm(a) “anima”.

[GB, lb]


BdT    Gaucelm Faidit

English translation and notes

Canzoni sulle crociate