Testo: Di Luca 2008 (XI). – Rialto 10.xii.2009. Mss.: A1 22r (prima redazione), A2 142v (seconda redazione), B 11v, C 105v, Da 185v, E 173r, I 110v, K 96r, N 172v, N2 23r (incipit), Q 94r, R 13v, Sg 56v; V 114v, a1 69. Edizioni diplomatiche: Carl August Friedrich Mahn, Gedichte der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin 1856-1873, vol. IV, n. 1755 (diplomatica di I); Arthur Pakscher - Cesare De Lollis, «Il canzoniere provenzale A (Codice Parigino 1592)», Studj di filologia romanza, III, 1891, pp. j-xxxij e 1-670, p. 47 e p. 444; Cesare De Lollis, «Il canzoniere provenzale B (Codice Vaticano 5232)», Studj di filologia romanza, III, 1891, pp. 671-720, p. 679; Giulio Bertoni, Il Canzoniere provenzale della Riccardiana n° 2909, Dresden 1905, p. 181; Wilhelm Grüzmacher, «Die provençalische Liederhandschrift der St.Marcus-Bibliothek in Venedig», Archiv für das Studium der neueren Sprachen und Literaturen, 36, 1864, pp. 379-455, p. 451; Giulio Bertoni, Il canzoniere provenzale di Bernart Amoros (Sezione Riccardiana), Fribourg 1911, p. 40. Edizioni critiche: Adolf Kolsen, «Altprovenzalisches 1. Peire Bremon, Un sonet novel fatz. 2. Eine noch ungedruckte tornada des Peire Vidal», Zeitschrift für romanische Philologie, 38, 1917, pp. 578-585, p. 578; Jean Boutière, Les poésies du troubadour Peire Bremon Ricas Novas, Toulouse-Paris 1930, p. 2 (II); Paolo Di Luca, Il trovatore Peire Bremon Ricas Novas, Modena 2008, p. 185. Metrica: a6 a6 a6 a6 a6 b6 a6 a6 b6 (Frank 18:1). Schema unico. Sei coblas doblas di nove senari, più una tornada di tre senari. Note: Canzone cortese indatabile su base interna. – A2DaIK attribuiscono la canzone a Ricas Novas, A1BNN2QSga1 a Giraut de Bornelh, CER a Peirol, V a Raimbaut d’Aurenga. La critica ha recisamente negato l’attribuzione a Giraut de Bornelh sottolineando come il componimento si riveli estremamente consono alla maniera poetica di Ricas Novas, e sia, invece, poco attinente a quella di Giraut de Bornelh; l’errore di attribuzione viene ricondotto alla somiglianza dell’incipit della canzone con quello di un’altra, ben più famosa, del trovatore di Bornelh, Un sonet fatz malvatz e bo (BdT 242.80). Anche l’attribuzione a Peirol viene ritenuta poco probabile e giustificata grazie ad una somiglianza stilistica che accomuna l’autodesignazione generica presente nell’incipit di Un sonet novel con la caratteristica, tipica di Peirol, di designare i suoi componimenti sonet: la duplice definizione di sonet e chanson si riscontra, infatti, in almeno tre componimenti del trovatore, D’un sonet vau pensan (BdT 366.14), Cora qu’amors vuelha (BdT 366.8), En joi que·m demora (BdT 366.15). Estremamente sospetta è, infine, l’attribuzione del solo V a Raimbaut d’Aurenga. Il componimento in V è esemplato, infatti, subito prima di due componimenti di Peirol, D’un vers afar (BdT 366.13) e Tug mei cossir (BdT 366.34), dei quali il primo già comparso nella sezione d’autore. [PDL] |