Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
Aimeric de Pegulhan
· Albertet
· Albertet
N’Albert, chauszetz al vostre sen
10.
3
= 16.3
Aimeric de Pegulhan
· Albertet
· Albertet
N’Albert, chauszetz al vostre sen
10.
3
= 16.3
IdT
Aimeric de Pegulhan
· Albertet
Trad. it.
Note

I. Messer Albert, scegliete secondo la vostra esperienza in merito a un amante che corteggia due dame di pari valore; una lo ama e gli concede il massimo, purché rinunci all’altra che egli ama due volte meglio e di più, ma quella non lo vuole amare né lo giudica degno del suo amore: ditemi con quale delle due è meglio che stia.

II. Messer Aimeric, ha poca intelligenza chi non sa scegliere il meglio; alla maniera del perfetto amante voglio amare di cuore colei da cui non si è mai distaccato il mio cuore, e voglio che voi amiate subdolamente, giacché non ho intenzione di accettare una falsa ricompensa, anzi voglio servire fino a giungere alla gioia preziosa.

III. Messer Albert, so bene che gli intenditori e i leali pretendenti considereranno peggiore il vostro argomento, perché so che è più piacevole essere gioiosi con un mezzo amore, mentre ci si bacia e si giace insieme, piuttosto che sospirare e sognare con un amore totale; apprezzo di più il frutto a portata di mano rispetto a quello che è in alto, per il quale mi occorra fare un lancio.

IV. Messer Aimeric, non mi sembra affatto che aspiriate a un grande onore; non conviene a uno spasimante essere così mutevole e infedele, anzi deve essere fedele e sincero; e non voglio che un tale frutto mi ingrassi: preferisco essere sempre più secco della legna piuttosto che mangiare un frutto di cui non mi venga voglia.

V. Messer Albert, poiché sono entrambe di pari bellezza e lode, mi comporto alla maniera di colui che è bravo a spartire: vi lascio i mali e prendo i beni; perché conviene che un uomo si chini e si abbassi a cogliere i beni e fugga i mali in tutta fretta, giacché prima che si arda e che ci si infiammi troppo bisogna prestare attenzione a come spegnere il fuoco.

VI. Messer Aimeric, gli inganni che fanno i falsi e gli imbroglioni hanno guastato il corteggiamento, e non è conveniente per voi che vi dobbiate caricare di un tale fardello, perché un amante sincero non ha mai tradito la sua dama, e io sono colui al quale l’amore perfetto insegna a comportarsi lealmente verso la propria dama.

VII. Messer Albert, giacché dama Beatrice d’Este, fonte di valore, è raggio di bellezza, voglio che giudichi ciò che conviene a proposito di questa disputa, ma credo bene che sostenga la mia causa.

VIII. Messer Aimeric, a dama Emilia di Ravenna, che ha sempre più pregio in ogni nobile azione che si addica a una dama valente, lascio la sentenza: che alla giustizia si attenga!

1-8. L’argomento del partimen rientra nella casistica amorosa: il quesito posto da Aimeric de Pegulhan ad Albertet riguarda, infatti, l’atteggiamento che più si addice a un amante, il quale corteggia due dame di pari valore, di cui una soltanto è pronta a soddisfare tutti i suoi desideri, a patto che però lasci l’altra, che egli maggiormente ama e desidera. Una questione simile è affrontata anche da Peire Torat, Guiraut Riquier, si be·us es luenh de nos (BdT 358.1), che rivolge a Guiraut Riquier i suoi dubbi su se sia preferibile amare una dama bella e gentile che tuttavia si nega, o una che gli si offre, alla sola condizione che egli abbandoni l’altra. La risposta fornita da Guiraut, S’ie·us es tan luenh, mos cors es pres de vos (BdT 248.80a), ricalca la posizione assunta in questo caso da Albertet, che si schiera in difesa della fin’amor e della conquista del ric joi tramite il servizio d’amore (v. 16).

50. Per quanto riguarda Beatrice d’Este, celebrata da Aimeric de Pegulhan e da Rambertino Buvalelli, si vedano Fritz Bergert, Die von den Trobadors genannten oder gefeierten Damen, Halle 1913, pp. 81-85, e Gianfranco Folena, Tradizione e cultura trobadorica nelle corti e nelle città venete, in Culture e lingue nel Veneto medievale, Padova 1990, pp. 40-41.

53-54. Su Emilia di Ravenna, moglie di Pietro Traversara, si veda Bergert, Die von den Trobadors, pp. 76-77. Sia Na Biatriz d’Est che N’Esmilla sono menzionate rispettivamente al v. 7 e al v. 9 della treva di Guillem de la Tor (Pos N’Aimerics a fait far mesclança e batailla, BdT 236.5a).

Testo

Edizione: Francesca Sanguineti 2012; traduzione e note: Francesca Sanguineti. – Rialto 12.ix.2016.

Mss.

Da 200v, Dc 247r (solo il v. 1 e i vv. 23-24), Dc 256r (solo i vv. 31-32), E 214, G 98v, I 152v, K 138v, a2 557. Era in R 74 (testo perduto a causa di lacuna meccanica).

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Ernesto Monaci, Testi antichi provenzali, Roma 1889, col. 82 (testo di E con varianti di I); William P. Shepard, «Two provençal tenzoni», Modern Philology, 23, 1925-1926, p. 18; Jean Boutière, «Les poésies du troubadour Albertet», Studi medievali, 10, 1937, p. 81; William P. Shepard and Frank M. Chambers, The poems of Aimeric de Peguilhan, Evanston (Illinois) 1950, p. 53; Ruth Harvey - Linda Paterson, The Troubadour “Tensos” and “Partimens”: A Critical Edition, 3 voll., Cambridge 2010, vol. I, p. 21; Francesca Sanguineti, Il trovatore Albertet, Modena 2012, p. 293.

Altra edizione: Giuliana Bettini Biagini, La poesia provenzale alla corte estense. Posizioni vecchie e nuove della critica e testi, Pisa 1981, p. 50 (testo Shepard - Chambers).

Metrica e musica

Metrica: a8 b8 b8 a8 c8 c8 d10’ d10’ (Frank 577:194). Sei coblas unissonans formate da otto versi, più due tornadas di quattro versi. Rime: -en, -or, -ais, -eingna.

Informazioni generali

Nelle due tornadas sono menzionate Beatrice d’Este ed Emilia di Ravenna, elette come giudici del partimen da Aimeric de Pegulhan e da Albertet. Ciò consente di datare approssimativamente il testo: come termine ante quem possiamo infatti assumere il 1220, anno del ritiro in convento di Beatrice d’Este, mentre come termine post quem possiamo considerare il 1212, data in cui sono documentate le nozze di Emilia dei Conti Guidi con Pietro Traversara di Ravenna. Per la datazione si veda anche Bettini Biagini, La poesia provenzale, pp. 50-51, che restringe l’arco cronologico tra il 1213, anno in cui è attestata la presenza di Aimeric alla corte di Oramala, probabile sede in cui è stato composto il partimen, e il 1215, anno oltre il quale non figurano componimenti relativi a Beatrice. Gli editori precedenti collocavano invece il partimen dopo il 1216, correntemente riconosciuto come il termine post quem della Treva di Guillem de la Tor, Pos n’Aimerics a fait far mesclança e batailla (BdT 236.5a) e del matrimonio tra Emilia e Pietro Traversara (si vedano Boutière, Les poésies, p. 16, e Shepard - Chambers, The poems of Aimeric, p. 22).

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