Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
Guiraut Riquier
Tant m’es l’onratz, verays ressos plazens
Guiraut Riquier
Tant m’es l’onratz, verays ressos plazens
Trad. it.
Note

I. Tanto mi è gradita la onorata, verace fama, colma di lodi del signor messer Amalrico, figlio primogenito del mio signore messer Aimerico di Narbona, che ne gioisco di cuore, poiché si è fatto onore fra i toscani, ha onorato gli amici della chiesa ed i nemici, uccisi e vinti in guerra.

II. Molto promettente è stato il suo esordio, coronato di nobili imprese, condotte con prudenza e con coraggio, cosicché a quanto pare, ha in sé l’alta dignità dei suoi antenati, della casa di Narbona, che gli insegna ad esser ricco d’onore, per cui Dio sia lodato; e, d’altra parte, da Foix gli vien la nobile eredità, di tener guerra a diletto.

III. L'onorato e valoroso Comune di Firenze prese una buona risoluzione, quando lo richiese al re per capitano, dal momento che i suoi nemici ne sono vinti e, grazie a lui è suo l’onore; perciò deve essere ovunque la sua lode e la sua stima, benché ora sia in pace, perché, acquistandosi onore, l’ha degnamente onorato di guerra.

IV. Così, facendosi onore, ha onorato anche i suoi cari, e Narbona, e il valoroso re di cui fu al seguito, e Foix e colui che contribuì alla sua educazione; e nemmeno la giovinezza gli ha fatto commettere sciocchezze anzi, è assennato, attento, misurato, e per tutto ciò è temuto da tutti i suoi nemici, tanto che solo la sua fama ha su di loro effetto peggior di una guerra.

V. Da Dio gli proviene il suo buon comportamento, e perciò lo prego, gli consiglio e gli dico che lo conservi come suo signore, come amico, con umiltà e con timore di commettere vili azioni, e lui lo potenzierà, in tutte le sue qualità, se si fortificherà contro vili tentazioni: così vince l'uomo la guerra spirituale!

VI. Prego il signor messer Amalrico di accrescere il suo pregio, così bene avviato, in tutte le circostanze, così come in guerra.

1-4. L’esordio rimanda immediatamente al dedicatario del vers, Amalrico V di Narbona (ma detto Amalrico II in Genealogie medioevali di Sardegna, a c. di Lindsay L. Brooks, Cagliari-Sassari 1984, p. 431), figlio di Aimerico V di Narbona e Sibilla di Foix e nipote di Amalrico IV: si vedano le Circostanze storiche.

5-7. L’allusione ai Toscas rappresenta un richiamo piuttosto esplicito alla battaglia di Campaldino dell’11 giugno 1289, nel corso della quale «Amalrico capitanò l’esercito guelfo fiorentino, contro i ghibellini di Toscana» (cfr. Longobardi, «I vers» cit., p. 157): si rinvia alle Circostanze storiche.

10-14. Guiraut individua nelle casate di appartenenza dei genitori di Amalrico l’origine delle sue virtù: da un lato l’ascendenza paterna, narbonese (v. 12), è portatrice di onore; dall’altro il lignaggio ereditato dalla madre Sibilla (originaria della contea di Foix, v. 13), è la fonte primitiva dell’ardimento in battaglia dimostrato da Amalrico.

15-17. La testa dell’esercito guelfo dei fiorentini era stata assegnata da Carlo II d’Angiò (corrispondente al rey del v. 15) ad Amalrico, come testimoniato anche dalla Cronica di Giovanni Villani: si vedano le Circostanze storiche.

24 selh que·n partida·l noyric: si tratta di Guillaume Bérard, precettore di guerra di Amalrico, caduto nel corso della battaglia di Campaldino: come afferma Joseph Anglade, Le troubadour Guiraut Riquier. Étude sur la décadence de l’ancienne poésie provençale, Bordeaux-Paris 1905, p. 193, nota 5, «ces mots doivent se rapporter à Guillaume Bérard. Celui-ci était, d’ailleurs, déjà mort quand Riquier écrivait. G. Bérard fut enseveli à Florence; on voit encore sa sépulture dans le cloître de l’Annunziato avec cette inscription: “Hic jacet dominus Guillelmus balius olim domini Amerighi de Nerbona”».

31. Longobardi, «I vers» p. 156 traduce, molto liberamente, «che gli nutra la devozione che si deve ad un signore». Si offre qui un tentativo di traduzione che, sulla base di una lieve alterazione della punteggiatura, scinde attraverso una virgola i due sintagmi quon senhor e ad amic. In tal modo, si ottiene una doppia comparazione che esalta il concetto di lealtà (promosso da retenha, ‘conservi’: cfr. DOM, s.v. retener, «retenir, garder») attraverso due immagini distinte: da un lato, una lealtà di tipo feudale, suggerita da senhor; dall’altro, una lealtà dettata dal puro sentimento di amicizia, promossa da amic.

Testo

Edizione e traduzione: Monica Longobardi 1982-1983, con modifiche di Cesare Mascitelli relative alla punteggiatura; note: Cesare Mascitelli. – Rialto 9.xi.2017.

Mss.

C 307r.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: S. L. H. Pfaff, «Guiraut Riquier», in Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin, 1846-1853, vol. IV, p. 77; Monica Longobardi, «I vers del trovatore Guiraut Riquier», Studi mediolatini e volgari, 29, 1982-1983, pp. 17-163, a p. 154.

Altre edizioni: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. II, p. 289 (testo Pfaff); Monica Longobardi, Rialto 16.xii.2002 (testo Longobardi).

Metrica e musica

Metrica: a10 b10 b10 a10 c10 c10 d10’ (Frank 571:4). Cinque coblas unissonans di sette versi ciascuna più una tornada di tre versi. Rime: -ens, -ic, -atz, -erra. Mot refranh: guerra all’ultimo verso di ciascuna cobla.

Informazioni generali

Il componimento, datato al mese di aprile 1291, celebra il valore militare del visconte Amalrico, signore di Narbona e vittorioso condottiero dell’esercito guelfo durante la battaglia di Campaldino dell’11 giugno 1289. Si vedano le Circostanze storiche.

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